Centotrent’anni di attività, più di mille libri editi che hanno accompagnato la vita scolastica di oltre cento milioni di studenti. La casa editrice Lattes è arrivata alla quinta generazione e oggi alla guida del gruppo familiare c’è l’amministratore delegato Simone Lattes, omonimo del fondatore che nel 1893 inaugurò in via Garibaldi 3, a Torino, la libreria che ben presto si sarebbe trasformata anche in casa editrice. I primi titoli furono dedicati al Piemonte, la terra dove gli antenati avevano trovato ospitalità quando, tre secoli prima, gli ebrei erano stati esiliati dalla Spagna.
“Torino ha una peculiarità dal punto di vista editoriale, forse unica in Italia” ci spiega Simone Lattes “perché la filiera del libro è presente al completo, dalla carta alla progettazione, dalla realizzazione dei contenuti al marketing, dalla stampa alla logistica, fino alla distribuzione. È un punto di forza, a volte non conosciuto dagli stessi addetti ai lavori e che potrebbe generare un enorme fatturato se arrivassero commesse internazionali. Per fare un piccolo esempio, noi fin dalla fondazione ci appoggiamo per la stampa alla Tipografia Vincenzo Bona, altra realtà torinese nata nel 1777 e giunta alla settima generazione.”
L’European Educational Publisher Group e l’Ucraina
I centotrent’anni di vita della casa editrice sono stati l’occasione per organizzare a Torino il meeting annuale dell’European Educational Publisher Group (EEPG), l’organizzazione che riunisce 24 editori del settore educativo provenienti da 24 Paesi che realizzano fatturato complessivo di un miliardo di euro. Tra i paesi aderenti anche l’Ucraina, con la casa editrice Ranok. Per permettere agli studenti ucraini profughi di proseguire gli studi, gli editori aderenti a EEPG hanno diffuso gratuitamente, attraverso i loro siti, versioni digitali dei libri di testo messi a disposizione da Ranok. “I ragazzi rifugiati in Italia hanno potuto scaricare testi in ucraino della scuola primaria e secondaria, nelle principali discipline” racconta Lattes. Dall’inizio del progetto sono stati effettuati 24mila download da studenti, insegnanti, famiglie rifugiate e famiglie ospitanti, associazioni di volontariato.
La storia della casa editrice Lattes in mostra a Torino
L’attività culturale di Lattes, agli esordi, vide il marchio editoriale distinguersi per la pubblicazione di Socrate moderno, debutto narrativo di Massimo Bontempelli, seguito due anni dopo dai racconti Amori. Poi, negli Anni Venti, è la volta di un titolo molto fortunato, Le orecchie di Meo di Giovanni Bertinetti con le illustrazioni di Attilio Mussino, diventato un classico della letteratura per ragazzi. Alla fine della Seconda guerra mondiale e del Ventennio (che per l’azienda aveva significato il commissariamento e la confisca in quanto proprietà di ebrei) la casa editrice torna in piena attività. Negli Anni Cinquanta, Lattes consegna al pubblico italiano autori come Ilija Erenburg (Le straordinarie avventure di Julio Jurenito), William Faulkner (Questi tredici) e pubblica i saggi di Filippo Burzio (La nascita del Demiurgo) e Léon Blum (Del matrimonio). Ma anche Simone Weil, Theodor Adorno e, attraverso le pagine della rivista Questioni, le idee di personaggi come Nicola Abbagnano, Pietro Citati, Elémire Zolla, Giovanni Arpino, Carlo Mollino, Angelo Del Boca, Edoardo Sanguineti.
Le mostre dedicate a Mario Lattes
Il 2023 è anche l’anno del centenario della nascita di Mario Lattes (1923-2001), artista, scrittore e animatore culturale, che fu direttamente coinvolto nella guida dell’azienda a partire dagli Anni Settanta, quando la casa editrice torinese era ormai completamente impegnata sul fronte dell’editoria scolastica. Alla Reggia di Venaria si è chiusa in maggio la mostra Il Teatro della Memoria e un’altra è in programma dal 16 settembre al 3 dicembre presso la Fondazione Bottari Lattes di Monforte d’Alba. Le due esposizioni vogliono rendere omaggio a una figura dalle molteplici anime. Quella dell’artista, iniziata con la prima mostra del 1947 alla galleria La Bussola di Torino e continuata con innumerevoli personali in diverse città italiane, la partecipazione a due edizioni della Biennale di Venezia e alla Quadriennale di Torino e Roma. E quella di letterato e romanziere: vanno citati almeno i due titoli forse più noti, Il borghese di ventura e L’incendio del Regio, entrambi pubblicati da Einaudi.
La sede di Lattes progettata da Carlo Mollino
Simone Lattes, nipote di Mario, ci mostra un documento curioso conservato in archivio. È una lettera datata 7 gennaio 1953 in cui Carlo Mollino si profonde in scuse con Lattes – “dammi ancora fiducia per questi dieci giorni, ultima dilazione” – per i ritardi nei lavori della nuova sede e promette contributi sul tema dell’architettura per la rivista che l’editore stava ideando.
La nuova sede poi si fece ed è quella ancora operativa di via Confienza, a due passi da piazza Solferino in pieno centro di Torino. La mano di Mollino la si coglie negli esterni un po’ meno negli interni, largamente ammodernati. “Mio nonno, con una decisione d’impulso e forse poco ragionata, a un certo punto decise di sbarazzarsi di tutti i mobili disegnati da Mollino, che riteneva poco comodi. Proprio due mesi fa abbiamo saputo che a Parigi una delle scrivanie è stata venduta all’asta per 350 mila euro”, sorride Simone Lattes. Rimangono poche cose originali, una porta, qualche attaccapanni, degli sgabelli, oltre ai marmi, bellissimi, neri con venature verdi.
L’archivio è invece la testimonianza di una lunga consuetudine di collaborazione fra la casa editrice torinese e gli artisti-illustratori. “Mussino, Golia, Da Milano, da ultimo Faravelli” racconta Simone Lattes davanti a tavole che sono nella memoria di generazioni di studenti. “Conserviamo una straordinaria serie di 100 tavole originali di Emanuele Luzzati poi servite per illustrare le nostre antologie e stiamo ragionando per valorizzarle al meglio, magari con un’esposizione”.
Dario Bragaglia
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