È un’occasione da non perdere il volume Lisboa Lisboa (Il Canneto Editore) con un testo inedito sulla capitale portoghese di Antonio Tabucchi e le foto di Fulvio Magurno sullo stesso tema. Sono due lavori che viaggiano su binari paralleli, nati in circostanze diverse, entrambi realizzati negli Anni Novanta.
LISBONA IN UN LIBRO
Tabucchi scrive un testo relativamente breve, un intenso omaggio alla città. Lisbona di tutti i colori, Lisbona poetica, Lisbona dei caffè letterari, santuari della cultura nei quali si beve Porto secco e Aguardente, Lisbona anarchica e socialista degli Anni Venti, del quartiere della Graça e dei locali della Voz do Operáio. Queste alcune delle tante definizioni dello scrittore, scomparso dieci anni orsono, che conosceva la città in tutti gli anfratti.
Tre anni prima, nel 1992, Fulvio Magurno, fotografo siciliano, genovese di adozione, realizza una serie di immagini su Lisbona. Tutte in bianco e nero, nulla a che fare con il reportage, piuttosto evocazioni di visioni, di sentimenti. Dettagli, vetrine, statuine, animali. Le persone che appaiono nelle foto sono presenze, mai ritratti. Il suo è un tempo sospeso, forte e delicato al tempo stesso. Talvolta sembra di trovarsi all’interno di atmosfere surrealiste fatte di ombre, di giochi. Un cameriere gioca a biliardo con un ragazzo in un locale, dietro di loro c’è uno specchio in cui si riflette la scena. Un altro gioco di specchi è in una modesta camera d’albergo. È un gioco di immagini che richiama un certo cinema. Ogni tanto spunta il profilo di Fernando Pessoa, proprio come negli scritti di Tabucchi. Molte le riprese di statue, di sculture.
LISBONA SECONDO TABUCCHI E MAGURNO
L’atmosfera è per certi versi cimiteriale, nostalgica. Sono passati solo trent’anni ma è come se quel mondo non esistesse più. “Perché lì può succedere di tutto. Si può trovare un autentico re africano che frigge il baccalà dietro il bancone di un ristorante, si può trovare una bella indiana che prima era un cantante di fado in Alfama, si può essere borseggiati con garbo e delicatezza, e la serata finire così, al commissariato di polizia a denunciare la scomparsa del passaporto”. L’importante è avere visto Lisbona, suggeriscono Tabucchi e Magurno, “perché quem não viu lisboa não viu coisa boa”.
‒ Angela Madesani
Fulvio Magurno & Antonio Tabucchi – Lisboa Lisboa
Il Canneto Editore, Genova 2021
Pagg. 72, € 18
ISBN 9791280239327
https://www.cannetoeditore.it
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