Libri d’arte di Skira Editore hanno nuovi azionisti. Entrano Carlo De Benedetti e Massimo Moratti
È un’operazione di supporto all’editoria d’arte italiana quella che vede entrare nel capitale della società, specializzata in libri artistici e produzione di grandi mostre, l’editore torinese e l’imprenditore industriale ex patron dell’Inter
L’editoria, soprattutto quella d’arte, è un’altra delle realtà imprenditoriali culturali italiane pesantemente colpite dalla crisi economica causata dalla pandemia da coronavirus. In base agli ultimi dati del bollettino dell’Osservatorio Aie, istituito per monitorare l’andamento del mercato editoriale in questa fase di lockdown delle librerie, gli editori stimano che per la fine del 2020 saranno 21mila i titoli in meno che verranno pubblicati a causa della drastica riorganizzazione dei piani editoriali, con 12500 novità in uscita bloccate. Una débâcle per tutti, piccoli e grandi, se anche Skira, il maggior editore di cataloghi di grandi mostre a livello internazionale, ma anche il più importante player italiano nel campo dell’ideazione e produzione di eventi espositivi con MondoMostre, si vede costretta a ricorrere ai ripari.
SKIRA: LA NUOVA STRUTTURA PATRIMONIALE
È, infatti, di oggi, la notizia che nell’ambito di un rafforzamento della struttura patrimoniale della società che impiega una cinquantina di addetti, per un fatturato netto nel 2019 di 15 milioni di euro, e di un piano di sviluppo della casa editrice, Massimo Vitta Zelman, patron di Skira Editore spa, ha proposto a due amici illustri, Carlo De Benedetti e Massimo Moratti, di entrare nel capitale della stessa. Se per De Benedetti, con la sua lunga esperienza nell’editoria, risulta una proposta in linea con il suo mondo imprenditoriale, nel caso dell’ex presidente dell’Inter, inserito da Forbes nella classifica degli uomini più ricchi d’Italia, alla guida della Saras, un colosso operativo nel settore della raffinazione del petrolio, è un ingresso del tutto inedito nell’ambiente. “Si tratta di una richiesta in amicizia”, specificano dalla casa editrice, “un’azione di supporto all’editoria, visto il delicato momento storico che ci coinvolge tutti”. L’operazione, appena conclusasi, vede ora l’Editoriale Domani – costituita i primi di maggio a Torino da Carlo De Benedetti con un capitale di 10 milioni di euro, di cui al momento l’ingegnere è unico azionista, per pubblicare il nuovo quotidiano Domani – detenere il 15% della società; mentre il 7,50 è detenuto dalla Massimo Moratti S.A.p.A, con il 77, 50% che resta in capo alla Libra di Massimo Vitta Zelman.
SKIRA: LA STORIA DELLA CASA EDITRICE
Fondata da Albert Skira a Losanna nel 1928, la casa editrice si trasferisce poco dopo a Ginevra, dove conserva la propria sede centrale per oltre sessant’anni. Dalla famiglia nel 1996 Massimo Vitta Zelman e Giorgio Fantoni (già azionisti di maggioranza del gruppo Electa Einaudi, poi ceduto a Mondadori) acquistano Skira, progettandone il rilancio in grande stile. La società ginevrina si trasforma in holding, pur conservando anche attività editoriali in ambito svizzero. Il quartier generale viene trasferito a Milano nel cinquecentesco Palazzo Casati Stampa e da qui prende le mosse la nuova stagione della casa editrice. Nell’arco di cinque anni la produzione passa da meno di dieci novità all’anno a oltre duecento. Skira riprende a pubblicare in più lingue, riaffermando l’internazionalità della sigla che ne aveva fatto il primo editore realmente sovranazionale. La costruzione della linea editoriale si avvale di grandi consulenti, dal compianto Federico Zeri a Carlo Bertelli, da Vittorio Gregotti a Germano Celant, recentemente scomparso. La Skira di oggi è un gruppo editoriale internazionale, con sedi a Milano e Parigi, che pubblica 200 novità all’anno, produce grandi mostre e gestisce librerie e servizi museali.
– Claudia Giraud
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