Dopo anni di carenza, la casa editrice La Tartaruga ripubblicherà l’intera opera di Carla Lonzi, tra le più importanti teoriche del femminismo italiano degli anni Settanta, se non la prima in assoluto. Ad annunciare la decisione della Tartaruga – fondata nel 1975 dalla leggendaria editrice femminista Laura Lepetit – è la sua curatrice Claudia Durastanti, che ha anticipato la prima pubblicazione disponibile dal 5 settembre 2023: Sputiamo su Hegel e altri scritti. Parliamo di una pietra miliare della saggistica femminista, uscita per la prima volta negli anni Settanta e diventato per decenni quasi introvabile.
L’eredità di Carla Lonzi
Carla Lonzi (Firenze, 1931 – Milano, 1982) rappresenta e ha rappresentato per il femminismo italiano un punto di riferimento di spicco, per molti mai eguagliato. Dopo gli studi in lettere e una prima fama nel mondo dell’arte – dal cui allontanamento scaturirono gemme come il volume Autoritratto con interviste a Consagra, Fontana, Kounellis, Pascali, Twombly e altri – fondò insieme a Carla Accardi ed Elvira Banotti il movimento Rivolta Femminile. Il manifesto del movimento, uscito nel 1970, è considerato da molti l’inizio formale del femminismo italiano. A questo primo testo segue il rivoluzionario Sputiamo su Hegel, che interseca i temi già trattati a una più ampia lotta anti-patriarcale, che Lonzi realizza qui attaccando le lezioni dei giganti novecenteschi Hegel, Freud e Marx. “Smentire la cultura significa smentire i fatti in base al potere”, scriveva, contrapponendo alla visione del “femminile passivo” teorizzato in diverso modo dai tre uomini una donna libera, autentica e dotata di una propria coscienza e un proprio volere da manifestarsi al di fuori dei ruoli imposti (quelli della moglie e della madre) attraverso una necessaria ribellione.
La casa editrice La Tartaruga
Il legame tra la casa editrice e l’autrice è dopotutto strettissimo. Prima di aprire la libreria “Milano Libri” in via Verdi e fondare la casa editrice La Tartaruga, Laura Lepetit (nata Maltini) aveva lavorato e militato proprio insieme a Lonzi e al gruppo di Rivolta Femminile. Con gli anni, Lepetit si era allontanata per diventare un grande nome dell’editoria milanese, ottenendo il titolo di cavaliera del lavoro “per meriti morali e professionali”. La Tartaruga – rilevata dopo la scomparsa della fondatrice nel 2021 dalla Nave di Teseo di Elisabetta Sgarbi – ha pubblicato in tanti anni di attività le opere di grandissime scrittrici prima ignote in Italia come Margaret Atwood, Ivy Compton-Burnett, Nadine Gordimer, Barbara Pym, Virginia Woolf, Gertrude Stein, Grace Paley, Doris Lessing e Alice Munro, e ha riportato alla luce testi di autrici italiane come Anna Banti, Paola Masino e Gianna Manzini e scoperto esordienti come Francesca Duranti, Silvana Grasso e Silvana La Spina.
Intervista alla curatrice Annarosa Buttarelli
La curatela del progetto – che va a sanare una grande lacuna editoriale, per anni percepita come una mancanza imperdonabile da studiose, appassionate e lettrici – è stata affidata a un nome di primo piano del femminismo italiano, Annarosa Buttarelli, senza accompagnamenti critici di alcun tipo. Filosofa, autrice, giornalista e docente dell’Università di Verona, Buttarelli ha costituito insieme a un folto gruppo di professioniste la Fondazione Scuola di Alta Formazione Donne di Governo di Mantova, sua città d’origine, ed è tra le fondatrici di Festivaletteratura. Le abbiamo posto qualche domanda sul nuovo progetto, e sull’importanza della lettura di Lonzi.
A chi è indirizzata questa ripubblicazione: a studiose e studiosi che da tempo la attendevano, o anche un pubblico più ampio, che possa riscoprire il primo femminismo italiano e avvicinarvisi?
L’opera di Carla Lonzi è così rivoluzionaria che la sua lettura si può considerare necessaria per chiunque abbia a cuore il “cambio di civiltà” auspicato dalle persone più sensibili e oneste intellettualmente. Certamente andrebbe proposta, ora che diventerà disponibile, alle giovani donne prima di tutto. Auspico che la leggano anche gli uomini, e non solo i filosofi più raffinati.
I testi di Lonzi, e Sputiamo su Hegel in particolare, sono di una impressionante attualità: la decisione di ripubblicare l’opera in questo momento deriva anche dall’attuale clima socio-politico italiano?
Come tutti i testi destinati all’immortalità, quelli di Lonzi parleranno sempre, in tutte le epoche. Ma direi che qui in Italia Sputiamo su Hegel potrebbe essere particolarmente utile a chi si ritiene di sinistra. Vi troverebbe le indicazioni di molti errori logici ed etici che continuano a essere fatti…
Una scelta coraggiosa, quella di non includere accompagnamenti critici, che invoca una fiducia nella capacità di pensiero di lettori e lettrici: questa presa di responsabilità e comprensione è parte integrante e necessaria del “risveglio” avanzato da Lonzi stessa?
Certo! Sono contenta che si comprenda quanto coraggio ci vuole a far brillare i testi nella loro capacità autonoma di accompagnare chi legge a una augurabile trasformazione di sé. Carla Lonzi è un’autrice che insegna a entrare in rapporto diretto con gli scritti che derivano dalla trasformazione di chi li ha creati, e augura la trasformazione di chi osa leggerli senza ringhiere accademiche.
Se fosse possibile dare una prima scaletta del progetto, quando usciranno e quali testi interesseranno le prossime pubblicazioni?
Il 5 settembre uscirà Sputiamo su Hegel in occasione di Festivaletteratura a Mantova, dove saranno dedicati tre incontri a Carla Lonzi. Seguiranno altre quattro opere, secondo un calendario che verrà reso noto dalla casa editrice. Le opere sono: Taci, anzi parla. Diario di una femminista; Vai pure. Dialogo con Pietro Consagra; Scacco ragionato. Poesie; e Scritti sull’arte.
Giulia Giaume
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