#iorestoacasa. Esorcizzare la paura leggendo romanzi apocalittici
Città deserte, epidemie, scenari apocalittici e post-apocalittici. Da secoli la letteratura racconta le emergenze e come cambiano in situazioni estreme le reazioni e le relazioni umane. Basti pensare alle pagine straordinarie dei “Promessi Sposi” che tutti noi abbia studiato. Decidere di leggere romanzi del genere in questo periodo dipende dal vostro stato d'animo, naturalmente. Per chi è in uno stato d'ansia per così dire controllato, il loro valore apotropaico è grande. Insomma, sono utili per esorcizzare la paura. E per aiutarci a rispettare serenamente l'indicazione #iorestoacasa. Qui trovate una piccola selezione.
DISASTRI BATTERIOLOGICI
È il romanzo più citato in quest’epoca pandemica – soprattutto se si cede all’inqualificabile interpretazione complottista. Nell’Ombra dello scorpione (1978, edizione integrale pubblicata nel 1990) di Stephen King, infatti, lo scenario post-apocalittico è dovuto all’incontrollata (e fortuita?) diffusione del Progetto Azzurro, un’arma batteriologica derivata dal virus influenzale, che in 19 giorni stermina oltre il 99% della popolazione mondiale. Cosa accade in seguito non ve lo spoileriamo, se non per dirvi che si tratta della più classica lotta tra Bene e Male, con continui capovolgimenti di fronte.
Stephen King – L’ombra dello scorpione
Bompiani, Milano 2017
Pagg. 1392, € 15
ISBN 9788845294976
www.bompiani.it
– Marco Enrico Giacomelli
LA PESTE A ORANO
Siamo a Orano negli Anni Quaranta, dove fra l’altro si parla del recente caso avvenuto ad Algeri (Albert Camus si concede un’autocitazione dallo Straniero). Protagonista è Bernard Rieux, di professione medico. All’improvviso, il vivace tran-tran cittadino viene turbato da un’ecatombe di ratti, fatto al quale, tuttavia, non segue alcun provvedimento; e nemmeno quando iniziano a conclamarsi i primi casi di esseri umani che presentano febbre alta, noduli, macchie sulla pelle: è la peste bubbonica. Deve esplodere l’epidemia affinché il governo francese si decida a prendere provvedimenti (quel che sta capitando in questi stessi giorni, ahinoi), creando un cordone sanitario intorno alla città. Con l’arrivo dell’estate, il contagio non solo diminuisce ma si diffonde a livello esponenziale: il bacillo inizia infatti a passare dal sistema linfatico a quello sanguigno, mutando in peste polmonare. L’epilogo arriverà, ma, come nei più inquietanti film che annunciano il proprio sequel, il libro si chiude rammentando come “il bacillo della peste non muore mai né scompare, può restare per decine di anni dormiente nei mobili e nella biancheria, attende pazientemente nelle camere, nelle cantine, nei bauli…”. Che Camus si riferisse al bacillo letteralmente o che fosse un’allegoria per il nazismo, la prospettiva è ugualmente preoccupante.
Albert Camus – La peste
Bompiani, Milano 2017
Pagg. 336, € 13
ISBN 9788845283512
www.bompiani.it
CIECO CONVIVERE
Al “paziente zero” accade mentre è fermo a un semaforo, alla guida della propria auto: all’improvviso non vede null’altro che bianco. Questa istantanea, inspiegabile cecità si diffonde come un contagio in maniera rapidissima, tanto che la quarantena imposta al primo gruppo di pazienti – all’interno di un ex manicomio – si rivela presto inefficace, perché anche i decisori (politici) e gli esecutori (militari) ne restano coinvolti. La situazione, in tutta la città mai nominata, precipita: l’approvvigionamento di cibo è il problema principale, ma la vita stessa diventa un inferno, una lotta tutti contro tutti che priva di ogni dignità. L’unica immune è la moglie del medico, ed è attraverso i suoi occhi, letteralmente, che José Saramago ci fa seguire il dipanarsi delle vicende. Fino a che, improvvisamente com’era comparso, il virus sparisce e gli abitanti riacquistano la vista.
