Modelli educativi nell’era digitale. Anticipazione dal libro di Andrea Balzola

Vi proponiamo un estratto dalla premessa al testo contenuto nel volume di Andrea Balzola intitolato “EDU-ACTION. 70 tesi su come e perché cambiare i modelli educativi nell'era digitale”, pubblicato da Meltemi Editore con una postfazione di Giovanni Ragone e disponibile in libreria dal 4 di febbraio.

Autore multimediale e docente di Mass Media all’Accademia di Belle Arti di Brera e di Torino, Andrea Balzola (Torino, 1961) è docente per i corsi di formazione per insegnanti Regione Piemonte e Regione Toscana. Ha pubblicato, tra gli altri, i volumi: Le arti multimediali digitali (con A. M. Monteverdi), Garzanti; L’arte fuori di sé (con P. Rosa), Feltrinelli, La scena tecnologica, Dino Audino editore. Collabora alle riviste universitarie Mediascapes Journal, Connessioni Remote, HiArt, Historia Magistra Alfabeta2.

L’ESTRATTO DAL LIBRO DI ANDREA BALZOLA

Offrire un’educazione di qualità, inclusiva e paritaria e promuovere le opportunità di apprendimento durante la vita per tutti ” (punto n. 4 dell’Agenda Onu per uno Sviluppo sostenibile da raggiungere entro il 2030)

Com’è andato il tuo primo giorno di scuola?

Ci hanno inchiodato ai banchi, Gabriele B. prima elementare

Educare significa far entrare nelle anime storie che siano belle”. Frédéric Gros

A volte siamo il discepolo, a volte siamo il maestro, nulla è fisso”. Proverbio Zen

“La vera istruzione è insegnare alla gente a pensare da sola”. Noam Chomsky

I bambini che frequentano oggi la scuola primaria faranno in età adulta un lavoro che non è stato ancora inventato
inchiesta del New York Times

Premessa:
L’educazione nell’età della pandemia e della comunicazione a distanza

Ho concluso la prima stesura di questo volume all’inizio del 2020, poco prima che esplodesse la bomba della pandemia del Coronavirus. Ovviamente un evento simile e le sue ricadute sul sistema educativo non erano prevedibili, ma l’importanza del tema dell’e-learning, blended learning e formazione a distanza (FAD), con l’uso sempre più determinante delle tecnologie digitali nell’applicazione dei modelli didattici, era evidente già da tempo. L’inserimento nelle scuole di diverso ordine e grado dei dispositivi, e di nuove metodologie operative ad essi riferite, è stato un processo molto lento, graduale, disomogeneo e discontinuo, con risultati alterni e incompiuti. L’improvvisa accelerazione legata alla chiusura obbligata delle scuole e all’emergenza di mantenere “in qualche modo” la continuità didattica ha provocato una corsa alla sperimentazione delle piattaforme educational disponibili, con un uso ancora più intensivo dei dispositivi portatili (i Mid, Mobile internet device) e dei social media, per tentare di colmare il vuoto, di rimediare all’interruzione drastica di tutte le aggregazioni sociali e relazionali, tessendo i fili (o il wire-less) di una nuova esistenza collettiva, in remoto.
L’anno scolastico e accademico ha quindi visto il suo secondo semestre attuarsi e concludersi all’insegna della teledidattica, e quanto accaduto lascia indubbiamente, aldilà dei tempi e degli sviluppi dell’emergenza sanitaria globale, un segno indelebile sul sistema educativo, apre ulteriori interrogativi, rivela esigenze di rinnovamento sempre più urgenti e imprescindibili. Non penso che quanto ho scritto, dopo decenni di studi e pratiche formative, sia stato superato o ribaltato dallo tsunami in corso, credo invece che questo trauma debba essere inteso come un’opportunità imperdibile per fare quel salto evolutivo nel sistema educativo da tempo invocato a più voci, ma sempre rallentato, disperso, bloccato dalla routine procedurale, dalla disattenzione politica, dagli scarsi investimenti e dalla palude burocratica. Pur essendo sempre stato un promotore della sperimentazione, soprattutto creativa e comunicativa, dei nuovi linguaggi multimediali digitali (A. Balzola, A. M. Monteverdi 2004; A. Balzola, P. Rosa 2019), non credo affatto che questa riforma del sistema educativo debba essere pilotata dall’innovazione tecnologica, e meno che mai da scelte tecnocratiche e anti-umaniste, è necessario prima mettere a punto una filosofia e un’arte dell’educazione e integrarle con gli strumenti e i linguaggi dei new media. Il modello va capovolto: la tecnologia dovrebbe dipendere dalla cultura e non il contrario, quindi essere concepita o rielaborata come “tecnicultura”, anziché come “tecnocrazia”, accompagnando un percorso evolutivo delle società umane, senza ingabbiarle in sistemi sempre più sofisticati e coercitivi di consumo, di controllo, di isolamento connesso e di manipolazione artificiale delle coscienze e dei comportamenti. Questa è infatti la motivazione con cui ho scritto questo volume, che raccoglie in una sintesi personale, rielaborata mediante l’esperienza diretta sul campo, i contributi di una nuova filosofia dell’educazione, dai precursori di inizio Novecento fino alle teorie pedagogiche ed epistemologiche contemporanee.

