Che cosa si intende quando si parla di arte pubblica? Ve lo spiega Cecilia Guida in apertura del suo saggio. E ancora: cosa rende speciale Paul Klee e a cosa serve un manuale dell’antititurismo? Questo e molto altro nei sette libri recenti che vi suggeriamo di leggere.
Marco Enrico Giacomelli
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #70
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RIFLESSIONI SULL’ARTE PUBBLICA
Ci sono concetti che necessitano di essere ripensati e ricostruiti in quanto i loro perimetri porosi e in continua espansione li rendono inadeguati a contenere e a esprimere le possibilità di senso che offrono. L’arte pubblica è uno di questi: termine ombrello che comprende una varietà di forme estetiche e sperimentazioni non convenzionali e interdisciplinari negli spazi pubblici, e, allo stesso tempo, sorgente di messaggi identitari o sociali e di valori culturali rivolti o appartenenti a chi vive o attraversa quei luoghi. Quando parliamo di arte pubblica ci riferiamo a tutti quegli interventi oggettuali, immateriali e performativi che reimmaginano esteticamente uno spazio pubblico specifico, mettono al centro le comunità che lo abitano e sono in grado di innescare relazioni e connessioni tra istituzioni, sia pubbliche sia private, la storia, le memorie individuali e il tessuto sociale del luogo.
Le domande più interessanti, poiché riprendono le questioni centrali del quarantennale dibattito critico sull’arte nello spazio pubblico, possono essere poste in diversi modi interconnessi: in primo luogo, quale arte ci aspettiamo nello spazio pubblico? Che cosa si intende per spazio pubblico contemporaneo? Come gli artisti indicano, traducono o rappresentano i bisogni di una comunità e i temi di attualità nella nostra società a un pubblico vasto che non conosce o segue l’arte contemporanea? In secondo luogo, come un’opera di arte pubblica, nelle sue diverse forme espressive, coesiste e partecipa alla vita quotidiana di un luogo? E in che modo l’artista entra in dialogo con le persone che lo abitano? Quando un intervento di arte pubblica è riuscito e invece quando è un fallimento? Come riformula, su scala micro e con pratiche non “usuali”, i processi propri della democrazia?
Per evitare generalizzazioni, qualsiasi riflessione su un progetto di arte pubblica e sul suo ruolo sociale richiede un’analisi del contesto e delle circostanze nelle quali l’intervento ha luogo, delle committenze, affiliazioni e coinvolgimenti istituzionali, del lavoro di mediazione compiuto dai curatori, delle relazioni discorsive stabilite con pubblici più ampi e delle loro reazioni, delle pratiche condivise e delle esperienze partecipative spontanee o proposte dall’artista alle comunità locali, considerando comunque le intenzioni e le difficoltà insite nell’operazione artistica e i suoi aspetti antinomici e contraddittori. Parafrasando il sociologo della cultura e militante di sinistra Raymond Williams, il quale sosteneva che quando si usa un dato concetto i suoi significati sono “indissolubilmente legati al problema di cui si sta discutendo”, possiamo affermare che le sfumature dell’espressione arte pubblica non possono che essere “situate” nei flussi delle trasformazioni storiche, sociali, politiche ed economiche di un determinato spazio pubblico e riguardare le modalità di sconfinamento tra l’estetico, l’artistico e il quotidiano.
Cecilia Guida
Cecilia Guida e Roberto Pinto (a cura di) ‒ Le relazioni oltre le immagini. Approcci teorici e pratiche dell’arte pubblica
Postmedia Books, Milano 2022
Pagg. 352, € 29
ISBN 9788874903450
http://postmediabooks.it/
IL BIOPIC SU PAUL KLEE
In Proposte per una critica d’arte, nel 1950 Roberto Longhi metteva in guardia dalla retorica del capolavoro assoluto, astratto ed estratto dal mondo, e dalla complementare concezione dell’artista “divinissimo”; al contrario, lo storico albese sottolineava l’apertura e la relazionalità intrinseca dell’opera e del suo produttore, pur senza propendere per un determinismo che farebbe discendere meccanicamente l’espressione artistica dall’“ambiente”. Quanto tuttavia la predetta retorica ancora stenti a sgretolarsi lo dimostra, a livello popolare e divulgativo e talora anche accademico, il persistere del binomio genio-e-sregolatezza che porta ad accostare goffamente artisti, bambini e “pazzi”. Uno dei meriti del libro dedicato a Paul Klee da Gregorio Botta, artista egli stesso, è proprio questo: accostare il pur criticabile concetto di genio a quello di regolatezza, senza la S privativa. Perché, secondo l’autore, la caratteristica precipua dell’artista bernese era esattamente questa: una rigorosità quasi maniacale (lo dimostra il catalogo delle proprie opere che stila sin dagli esordi) unita a una espressività ricchissima in sfumature e declinazioni (all’interno del campo delle arti visive, ma anche della musica e della scrittura).