José Saramago – Cecità
Einaudi, Torino 1996
Pagg. 315, f.c.
ISBN 9788806148669
www.einaudi.it
LA PESTE A PARIGI
A Parigi incombe la peste. Il colpevole è un untore che, per alimentare la paura, sfrutta l’attenzione riservata dagli abitanti del quartiere a un banditore che si sgola sulla pubblica piazza, attorniato da occhi sgranati dalla superstizione e dal terrore. L’autrice di questo romanzo datato 2001 è Fred Vargas, giallista-archeologa che utilizza un nom de plume ormai ben noto. Protagonista è il commissario Adamsberg, proveniente dai Pirenei e a capo dell’Anticrimine a Parigi. Tutto comincia con due serie di fatti apparentemente di poco conto e scollegati fra loro: in vari punti della capitale, sulle porte degli appartamenti compaiono degli strani “4” tracciati con vernice nera; allo stesso tempo, in zona Montparnasse, il banditore inizia a trovare, nella sua cassetta della posta, strani messaggi in latino, tratti da testi antichi, da leggere in piazza Edgar-Quinet. Dove si annuncia il divino flagello della peste. Ma non era scomparsa da secoli? In realtà no, perché l’ultimo focolaio della “morte nera” a Parigi si è verificato nel 1920 – e il fatto è reale, non fantasia…
Fred Vargas – Parti in fretta e non tornare
Einaudi, Torino 2004
Pagg. 346, € 12
ISBN 9788806166335
www.einaudi.it
UN GRATTACIELO BABELICO
Si inserisce nella gloriosa tradizione babelica, dai gironi danteschi alle stanze de La Gran Bevuta di René Daumal, questo romanzo che segna la nascita della science fiction nella letteratura ceca. Pubblicato nel 1929, è il frutto dolorosissimo dell’esperienza di Jan Weiss durante la Grande Guerra, e in particolare delle settimane di malattia, febbre e allucinazioni sul fronte russo, nelle “baracche della morte”. Mescolando passi allegorici e polizieschi, si narra dell’inchiesta di Petr Brok per scovare e fermare l’ideatore del Palazzo a mille piani, all’interno del quale vivono, si fa per dire, schiavi al servizio di un sistema privo di ogni parvenza di umanità. Fa tremare i polsi in più di una pagina, ma agghiaccia quando si legge la frase seguente: “C’è una grande fornace dove si bruciano membra, cuori, bocche, occhi di uomini fino a ridurli ad un mucchietto di cenere grigia che si disperde tutt’intorno, caduta nel vento da qualche piano di Mullerton. Pare che dalle ossa ricavino cipria”. Di lì a pochi anni sarebbero iniziati i lavori per costruire i campi di sterminio.
Jan Weiss – Il Palazzo a mille piani
Santi Quaranta, Treviso 2005
Pagg. 199, € 11
ISBN 9788886496674
www.santiquaranta.com
UN DETECTIVE DALLA CITTÀ DEI MORTI
Forse è poco centrata la definizione di “thriller metafisico”, ma resta il fatto che non è certo una passeggiata ripercorrere le tracce del detective D’Arco. Perché non soltanto si tratta di una devastante storia di abusi e violenze perpetrate ai danni dei bambini, ma anche perché la vicenda si svolge nella città dei vivi e nella città dei morti, in uno scambio effettivamente metafisico tra vita e morte, tra regno dei viventi e regno dei deceduti, dai quali il detective proviene, essendo stato ucciso “una notte durante un’indagine” (gli scambi proibiti fra città estremamente simili era il tema portante di La città & la città di China Miéville). Spettrale è dunque, per definizione, il non-luogo di provenienza di D’Arco, ma lo è pure – ed è ancor più inquietante – la città dei vivi, attraversata da urla strazianti udibili solo a chi ne è già stato una vittima. La prima parte del romanzo di Antonio Moresco era uscita per l’editore Giunti nel 2016 con il titolo L’addio, pochi mesi fa è stata ripubblicata da SEM insieme alle due parti successive (L’amore e Le città di confine), trasformandolo in un monumentale lavoro di oltre 700 pagine, similmente a quanto era avvenuto per i Canti del Caos dello stesso autore.