Andrea Balzola ‒ EDU ACTION (Meltemi, Milano 2021)

Andrea Balzola ‒ EDU ACTION (Meltemi, Milano 2021)

La netta cesura prodotta dal blocco delle lezioni tradizionali e la rapida riconversione, sia pure con tutti i limiti, gli errori e le contraddizioni di una realtà impreparata, a un modello quasi inedito (per i più) di didattica, dimostra come non sia da considerare impossibile e troppo remota una trasformazione radicale del sistema educativo. La teledidattica ha supportato un rapporto educativo che rischiava il collasso e il congelamento, ma ha anche evidenziato i limiti strutturali del sistema e rivelato nella verifica concreta potenzialità e problemi della connessione globale in ambito scolastico. Un appello di illustri intellettuali e docenti italiani ha avvertito del rischio che la “prova generale” del modello didattico in remoto, attuata durante l’emergenza sanitaria, possa aprire la strada a “una definitiva e irreversibile liquidazione della scuola nella sua configurazione tradizionale, sostituita da un’ulteriore generalizzazione e da una ancor più pervasiva estensione delle modalità telematiche di insegnamento. Non si tratterà soltanto di utilizzare le tecnologie da remoto per trasmettere i contenuti delle varie discipline, ma piuttosto di dar vita ad un nuovo modo di concepire la scuola, ben diverso da quello tradizionale (…) dare superficialmente per assodata l’intercambiabilità fra le due modalità di insegnamento – in presenza o da remoto – vuol dire non aver colto il fondamento culturale e civile della scuola, dimostrandosi immemori di una tradizione che dura da più di due millenni e mezzo e che non può essere allegramente rimpiazzata dai monitor dei computer o dalla distribuzione di tablet. È probabilmente superfluo ricordare che il termine greco scholé, dal quale derivano i termini che nelle lingue moderne descrivono la scuola, indica originariamente quella dimensione di tempo che è liberata dalle necessità del lavoro servile, e può dunque essere impegnata per lo svolgimento di attività più nobili, più corrispondenti alla dignità dell’uomo. Ne consegue che la scuola non vuol dire meccanico apprendimento di nozioni, non coincide con lo smanettamento di una tastiera, con la sudditanza a motori di ricerca. Vuol dire anzitutto socialità, in senso orizzontale (fra allievi) e verticale (con i docenti), dinamiche di formazione onnilaterale, crescita intellettuale e morale, maturazione di una coscienza civile e politica”. (A. Asor Rosa, M. Bettini, M. Cacciari, L. Canfora, U. Curi, D. Di Cesare, R. Esposito, N. Fusini, S. Givone, G. Guarino, G. Marramao, C. Resta, P.A. Rovatti, C. Sini, N. Vassallo, F. Vercellone, La scuola è socialità. Non si rimpiazza con monitor e tablet, “La Stampa”, 18 maggio 2020).

Andrea Balzola

Andrea Balzola ‒ EDU-ACTION. 70 tesi su come e perché cambiare i modelli educativi nell’era digitale
Meltemi, Milano 2021
€ 16
ISBN 9788855193382
www.meltemieditore.it

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Andrea Balzola

Andrea Balzola

Autore multimediale, scrittore, teorico e docente di New Media. Negli Anni Ottanta svolge ricerche per il CNR e attività didattiche come cultore della materia nelle Università di Torino e La Sapienza di Roma. Tiene corsi di formazione per insegnanti per…

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