Palermo, città cosmopolita in origine fenicia e romana, e quindi araba e normanna nelle architetture, poi aragonese e angioina, infine con desideri liberty e il dissesto di una modernità imperfetta, ha mescolato culture, stili e tradizioni mutandone le forme e esaltando l’identità. Oggi va ripensata, per ridiscutere un modello di futuro che includa storia e memoria, che coinvolga l’abitare e l’incontrarsi, il produrre e il creare, il centro storico e le periferie, l’accogliere e il curare. Ad affermarlo è Maurizio Carta nel suo ultimo libro. Professore ordinario di urbanistica all’Università di Palermo e assessore alla rigenerazione urbana, sviluppo urbanistico della città policentrica e mobilità sostenibile del Comune di Palermo, l’autore propone una città consapevole perché è giunto il tempo per trasformarla in immaginazione collettiva che diviene azione e evoluzione. È tempo di tornare ad abitare il collettivo che Walter Benjamin tratteggiava come “un essere sempre inquieto, (…) in movimento che tra i muri dei palazzi vive, sperimenta, conosce e inventa tanto quanto gli individui al riparo delle quattro mura di casa loro”. Per coltivare l’inquietudine, vivendo, sperimentando, conoscendo, inventando.
È tempo di ripensare Palermo. Il ruolo dell’intelligenza collettiva
“Trecento generazioni di uomini hanno formato il paesaggio mediterraneo”, annota Giuseppe Barbera. “Con sudore, pazienza e amore, nel legame inscindibile tra natura e cultura, tra scienza e tecnica, lo hanno disegnato come oggi ci appare”. Palme nane, datteri e melograni accolti in una città che disegna lo spazio con alberi e piante mentre Italo Calvino, ne Le città invisibili, nota la capacità di una città di fornire risposte alle domande degli abitanti coinvolgendo i cittadini, ma anche piante e animali per nutrire l’ecosistema urbano. Occorre quindi promuovere la partecipazione degli utenti alla progettazione e gestione dello sviluppo urbano, utilizzando competenze e risorse dell’intelligenza collettiva per creare soluzioni innovative e sostenibili ai problemi urbani.
L’intelligenza artificiale svolge un ruolo importante per pianificare, con l’utilizzo di algoritmi, l’apprendimento automatico che ad esempio analizza i dati sulla mobilità, come avviene ad Hangzhou, in Cina e le attività commerciali che scoprono le aree di Palermo dove esiste una maggiore domanda di mobilità. Tutto ciò per indirizzare gli investimenti in infrastrutture e servizi. Il patrimonio edilizio dismesso si può rimettere in circolo, destinandolo a funzioni ibride e innesco di rigenerazione di aree dismesse, oltre a riconquistare il mare come fattore di prosperità, rinnovando l’interfaccia città-porto per una nuova identità urbana. Un “nuovo cardo” dove affluiscono le funzioni più importanti.
Palermo città aumentata e il policentrismo
Una nuova idea di Palermo ragiona anche sul museo della città, non un contenitore ma un narratore, come a Parigi o a Londra, mentre anche i murales possono svolgere la loro funzione didattica. Chi arriva allo Sperone vede un bambino alto 18 metri con uno sguardo di sfida e dietro la sua ombra in croce. Nascono iniziative allo Zen, dove Renzo Piano ha realizzato un piccolo ma prezioso spazio pubblico alberato per il gioco, a Danisinni.
La sfida per Palermo città aumentata consiste nel recuperare – innovandolo – il suo tradizionale policentrismo, la diversità dei suoi quartieri e borgate che, smettendo di essere fragili periferie senza diritti, tornino a essere luoghi di vite e non solo di abitazioni, colmando i numerosi divari con la logica del buon governo che stimola a essere tempestivi e lungimiranti. Occorre quindi “progettare nel tempo lungo e agire nel momento propizio, pensare il futuro e adattare il presente, progettare trasformazioni che travalichino il tempo di una o due sindacature, e che vengano messe in sicurezza da atti condivisi e solidi dal punto di vista amministrativo, perché sono la città e la comunità che si evolvono l’orizzonte del nostro impegno”.
Mario Pisani
Maurizio Carta – Palermo, un’idea di cui è giunto il tempo
Marsilio Editori, Venezia 2023
Pagg. 190, €12,50
ISBN 9788829719501
www.marsilioeditori.it/
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