L’emergenza sanitaria si è rivelata per molti un campo fertile di idee e spunti culturali. Ad esempio un team di giovani italiani ha con coraggio fatto debuttare a giugno 2021 *ALEA, la prima rivista indipendente di antropologia culturale.
Il concetto stesso di “alea” – nel senso di “incertezza” – ricorre nei contenuti del progetto. Ma di cosa parla questo nuovo magazine? Il gruppo di antropologi che compongono la redazione punta a uno storytelling del mondo contemporaneo che esuli da tematiche ormai sature. L’obiettivo è andare a scavare nelle zone d’ombra, generare domande nel lettore, restituendo ad argomenti di nicchia l’importanza che meritano. Il minimo comun denominatore è l’antropologia cultura, che finalmente esce da saggi e lezioni accademiche per tentare la strada di un nuovo pubblico e di una nuova accessibilità.
*ALEA MAGAZINE, I CONTENUTI E LE SEZIONI
*Alea è ancora al primo numero (il secondo, Fatica, è uscito dopo la stesura di questo articolo NdR), quali sono i contenuti dell’uscita dedicata alla *Materia? Organizzata come un’opera musicale, la rivista si apre con l’Ouverture del direttore Francesco Danesi a cui seguono le Ballate. Qui c’è la parte propriamente antropologica che affronta temi come rifiuti, nuove forme dell’abitare, musica, trasmissione della memoria tra i migranti, arte dei murales. Si passa poi agli Arabesque, scritti interdisciplinari che spaziano dalle esposizioni coloniali in Italia, all’Islanda passando dalla lavorazione del cotone. Completamente diversa invece è la sezione Fantasia, dedicata a incursioni artistiche e fotografiche, seguita da brevi scritti speculativi nella rubrica Suite e infine i Divertimenti letterari e le Antifone.
*ALEA. IL PROGETTO GRAFICO E LA SOSTENIBILITÀ
Lo spirito del progetto grafico rispecchia l’idea di fondo: un’estetica polimorfa senza troppi riferimenti. Da qui l’idea dell’asterisco, simbolo di ciò che viene ritenuto secondario e lontano. La rivista si presenta leggera, si sfoglia curiosamente grazie al cambio di carte con colori e grammature diverse. La rilegatura è essenziale, come se non fosse finita, perché come spiega Diego Oberti, ideatore della grafica: “il tatto del lettore deve riconoscere la corporeità del libro, ma non il peso. Un oggetto difficile da collocare, un formato che fosse simile sia ad un tascabile che ad una rivista”.
Da menzionare anche l’approccio alla sostenibilità del progetto: carte e inchiostri certificati e collaborazioni con la stamperia per ridurre gli sprechi. “Ma la sostenibilità è anche quella verso i nostri collaboratori” spiega il direttore “ai quali cerchiamo di garantire una giusta retribuzione”.
*ALEA MAGAZINE. IL DIRETTORE FRANCESCO DANESI
“L’obiettivo di ALEA non è quello di esaurire le interpretazioni del tema che caratterizza ogni numero, ma di dimostrare, operando un taglio nello spazio e nel tempo, quanto possa essere variegata la rappresentazione di uno specifico argomento”, spiega ad Artribune il direttore Danesi. In questo modo l’interpretazione finale diviene prerogativa dei lettori e delle lettrici, aprendo così interrogativi stimolanti.
Il secondo numero, dedicato alla *Fatica, è uscito il 17 dicembre 2021 dopo una anteprima social in stile hackeraggio di dossier top secret sugli extraterrestri. Introdotto da una copertina in stile Vaporwave, “è ancora più ironico del precedente” conclude Francesco Danesi.
– Martina Citti, Giulio Fonseca, Camilla Mauri, Tito Palaia, Ludovica Valsecchi Banfi
Articolo-esercitazione del corso “Arte ed Editoria Digitale” presso IULM – anno accademico 2021/22
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