![Due libri per ripercorrere la storia di Harald Szeemann](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/02/Appunti-di-Harald-Szeemann-per-La-Mamma-_1-1024x748.jpg)
Due sono i volumi che Johan & Levi ha recentemente dedicato a Harald Szeemann (Berna, 1933 – Tegna, 2005), l’intellettuale e curatore svizzero che rimane per molti di noi un modello al quale guardare. Nato nel 1933, è stato il più giovane direttore della Kunsthalle di Berna, nel 1972 è segretario di una delle più strepitose e rivoluzionarie edizioni di documenta a Kassel, la numero 5. Proprio in quel momento decide di staccarsi dalle istituzioni e di diventare curatore indipendente, con particolari quanto interessanti modalità operative che riguardano linguaggio e contenuto.
![Nathalie Heinich – Harald Szeemann. Un caso singolare (Johan & Levi, Monza 2021)](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/02/Nathalie-Heinich-%E2%80%93-Harald-Szeemann.-Un-caso-singolare-Johan-Levi-Monza-2021.jpg)
Nathalie Heinich – Harald Szeemann. Un caso singolare (Johan & Levi, Monza 2021)
IL LIBRO-INTERVISTA A SZEEMANN
Harald Szeemann. Un caso singolare è il titolo della lunga intervista fatta al curatore nel 1988 dalla francese Nathalie Heinich, direttrice di ricerca al CNRS, personaggio fondamentale della sociologia dell’arte, della quale poco è pubblicato nella nostra lingua. Lo aveva raggiunto nel suo studio sul Monte Verità, luogo di storia, arte e politica. Lei aveva 33 anni e un certo timore nell’avvicinarsi al grande guru.
Quando gli chiede di definire la sua professione, lui afferma: “Agenzia per il lavoro spirituale all’estero al servizio di un possibile museo delle ossessioni. Perché un museo delle ossessioni non si può realizzare, è un museo mentale…”. Il curatore è un autore e quando è veramente tale lascia un segno, che caratterizza tutto quello di cui si occupa.
Szeemann ha dato vita a una delle mostre più importanti del secondo Novecento, When Attitudes Become Form, ricostruita da Celant circa cinquant’anni dopo, in cui è stata proposta una nuova estetica con il conseguente lancio di straordinarie personalità, da Richard Serra a Joseph Beuys a Mario Merz. Ha creato, come lui stesso ha spiegato, dei musei che non esistevano, dei musei di idee, non di capolavori ma di quanto sta dietro i capolavori.
“C’è un’etica dietro l’arte, che si ritrova in tutto questo. Mario (Merz, N.d.R.) mi ha detto con Monte Verità hai reso visibile il casino che abbiamo in testa noi artisti ‒ un giorno sei vegetariano, un giorno bevi fino ad ammazzarti, un giorno sei anarchico, il giorno dopo sei mistico, un giorno ti interessi alla matematica, un altro giorno ad altro…”.
![Pietro Rigolo – La Mamma (Johan & Levi, Monza 2021)](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2022/02/Pietro-Rigolo-%E2%80%93-La-Mamma-Johan-Levi-Monza-2021.jpg)
Pietro Rigolo – La Mamma (Johan & Levi, Monza 2021)
LE MOSTRE SECONDO SZEEMANN
Il secondo libro, a cura di Pietro Rigolo, è intitolato La Mamma. Si tratta di un breve studio basato su documenti d’archivio, interviste e appunti inediti, conservati presso l’archivio Szeemann a Locarno, in cui si analizzano alcune rassegne alle quali il curatore avrebbe dovuto dare vita negli Anni Settanta. In particolare una, La Mamma, appunto, che sarebbe stata ripresa a Palazzo Reale di Milano, dieci anni dopo la sua morte, nel 2015, con la mostra La grande madre.
Una lezione emerge chiaramente da tutto questo: per Szeemann lavorare con gli artisti non è collaborare, ma procedere insieme, con un confronto continuo, in cui, tuttavia, il curatore non influisce in alcun modo sull’opera.
‒ Angela Madesani
Nathalie Heinich – Harald Szeemann. Un caso singolare
Johan & Levi, Monza 2021
Pagg. 69, € 10
ISBN 9788860103086
www.johanandlevi.com
Pietro Rigolo – La Mamma
Johan & Levi, Monza 2021
Pagg. 64, € 8
ISBN 9788860103093
www.johanandlevi.com
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