La casa editrice Postmedia Books festeggia 20 anni con un festival a Milano

Tre giorni di incontri e dibattiti per fare il punto sull’esperienza editoriale fondata da Gianni Romano che ha portato i saggi di Nicolas Bourriaud e Arthur Danto in Italia

A chi, tra coloro che si professano intendenti, frequentatori o semplicemente curiosi di arte e di cultura contemporanea, passando in rassegna la propria biblioteca, non capita di scorgere ogni tanto sul dorso dei libri un pallino rosso? E in libreria, chi non si è soffermato inclinando la testa su quegli scomparti dove questi segni circolari si susseguono uno via l’altro? Stiamo parlando del logo di Postmedia Books: si può ben dire che in questi ultimi vent’anni la casa editrice fondata da Gianni Romano abbia impresso un segno indelebile sullo stato della nostra cultura, arricchendolo di prospettive inedite con oltre 330 volumi pubblicati. Ma se Postmedia Books nasce nel 2002, Postmedia era apparsa già fin dal 1994, come piattaforma digitale, e fu il primo magazine d’arte on line attivo in Italia.

Post Media Parole festival Milano

Post Media Parole festival Milano

I SAGGI DI POSTMEDIA BOOKS

La nostra editoria, se non ha mai cessato di sfornare cataloghi di mostre in quantità industriali, è stata assai avara di sguardi sistematici sulla saggistica d’arte più aggiornata e sofisticata e Postmedia è stata la casa editrice che più tempestivamente ha colmato questa lacuna, con titoli che si sono rivelati pietre miliari della critica contemporanea: L’abuso della bellezza di Arthur Danto, Il ritorno del reale di Hal Foster, Dopo l’arte di David Joselit, Estetica relazionale di Nicolas Bourriaud (di quest’ultimo, per quanto riguarda L’exforma e Inclusioni. L’estetica del capitalocene, le edizioni italiane hanno addirittura anticipato quelle in lingua originale). Poi ancora tanti altri autori, del calibro di Rosalind Krauss, Jerry Saltz, Boris Groys, tradotti e resi facilmente accessibili al lettore italiano. E se ha dato voce a queste emergenze della scena critica mondiale, non dimentichiamo che Postmedia Books ha poi materialmente amplificato la parola di quei curatori notoriamente parchi di digressioni teoriche, come Hans Ulrich Obrist, del quale ha riunito in volume i brevi scritti sparsi un po’ ovunque. Ma questa attenzione rivolta alla scena internazionale non ha impedito di lasciare ampio spazio ai maggiori esponenti della critica italiana. E che dire poi dell’idea di dar direttamente voce agli artisti? E agli artisti italiani in particolare, puntando senza remore anche su nomi al momento privi di riconoscimenti ufficiali.

LA TRE GIORNI POSTMEDIA PAROLE

Per queste scelte Romano dice di essersi avvalso della sua sensibilità ed esperienza di curatore: “Soprattutto nei primi anni del duemila l’attività di curatore andava di pari passo con quella di editore e alcune scelte editoriali, alcuni tipi di impaginazione, hanno decisamente subito l’influenza curatoriale”. Se si aggiunge poi l’attenzione rivolta a personalità del design (con i libri di Mendini, Arad, Starck, Branzi), dell’architettura (Steven Holl, Toyo Ito, Rem Koolhaas) e della musica (Stockhausen) si può dire che lo sguardo sullo stato delle arti dei nostri tempi sia completo. Un osservatorio sull’universo della contemporaneità dunque, che oggi, a vent’anni di distanza dalla pubblicazione del primo titolo, viene celebrato a Milano con Postmedia Parole, tre giorni di incontri allo Spazio Maria Calderara il 13, 14 e 15 maggio 2022, dove gli autori “Postmedia” saranno a disposizione del pubblico.

– Alberto Mugnaini

Postmedia Parole
Spazio Maria Calderara, Via Lazzaretto 15, Milano
13-14-15 maggio 2022
dalle 17 alle 21

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Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini

Alberto Mugnaini, storico dell’arte e artista, si è laureato e ha conseguito il Dottorato di Ricerca all’Università di Pisa. Dal 1994 al 1999 ha vissuto a New York, dove è stato tra i fondatori del laboratorio di design “New York…

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