Dopo Memestetica. Il settembre eterno dell’arte (Nero, 2020, con una seconda edizione nel 2023), la critica Valentina Tanni torna a raccontare l’arte nata su internet e per internet in Exit reality. Vaporwave, backrooms, weirdcore e altri paesaggi oltre la soglia, sempre edito da Nero.
Dalla Vaporwave al Corecore: le estetiche di internet
Il nuovo saggio è dedicato alle estetiche di internet (“internet aesthetics”), dove “estetica” indica, come spiegato sul progetto collaborativo The Aesthetics Wiki, “un insieme di immagini, colori, oggetti, musica e testi che creano un’emozione, hanno un determinato scopo e aggregano una comunità specifica”. Le estetiche di internet non trasmettono contenuti, ma usano immagini e suoni per trasmettere emozioni, sensazioni e memorie anche estremamente specifiche. Tanni parte dalla vaporwave, nata come genere musicale tra 2009 e 2011 e costruita sui ricordi di infanzia e adolescenza della prima generazione cresciuta con e su internet. Un’estetica fatta di riferimenti alla musica e all’immaginario statunitense degli Anni ‘80, nostalgia per il web degli Anni ‘90, vecchi hardware, tecno-orientalismo cyberpunk, colori pastello e ricordi delle promesse non mantenute del consumismo hi-tech.
Dalla vaporwave Tanni traccia poi un percorso attraverso le grandi correnti estetiche di internet e individua una serie di elementi comuni: “Il senso di solitudine, lo sfasamento temporale, la nostalgia, la tensione verso l’infinito, la continua enfasi sull’intreccio tra ricordi e sensazioni”. Almeno apparentemente meno omogenei con il resto del testo sono gli ultimi due capitoli, che parlano di una serie di fenomeni diffusi su internet come il reality shifting, la credenza nella possibilità di muoversi tra realtà alternative grazie al potere della mente, e il culto della battlestation, la postazione PC dei gamer.
Le estetiche di internet nel libro Exit Reality di Valentina Tanni
Ma il vero filo conduttore di Exit Reality è quello che riguarda “[l]’amore per gli spazi intermedi sia fisici che mentali”, la liminalità, lo stare sulla soglia. Le estetiche di internet sono racconti e rappresentazioni di soglie, pratiche come il reality shifting sono un tentativo di manipolare i confini tra fantasia e realtà e le battlestation sono portali tra mondi. Soglie da cui non si può fuggire come nelle inquietanti immagini delle “backrooms” ambienti che suggeriscono architetture infinite, ripetitive, alienanti e labirintiche. È un’ossessione che nasce, secondo Tanni, dal fatto che noi oggi ci sentiamo su una soglia, sulla soglia dell’apocalisse climatica come sulla soglia tra fisico e virtuale. Queste estetiche sono i vari modi in cui cerchiamo di vivere in tale condizione.
Internet tra Internazionale Situazionista e capricci secondo Tanni
Il saggio ci pare trascuri due spunti che vengono continuamente sfiorati ma mai affrontati. Non viene mai quasi richiamata esplicitamente l’esperienza dell’Internazionale Situazionista, se non con un riferimento alla teoria della deriva di Guy Debord e uno alla psicogeografia. Eppure il lessico situazionista spunta qua e là, e l’Internazionale Situazionista sembra essere sullo sfondo di tutto il libro. La vediamo nel tentativo comune a tutte le estetiche di internet di evocare sensazioni e emozioni (“moods” e “vibes”), mondi e comportamenti creando esperienze (potremmo dire “situazioni”) digitali. Leggendo Exit Reality viene da pensare che, abbandonata l’idea situazionista di poterci riappropriare materialmente della città e di creare al suo interno esperienze capaci di influenzarci, si tenti di fare qualcosa di simile su internet. Oppure si cerca di cambiare realtà o di cambiare e controllare una realtà che ci appare sempre meno controllabile con il reality shifting, altre pratiche imparentate o la “magia dei meme”.
Un altro richiamo che sembra voler emergere è quello al capriccio pittorico e architettonico, cioè alla finta rovina. Tanni ricorda le Carceri d’invenzione (1745-1761) di Giovanni Battista Piranesi, ma un riferimento più generale al capriccio avrebbe forse permesso di inquadrare le tendenze raccontate in Exit Reality come “capricci web”. Immagini e brani vaporwave sembrano, per esempio, rovine digitali immaginarie, versioni esagerate delle rovine reali di un internet del passato ormai corrotto e glitchato.
Un invito alla critica
L’obiettivo di Tanni non era però quello di scrivere il testo definitivo di un ecosistema complessissimo. Exit Reality è una guida approfondita, eppure dal tono assai divulgativo e accessibile, per iniziare a muoverci tra le estetiche di internet. Ed è anche un esplicito invito alla critica d’arte perché continui il percorso indicato da Tanni e dagli articoli, dai libri e dagli artisti da lei citati. Un invito a prendere sul serio “i prodotti artistici nativi della rete”, solitamente“considerati realtà minori, movimenti subculturali destinati all’oblio, oppure […] al saccheggio sistematico da parte di settori più blasonati”. Perché, come Tanni afferma, le estetiche di internet “non sono la periferia dell’arte contemporanea: ne sono il centro”. Sono l’arte fatta e vissuta insieme da milioni di persone, il racconto collettivo del nostro sguardo.
Matteo Lupetti
Valentina Tanni – Exit reality. Vaporwave, backrooms, weirdcore e altri paesaggi oltre la soglia
Nero, Roma 2023
pagg. 22,00, € 22
ISBN 9788880562092
https://www.neroeditions.com/
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