Jonathan Crary, critico e docente di Modern Art and Theory alla Columbia University, non è nuovo a puntute e approfondite elaborazioni critiche che mettono in questione, con straordinaria radicalità di sguardo e conoscenza, il sistema economico e sociale in cui viviamo e annaspiamo. Terra bruciata. Oltre l’era digitale verso un mondo postcapitalista, pubblicato in Italia da Meltemi, prosegue il lavoro avviato con 24/7. Il capitalismo all’assalto del sonno.
ERA DIGITALE E SFRUTTAMENTO AMBIENTALE SECONDO CRARY
Si tratta di una documentata analisi dei differenti modi in cui Internet e lo spostamento di tutte le nostre attività vitali sul web abbiano un impatto devastante sul pianeta ma soprattutto di come la polverizzazione relazionale non permetta il formarsi di spazi di critica, azione sociale e culturale al di fuori della rete. Un’istantanea dei modi di vivere e abitare il pianeta: all’opposto della progressione verso la smaterializzazione digitale, l’enorme quantità di dati che circolano sul web, per essere governati e utilizzati dalle multinazionali della Silicon Valley e non solo, hanno la necessità di numerosi data center, strutture altamente invasive e impattanti in termini di consumo di suolo, di sfruttamento delle risorse idriche necessarie per raffreddare enormi server digitali. Una paradossale condizione che, attraverso una semantica di leggerezza – basti pensare al cloud/nuvola – offre agli utenti del web un’idea di immaterialità dei dati che, in realtà, prendono la forma di inquietanti capannoni allocati in zone remote del sud del mondo. Crary prende di petto la questione e offre una disanima ben dettagliata dei rischi dell’economia digitale e del modello di governance sociale e culturale che sta alla base di uno sfruttamento ambientale e umano senza precedenti nella storia dell’umanità. “Tra le funzioni chiave di internet vi sono” afferma l’autore “il deterioramento della memoria e l’assorbimento delle temporalità vissute; non tanto la fine della storia, quanto piuttosto il suo divenire irreale e incomprensibile”.
IL CAPITALISMO DIGITALE E LO SPAZIO VITALE
È un’evidente indicazione di come il capitalismo digitale abbia la necessità di occupare e sfruttare tutto lo spazio vitale generando un sistema capace di indebitare e allo stesso tempo finanziare l’intera esistenza sociale. I tecnottimisti hanno accantonato l’idea che internet potesse essere uno strumento di emancipazione culturale ed economica. L’esponenziale crescita delle diseguaglianze sociali e la devastazione ambientale provocata dal consumo e dalla produzione di dispositivi elettronici sono sotto gli occhi di tutti. Jonathan Crary considera paradossale l’ipotesi di un cambiamento di rotta
ricorrendo agli stessi sistemi disegnati e governati dal capitale. È evidente come il web non possa essere uno strumento di cambiamento radicale, l’universo di internet è del tutto incompatibile con la prospettiva di un pianeta abitabile in cui si pratica una vita relazionale inclusiva e aperta alla coesistenza di forme di vita umane e non. Partendo da questa considerazione l’autore di Terra Bruciata apre una prospettiva di superamento proiettando lo sguardo, il pensiero e di conseguenza l’azione in un mondo postcapitalista.
LA VITA POSTCAPITALISTA
A differenza degli accelerazionisti che hanno pensato, guardando in particolare alla Cina, che attraverso un’ulteriore spinta della macchina tecnocapitalista si sarebbe giunti al collasso del sistema, Crary propone una riscoperta della comunità, epicentro reale e umano che cessa di essere una mera appendice residuale della vita online. Disconnettersi, vivere offline con e tra la gente, staccare dispositivi e riconquistare una dimensione vitale, desiderante, empatica. “I sentieri verso un mondo diverso non potranno essere trovati sui motori di ricerca. Ciò che serve è piuttosto l’esplorazione e la ricettività creativa verso tutte le risorse e le pratiche sviluppate per migliaia di anni nel corso della lunga storia delle società umane. Si tratta di enormi riserve di sapere, provenienti da ogni epoca, e in particolare dalle culture del Sud del mondo e dalle popolazioni indigene.” Se guardiamo al mondo dell’arte e dell’architettura possiamo notare come fermenti, pratiche, modi di andare in questa direzione postcapitalista li abbiamo incontrati sia nell’ultima Documenta curata da ruangrupa che alla Biennale d’Architettura di Venezia curata da Lesley Lokko. Il laboratorio del presente e del futuro inizia a prendere la forma di un superamento dei modi di vivere governati dall’iperconnessione verso l’invenzione di nuove forme di vita. “Serve un radicale ripensamento di quali siano le nostre necessità, di cosa voglia dire riscoprire i nostri desideri al di là della marea di voglie superficiali promosse in maniera così incessante.” È questo l’invito di Jonathan Crary in conclusione di un’avvincente e illuminante lettura.
Marco Petroni
Jonathan Crary – Terra bruciata. Oltre l’era digitale verso un mondo postcapitalista
Traduzione Jacopo Foggi
Meltemi, Milano 2023
Pagg. 148, € 13.30
ISBN 9788855198264
https://www.meltemieditore.it/
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati