Il saggio di Lisa Parola sul significato dei monumenti oggi

Tra abbattimento, decolonialismo, revisione storica, nel suo libro Lisa Parola fa il punto sull’approccio contemporaneo ai monumenti e al loro ruolo rispetto al passato

Il tema sollevato e analizzato da Lisa Parola nel suo attualissimo Giù i monumenti? Una questione aperta ha un duplice aspetto. Il monumento abbattuto come scultura compromessa e il monumento abbattuto come fatto di cronaca. Una cosa è, infatti, il discorso sulla scultura monumentale, che tende ad agganciare immediatamente un referente tramite un modello che dev’essere il più chiaro possibile, anche se proprio questa chiarezza genera opacità. Nel secolo scorso, infatti, sono subentrati fattori operativi che hanno compromesso il connubio tra scultura e figura, distanziando il problema plastico da quello mimetico, per cui da allora risultò più importante la relazione con lo spazio che la raffigurazione in sé. Il dislocamento della materia nella forma sostituì il movimento bloccato nella posa, cioè l’oggetto scultoreo spodestò il soggetto scolpito. Altra cosa è, invece, il tema attuale della decolonizzazione della cultura occidentale, processo che vede al centro il gesto di abbattimento come principio di revisione delle prospettive storiche. La statua caduta è un segno che incide sul sociale e dimostra quanto la fragranza di alcune tematiche sia più importante del sedimento nella memoria. Ci troviamo, pertanto, di fronte a due questioni distinte; da un lato l’anti-monumentalità spinge a un ragionamento che parte dalla modalità operativa di un artista e finisce con la configurazione urbanistica. Dall’altro, la questione di una deviazione brusca della storia per effetto della cronaca, a cominciare dalla portata iconoclasta di movimenti di eversione che celebrano nuovi corsi con la spettacolare celebrazione del trauma.

Lisa Parola – Giù i monumenti? Una questione aperta (Einaudi, Torino 2022)

Lisa Parola – Giù i monumenti? Una questione aperta (Einaudi, Torino 2022)

IL LIBRO DI LISA PAROLA SUI MONUMENTI

È la questione aperta da Lisa Parola; in sostanza, il suo libro non si occupa della scultura in quanto tale, quanto, invece, del suo valore di linguaggio segnico che il senso comune rileva nell’elaborazione di determinati interessi, a partire da quello di una revisione storica.
Ecco, quindi, che sculture di modesta importanza artistica vengono rivalutate per via di un investimento ideologico e, disinstallate, assumono un significato strumentale a una riformulazione di una estetica basata su una urgenza di partigianeria. L’incertezza e il disorientamento culturale rispetto all’arte vengono risarciti da punti di vista più accessibili, posizionati in ciò che un tempo, per intenderci, veniva definito “immaginario collettivo” e che oggi è condiviso in rete. Il paradosso dell’abbattimento è che ciò che era oramai relegato allo sfondo, debilitato nella passività della percezione quotidiana ad anonimo elemento di arredo, viene riabilitato da un rinnovato interesse pubblico. L’abbattimento contemporaneo oltrepassa la deriva situazionista per ricongiungersi al gergo corrente grazie alla fragranza della notizia. La statua diventa, perciò, nuovamente un caso estetico, ma non come oggetto scultoreo bensì come bersaglio della protesta, che lo riabilita nella storia tramite l’infamia memoriale.

Gunter Demnig, Stolperstein, Berlino, 26 settembre 2006. Photo Axel Mauruszat via Wikipedia

Gunter Demnig, Stolperstein, Berlino, 26 settembre 2006. Photo Axel Mauruszat via Wikipedia

GLI ARTISTI E I MONUMENTI

Tornando alla corrispondenza tra monito e linguaggio, nell’arte contemporanea il sistema diacronico viene discusso su un piano espressivo che nega l’assolutismo verticale del monumento. Da Rodin in poi, ovvero dal suo I Borghesi di Calais (1885-95), la sistemazione della memoria non cerca più l’isolamento su un piedistallo, quanto, piuttosto, un dialogo orizzontale con il pubblico che mette in discussione persino il concetto di permanenza. La ricerca di invisibilità e discrezione di un segno memoriale ha il suo coronamento nelle Stolpersteine di Gunter Demnig (1995) o genericamente nell’installazione di opere temporanee. Pensati in opposizione alla stabilità predicativa della statua commemorativa, i nuovi monumenti, più che un loro controcanto transitorio, mirano a un riposizionamento dei significati. Questi significati, restituiti allo sguardo del pubblico, celebrano traguardi di trasformazione culturale, cammini intrapresi spesso partendo dai margini e che, finalmente, raggiungono un posto stabile nella coscienza comune. Lisa Parola, infine, fornisce esempi di monumentalità contemporanea che concepisce senza dimenticare la paradossale riabilitazione museale del monumento abbattuto. L’artificio retorico, azionato dall’abbattimento, funziona nel portato educativo per logica inversa. Nella riscrittura della storia, l’iconoclastia o, se vogliamo, la damnatio memorie finiscono per sollecitare la presa di coscienza di un presente che riformula un passato in cui colonialismo e la supremazia del modello virtuoso sono sostituiti dal dialogo e dal dibattito pubblico sulla messa al bando di ogni forma di discriminazione e di violenza.

Marcello Carriero

Lisa Parola – Giù i monumenti? Una questione aperta
Einaudi, Torino 2022
Pagg. 144, € 12
ISBN 9788806251420
https://www.einaudi.it/

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Marcello Carriero

Marcello Carriero

Marcello Carriero (1965) si occupa di critica e storia dell’arte dal 1994. Ha scritto sulla cultura visiva contemporanea sulle riviste Arte e Critica, Arte, Exibart, e ha pubblicato l’unica monografia completa sul futurista Volt (Ed. Settecittà, Viterbo 2007). Attualmente docente…

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