Antonio Moresco – Canto di D’Arco
SEM, Milano 2019
Pagg. 703, € 24
ISBN 9788893902151
www.semlibri.com
CONDANNATI A SÉ STESSI
Non c’è alcuna solidarietà nei confronti dei propri personaggi, non c’è nessuna pietà, non c’è ovviamente nessun lieto fine, nessun intento edificante, nessuna prospettiva riabilitativa. Stig Dagerman, in questo suo secondo romanzo pubblicato nel 1946, dispiega tutta la sua disperazione, anzi: tutta la disperazione che reca con sé un certo luteranesimo, terribilmente escludente quando si esce dal suo soffocante inclusivismo. Dagerman non lo racconta, non scrive una parabola biblica: scaraventa letteralmente i suoi condannati su un’isola deserta, mette loro contro la natura – la natura naturans e la natura naturata – come se fosse Lost mezzo secolo prima. E poi mette i personaggi contro il lettore, scombina il plot rendendo sempre più impossibile distinguere presente, passato e futuro, flash-back e flash-forward, piano onirico e fattuale. Qualcuno vi ha letto i segnali e i prodromi del suicidio dell’autore. Considerazioni che lasciano il tempo che trovano.
Stig Dagerman – L’isola dei condannati
Guida, Napoli 1985
Pagg. 272, f.c.
ISBN 9788870427172
www.guidaeditori.it
EUGENETICA LOSANGELINA
La città in cui si svolge l’azione è Los Angeles, il protagonista si chiama Rock, un inguaribile seduttore e indomito amante. Fin qui tutto bene. Il problema è che si sveglia nudo in un’asettica camera di una clinica. Dove il dottor Schutz vuole costringerlo a unirsi carnalmente con una donna bellissima. Il fine è semplice nella sua follia: eliminare i “brutti” attraverso l’eugenetica. Romanzo pubblicato nel 1948, quando l’eco della barbarie nazista è ancora bruciante, riesce a unire i registri della denuncia con quelli del polar francese e finanche quello dell’umorismo. Un autore da riscoprire, Boris Vian, al secolo Vernon Sullivan, nato poco più di un secolo fa, il 10 marzo 1920.
Boris Vian – E tutti i mostri saranno uccisi
Marcos y Marcos, Milano 1993
Pagg. 224, € 17
ISBN 9788871688190
marcosymarcos.com
QUANDO IL CYBERSPAZIO ERA FANTASCIENZA
Manifesto indiscusso del cyberpunk, il romanzo del 1984 (millenovecentottantaquattro, badate bene) di William Gibson è una fotografia allora distopica di quanto in parte è realmente avvenuto al nostro mondo, soprattutto dal punto di vista informazionale: si pensi anche solo al fatto che il termine cyberspazio era allora un neologismo, per non parlare della penetrazione delle Zaibatsu dentro e oltre l’universo economico-finanziario, fin dentro i gangli vitali della società e della politica. Altro dato tristemente collegato alla situazione che stiamo vivendo in queste settimane di pandemia: l’avventura del protagonista, Case, inizia a causa di un problema fisico, nella fattispecie un danno al sistema nervoso che gli impedisce di connettersi alla Rete. Se vi appassionate, sappiate che questo è il primo capitolo di una trilogia.
