È morto a Fontanellato in provincia di Parma Franco Maria Ricci, editore e collezionista diventato celebre negli anni Ottanta per aver pubblicato la rivista FMR e per aver creato, a Fontanellato, il Labirinto della Masone, tra i più grandi labirinti al mondo. “La scomparsa di Franco Maria Ricci è un grande dolore”, ha dichiarato il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. “Con lui viene a mancare un intellettuale di straordinaria sensibilità e intelligenza, un editore colto e raffinato, un uomo che ha sempre operato per divulgare la conoscenza del nostro patrimonio culturale”. Franco Maria Ricci aveva 82 anni.
FRANCO MARIA RICCI, OVVERO L’ARTE DELL’EDITORIA
Nato a Parma nel 1937, Franco Maria Ricci inizia la sua attività di grafico ed editore nel 1963, dopo aver conseguito la laurea in Geologia all’Università degli Studi di Parma. Rimasto folgorato dall’opera di Giambattista Bodoni, incisore e stampatore italiano vissuto tra Sette e Ottocento che ha inventato i caratteri tipografici che hanno preso il suo nome, i “Bodoni”, Franco Maria Ricci come prima opera da editore pubblica una ristampa anastatica del Manuale Tipografico del Bodoni. Disegna marchi e pubblicità per grandi aziende italiane e straniere, ma presto la sua sensibilità estetica lo porta a realizzare libri d’arte e collane che lo hanno reso celebre nel mondo: ta tutti, I Segni dell’Uomo, Morgana, Quadreria, Luxe, calme et volupté, Curiosa, Iconographia, La biblioteca blu, La Biblioteca di Babele, Guide impossibili e Grand Tour. La sua opera più nota è senza dubbio la rivista FMR, pubblicata dal 1982 al 2004, definita da Fellini “la perla nera dell’editoria mondiale”. Tra le sue pubblicazioni è anche il Codex Seraphinianus dell’artista Luigi Serafini (1976-1978), stampato nel 1981.
IL LABIRINTO DELLA MASONE DI FRANCO MARIA RICCI
Oltre all’editoria, Franco Maria Ricci si è dedicato a un monumentale progetto pensato per Fontanellato: la creazione di un monumentale labirinto, tra i più grandi al mondo, chiamato Labirinto della Masone, un dedalo formato da 200mila piante di bambù progettato in collaborazione con l’architetto Pier Carlo Bontempi e aperto al pubblico nel 2015. Sul Labirinto, nel 2015 Domenico Russo sulle nostre colonne scriveva: “nel Labirinto della Masone tutto si ripete, passo dopo passo, sotto lo sguardo del viandante: i bambù infiniti uno dopo l’altro, la penombra piatta del sole nascosto, le forme identiche in ogni sentiero. E in questo scorrere eterno l’orientamento si dissolve lasciando l’identità vibrare nell’incertezza di una meta misteriosa. Nell’inevitabile condizione di dover scegliere la direzione, solo dopo varie vie e vicoli ciechi, il viaggiatore raggiunge l’uscita e con essa la luce e il Centro. Qui appare una piramide, in cui si entra per ritrovarsi in una cappella spoglia, nessun oggetto liturgico, nessun ornamento, solo un piccolo altare e sul pavimento l’immagine del labirinto. La piramide, rimando diretto ed esplicito al divino, manifesta la religiosità del suo fondatore e al contempo il senso mistico di un progetto che oltrepassa l’ostentazione o la semplice costruzione di un’attrattiva per arricchire la collezione privata di un contenitore solido con cui si equilibra vicendevolmente e armoniosamente”.
IL FILM SU FRANCO MARIA RICCI
La vita all’insegna dell’arte e della bellezza di Franco Maria Ricci è stata raccontata nel documentario Éphémère. La Bellezza inevitabile, realizzato da Simone Marcelli, Barbara Ainis e Fabio Ferri. Il film, prodotto da Catrina Producciones con il sostegno di Smeg, Fratelli Berlucchi e SCIC, e con la partnership tecnica di Fujifilm, American Airlines e OnClassical, presenta la storia dell’artista ed editore attraverso la metafora del labirinto.
– Desirée Maida
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