Gregorio Botta – Paul Klee. Genio e regolatezza
Laterza, Bari 2022
Pagg. 200, € 18
ISBN 9788858148112
https://www.laterza.it
PATAFISICHE VISIONI
Se accettiamo l’ipotesi che Dante stia all’Italia come Rabelais alla Francia, possiamo spiegare una nutrita serie di fenomeni. La divina poesia del toscano, applicata a una visione teologale, si confronta infatti con il comico romanzesco che giunge agli abissi o alle vette – dipende dal punto di vista – dello scollacciato. Alla ingegneristica dell’opera dantesca, poi, si potrebbe opporre la patafisica di Rabelais. Di differenza in differenza, si disegnano letterature, e popoli, assai diversi – sempre che, ripetiamo, si accetti l’ipotesi e un inaudito determinismo. Ma veniamo al libro pubblicato dalle edizioni WoM, che abbiamo già avuto modo di elogiare per un’edizione delle Cento vedute del Monte Fuji di Hokusai e la traduzione di Guerra alla guerra! di Ernst Friedrich. Dunque, cosa sono queste “buffe chimere”? È “il libro dei sogni di Pantagruel”, figlio del gigante Gargantua, nonché protagonista di quattro dei cinque celeberrimi romanzi scritti nel Cinquecento da François Rabelais. Ma davvero quest’ultimo avrebbe anche disegnato le “centoventi figure” di quest’appendice illustrata? Della domanda ci si dimentica al secondo, massimo terzo disegno, accompagnato ognuno dalla sua bella citazione tratta dai romanzi suddetti.
François Rabelais ‒ Buffe chimere. Il libro dei sogni di Pantagruel
WoM, San Gavino Monreale 2022
Pagg. 256, € 25
ISBN 9791281016019
https://www.womedizioni.it/
FIDIA SECONDO ERNST BUSCHOR
Archeologo di lungo corso e di chiara fama, Ernst Buschor fu anche un acuto filologo classico e traduttore dal greco antico al tedesco. Di traduzioni in italiano dei suoi testi, invece, quasi non ve ne sono. Fa eccezione questa monografia illustrata del 1948 dedicata all’architetto e scultore Fidia, attivo ad Atene nel V secolo a.C. e figura aurorale di quella che chiamiamo “arte”. La versione italiana è merito di Christian Marinotti, che a gennaio ha celebrato i 25 anni della sua casa editrice.
Ernst Buschor ‒ Fidia l’uomo
Christian Marinotti Edizioni, Milano 2022
Pagg. 172, € 22
ISBN 9788882731847
http://marinotti.com/
IL MANUALE DELL’ANTITURISMO
“Possiamo dirci ancora viaggiatori?“, si chiede Rodolphe Christin, sociologo che da tempo si occupa di turismo di massa e che oggi ha ampliato le sue ricerche alla critica del lavoro e alla managerialità. In italiano, grazie a Elèuthera, avevamo già letto L’usure du monde (2014), ora Bordeaux propone il Manuale dell’antiturismo, pubblicato originariamente nel 2017. I due volumi sono da leggersi come le prime due tessere di una trilogia che si chiude con La vraie vie est ici. Voyager encore? (2020).
Rodolphe Christin ‒ Manuale dell’antiturismo
Bordeaux, Roma 2022
Pagg. 148, € 18
ISBN 9791259630834
https://www.bordeauxedizioni.it/
FERRARA ESTENSE
A leggere il titolo, si potrebbe pensare a un table book dedicato alle bellezze della città che fu capitale del Ducato Estense; un libro dove i testi, magari anche rigorosi, cedono il passo al formato e alla prevalenza delle immagini. E invece questo tomo è uno studio approfondito, benché non privo di apparato iconografico, su “architettura e città nella prima età moderna“. L’autore è uno storico dell’architettura che alla Ferrara del Quattrocento ha dedicato vent’anni di studi. E si vede.
Marco Folin ‒ Ferrara estense
Oligo, Mantova 2023
Pagg. 440, € 35
ISBN 9788885723986
https://www.oligoeditore.it/
ARTE CONTEMPORANEA IN SARDEGNA
Come ogni ricognizione critica, anche questa di Roberta Vanali, dedicata alla scena contemporanea delle arti visive in Sardegna, è frutto di una selezione ragionata, con l’inevitabile corollario di inclusioni ed esclusioni. Suddivisa in tre parti – rispettivamente dedicate agli Artisti, agli Operatori culturali e spazi espositivi e infine ai Collezionisti –, si tratta di una panoramica ampia e diversificata, arricchita dalle voci dei protagonisti, pazientemente intervistati uno a uno dall’autrice.
Roberta Vanali ‒ XXI Arti visive in Sardegna nel terzo millennio
La Zattera, Cagliari 2022
Pagg. 274, € 27
ISBN 9788885586864
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