William Gibson – Neuromante
Mondadori, Milano 2003
Pagg. 278, € 12,50
ISBN 9788804679394
www.mondadoristore.it
VENEZIA POST-ATOMICA
Metro 2033 di Dmitrij Gluchovskij è un esempio piuttosto classico di romanzo distopico e post-apocalittico: c’è stata una guerra atomica, il pianeta è pressoché distrutto e si racconta la “vita” a Mosca due decenni dopo il disastro, noto come la Tribolazione. Cosa lo rende meno scontato? Il fatto che sia stato pubblicato gratuitamente nel 2002 sul sito dell’autore, allora esordiente, e che la stampa su carta del 2005 sia il frutto di migliaia di revisioni, integrazioni, suggerimenti da parte dei lettori. Da allora ci sono stati sequel, prequel, giochi per Xbox e quant’altro, ma soprattutto una proliferazione di romanzi che raccontano altri angoli del mondo all’interno del medesimo scenario. Per quanto riguarda l’Italia, e in particolare Venezia, c’è l’opera di Tullio Avoledo: un intrigo che parte dal Vaticano e arriva in Laguna (che si è ritirata “di una dozzina di miglia”), in un ambiente che, almeno dal punto di vista tecnico, è tornato indietro di almeno quattro secoli. Dove però si tenta di salvare non soltanto la dignità più elementare: “La stanza è incredibile. Non trovo altre parole per definirla. Posta al livello più sotterraneo della stazione, è lunga trenta metri e larga venti. Le pareti basse sono letteralmente coperte di quadri: grandi tele a olio che raffigurano scene di battaglia, ritratti rinascimentali, nature morte fiamminghe. E statue collocate al centro, che sembrano uscite da un libro di storia”. E non è l’unico “museo” che s’incontra…
Tullio Avoledo – Le radici del cielo
Multiplayer.it, Terni 2011
Pagg. 440, € 19
ISBN 9788863551693
edizioni.multiplayer.it
AREA X
È successo qualcosa, su quel tratto di costa. Le autorità parlano di “disastro ecologico”, ma è soltanto un modo per dare un volto umano a un evento che non trova spiegazione. Anzi, gli eventi forse sono due: il primo è un confine, che almeno all’inizio pare stabile, fra il mondo “normale” e quella che viene chiamata Area X. Un confine invisibile ma che non può essere attraversato, a meno che non si utilizzi l’unico portale di accesso scoperto sino ad ora. E poi c’è l’Area X, che ricorda per molti versi la Zona di Picnic sul ciglio della strada dei fratelli Arkadi e Boris Strugatzki, da cui è stato tratto il ben noto film Stalker di Andrej Tarkovskij. In ogni caso, entrando nell’Area X immaginata dal new weird Jeff VanderMeer, è meglio non portarsi appresso tecnologie avanzate; lì dentro è preferibile avventurarsi soltanto dopo aver subito un condizionamento psicologico. Lì dentro, comunque, non si può sapere cosa succederà: alcune spedizioni sono tornate, altre no. Fra chi è tornato, alcuni che hanno il cervello devastato, altri muoiono di cancro in poche settimane.
Jeff VanderMeer – Trilogia dell’Area X. Annientamento | Autorità | Accettazione
Einaudi, Torino 2015
Pagg. 186+292+284, € 16+17+17
ISBN 9788806218287 | 9788806218294 | 9788806218300
www.einaudi.it
VEDIAMO UN FILM?
L’Orbit è il più grande drive-in del mondo. È in Texas e quella sera è in programma la Grande Nottata Horror. Ma, mentre passa La notte dei morti viventi, succede qualcosa di irreparabile: il drive-in stesso diventa horror, il film diventa realtà. L’unica soluzione è fuggire? Magari, perché dall’area è invece impossibile farlo, come se si trattasse dell’Angelo sterminatore di Luis Buñuel, pena in questo caso morti orribili. Come si può ben immaginare, l’Orbit diventa in breve tempo un campo di prigionia governato da un dittatore capriccioso, il Re del Popcorn, con i suoi aguzzini e le sue vittime. Questa la prima parte. Se si parli delle traversie dei sopravvissuti nei successivi due capitoli, evitiamo di dirvelo per non rovinare la sorpresa, pena gli strali del buon Joe R. Lansdale.
Joe R. Lansdale – Drive-in. La trilogia
Einaudi, Torino 2019
Pagg. 546, € 17
ISBN 9788806211981
www.einaudi.it
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