Il grande libro di Germano Celant sull’arte a New York negli Anni Sessanta
Prende in esame il brevissimo, ma irripetibile, triennio dal 1962 al 1964, nella cornice di New York, l’ultimo libro interamente curato da Germano Celant prima della sua scomparsa. Un testo chiave per comprendere un momento storico-artistico rivoluzionario
È dedicato ai due anni della svolta dell’arte della seconda parte del Novecento il volume New York 1962-1964, edito da Skira, l’ultimo interamente ideato e curato da Germano Celant, scomparso nel 2020 a causa del Covid. Quei due anni dei Sessanta sono fondamentali per la storia dell’arte occidentale, iniziati con la mostra New Realists alla Sidney Janis Gallery, nel 1962, e culminati nel 1964 con l’assegnazione del Gran Premio Internazionale di Pittura al trentanovenne Robert Rauschenberg alla Biennale di Venezia. Una premio contestatissimo per motivi di natura politica e non solo: si pensa, infatti, che quella vittoria fosse opera di un complotto della CIA o del Dipartimento di Stato. Non si è mai fatta davvero chiarezza in merito, certo è che da quel momento in avanti tutto sarebbe mutato. Il nostro Ugo Mulas, fotografo ufficiale della manifestazione veneziana, per esempio, capisce che ormai era diventato imprescindibile andare negli Stati Uniti e comprendere l’arte di quel Paese.
NEW YORK NEL LIBRO DI GERMANO CELANT
Il grande volume di Celant, popolato da straordinarie foto e arricchito da molti testi di studiosi e protagonisti di quell’epoca, riesce a fornirci degli elementi fondamentali. Il libro è costruito, come già altri di Celant, come una sorta di diario mensile. La dettagliata cronologia è stata curata da Sam Sackeroff, Lerman-Neubauer Associate Curator al Jewish Museum di New York, dove la mostra dedicata al tema del volume è ospitata in questo periodo. Quei primi Anni Sessanta sono stati un momento fondamentale per la storia dell’arte, ma anche per la storia politica e sociale. Nel novembre del 1963 viene ucciso il presidente progressista John Fitzgerald Kennedy e il mondo ne avrebbe subito un terribile contraccolpo. Stava nascendo una nuova società, nella quale i giovani avrebbero ricoperto un ruolo predominante, completamente diverso da quanto era accaduto prima. E quei cambiamenti sono fondamentali per comprendere il futuro andamento dell’arte internazionale. Stavano facendo la loro comparsa sulla scena nuovi artisti, nuovi critici, nuove gallerie. Celant, per raccontare questa breve ma densa storia, ha scelto di dare vita a un poderoso volume illustrato, con lo stesso formato delle riviste più lette di allora, Life e Look. Il lavoro è il frutto di una lunga raccolta di materiali fotografici e non, preziosi per definire l’atmosfera di un momento storico fondamentale, che anche Celant, nato nel 1940, non visse direttamente negli Stati Uniti.
L’ARTE AMERICANA VISTA DA CELANT
L’impaginato del libro è molto simile a quello di una rivista con una sorta di piacevole horror vacui, che costringe a un’attenzione a tutta pagina. Tra gli altri pezzi pubblicati, due importanti interviste fatte da Celant a Christo e a Jim Dine. Sfogliare il libro è un appassionante viaggio in quel triennio irripetibile, in cui si parla anche di musica, di cinema, di sperimentazioni di vario genere. L’apparato fotografico è di grande fascino e racconta anche episodi di microstoria, come l’immagine di Bruce Davidson in cui una donna bianca e una donna nera sono sedute gomito a gomito, pur ignorandosi, in un bar della metropoli americana: il mondo stava cambiando direzione e molto, nonostante i sessant’anni passati, è ancora da fare.
‒ Angela Madesani
Germano Celant – New York 1962-1964
Skira, Milano 2022
Pagg. 344, € 60
ISBN 9788857247687
https://www.skira.net
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