Com’è andato il Mag to Mag, primo festival in Italia sui magazine indipendenti
Tra talk, stand e workshop, il Mag to Mag ha fatto registrare numeri inaspettati. Dimostrando l’interesse del pubblico per la carta stampata. C’era anche Artribune, per annunciare il primo numero cartaceo a tema moda
Il 6 e 7 maggio, presso Salaborsa a Bologna, si è tenuto il Mag to Mag, primo festival in Italia interamente dedicato ai magazine indipendenti. L’evento è stato organizzato da Frab’s Magazines, fondato da Anna Frabotta, giornalista e docente allo IED di Milano, e Dario Gaspari, business manager. Una realtà nata nel 2019 come shop online, poi diventata un riferimento imprescindibile nel settore dell’editoria indipendente in Italia, anche grazie al negozio aperto a Forlì. Le due giornate sono state animate da stand funzionali alla vendita delle riviste, talk, workshop e corsi di formazione. Contando 10mila presenze, 50 espositori, di cui il 20% proveniente da Paesi extraeuropei come Stati Uniti, Cina e Singapore, e 1500 iscritti alle svariate attività: dati che testimoniano il successo di questa prima edizione.
IL MEGLIO DELLA PRIMA GIORNATA DEL MAG TO MAG
“Sperimentazione” è la parola chiave che emerge dal Mag to Mag. Partendo da Archivio e WRPD, passando per Bolo Paper, Brillo e Frankenstein, ma anche Blumenhaus, Frute, Desired Landscapes e Linkiesta, il festival ha ospitato la nicchia di un mercato giovane, interessato a sperimentare con formati e grafica, uscendo dagli schemi e dalla ripetitività del web. Durante il primo talk, Stefano Cipolla, Art Director de L’Espresso, e Francesco Ciaponi di Edizioni del Frisco, hanno ribadito l’attitudine “do-it-yourself” storicamente associata ai magazine indipendenti, e la loro completa libertà nella sperimentazione di ogni singolo aspetto. L’ibridazione e omnicanalità dei magazine non ha confini perché anche gli House Organ aziendali possono rivelarsi delle vere e proprie riviste sperimentali. Un altro tema emerso dal talk è il “feticismo” verso la carta stampata, dovuto alla vita digitale. I lettori adesso sentono l’esigenza di avere un elemento tangibile da poter toccare, sfogliare e con cui interagire fisicamente. Il ricco programma del festival ha coinvolto anche Valentina Ardia e Giuliana Matarrese, rispettivamente Head of Content e Fashion Editor at Large per Linkiesta, le quali ribadiscono l’importanza della sperimentazione, dove i magazine rappresentano oggetti da collezione in grado di offrire un’esperienza multisensoriale unica. Un esempio è Linkiesta Eccetera, che coinvolge il lettore sia offline che online, attraverso QR code che rimandano a link costantemente aggiornati, tra cui playlist, filtri Instagram, spettacoli teatrali, film indipendenti e molto altro. In questo modo la fruizione del magazine cartaceo diventa un’esperienza sempre aggiornata, creando contenuti su misura pur mantenendo la propria identità.
IL MEGLIO DELLA SECONDA GIORNATA DEL MAG TO MAG
La seconda giornata del festival, invece, si è aperta analizzando i magazine orientali con un talk moderato da Pang Xue Qiang di Meantime Magazine e Nelson NG di Lost Magazine. I due hanno riconfermato l’importanza che la stampa indipendente dà alla sperimentazione. Un esempio è Meantime Magazine, i cui formati sono sempre audaci e innovativi: per la realizzazione della Issue 3, il “bite mark” che ricorda un morso è stato realizzato a mano per ogni singolo volume. È stato dato spazio anche al cinema con il talk di Emanuela Martini, Direttrice di Cineforum, e Davide Cazzaro, Direttore di Notebook by Mubi. Durante l’incontro si è discusso sulla durata dei concetti e dei messaggi sulla carta stampata, che resistono al trascorrere del tempo a differenza del digitale, dove è quasi impossibile recuperare siti web creati negli Anni ’90 o nei primi 2000.
L’EDITORIA DI MODA AL MAG TO MAG
E pure la moda è stata raccontata al Mag to Mag grazie al talk moderato da Saul Marcadent dell’Università IUAV, a cui hanno preso parte Alessia Caliendo e Giulio Solfrizzi di Artribune, Marco Grisolia di WRPD, Edoardo Cavrini di Outpump e Anna Polgrossi di Lampoon. Iniziato con una riflessione sull’influenza della moda e sui cambiamenti della società, contribuendo a costruire un’identità e contemporaneità nella rappresentazione del corpo, l’incontro ha esposto i possibili quanto infiniti approcci all’editoria modaiola. C’è chi come RPD Magazine si rivolge agli insider del settore, oppure chi come Outpump ha un animo più punk, stampando per il puro (e proprio) gusto di creare qualcosa di tangibile. Altri, come Lampoon, mostrano la moda in maniera progressista, affrontando temi collaterali come la sostenibilità ambientale e sociale. Altri ancora, come Artribune, scelgono di raccontare il mondo fashion in modo semplice ma analitico, diretto ma riflettuto. Traducendo al contempo gli articoli della sezione moda in dirette su Twitch, dove è stato inaugurato da febbraio il format “Fashiontribune”. Artribune ha anche annunciato il primo speciale cartaceo dedicato alla moda. “In uscita a Settembre e in concomitanza con le fiere settoriali, nonché le settimane della moda internazionali, il numero sarà un’estensione cartacea dell’incubatore nato sull’edizione digitale”, afferma Alessia Caliendo, che continua: “Approfondimenti, tendenze, interviste, heritage ma anche mostre e appuntamenti imperdibili. La pubblicazione godrà di una distribuzione ampia ma mirata, sfornando 25mila copie. E al contempo verrà inviato come supplemento agli abbonati di Artribune”.
Lara Gastaldi
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