Di ampio formato, con le intense immagini dovute alla capacità di osservare di Paolo Rosselli – il fotografo che ha documentato l’archivio Terragni – e le forti icone dedicate allo sport realizzate da Titina Maselli – valida rappresentante della ricerca artistica del secondo dopoguerra –, il volume recentemente pubblicato da LetteraVentidue affronta la storia del Foro Italico, ma non solo. Del complesso che, con la Città Universitaria, l’EUR e Cinecittà, rappresenta uno dei momenti più intensi e validi dell’architettura del regime fascista a Roma, si presentano infatti anche la situazione attuale e le linee di tendenza per il futuro.
Un’analisi corale del Foro Italico
I saggi sulla storia del luogo si devono alle puntuali riflessioni di Massimo Locci, Livio Sacchi e Claudio Strinati che, in particolare, illustra il rapporto tra arte e architettura nel Foro Mussolini. Ad iniziare dal monolito di 380 tonnellate, estratto nel 1929 e collocato nel 1932: un colossale blocco di marmo di Carrara, alto 19 metri con una base di 2, innalzato grazie all’impegno di Costantino Costantini, novello Domenico Fontana. I testi di Lucia De Vincenti, Annalisa Metta, Luigi Prestinenza Puglisi e Piero Ostilio Rossi ci offrono altri punti di vista sull’area in questione e sul suo rapporto con il Tevere. Emma Tagliacollo propone invece una riflessione su come la letteratura e il cinema si siano occupati dell’argomento: Da Alberto Moravia a Gianni Rodari, da Pier Paolo Pasolini a Giuseppe Berto a Ercole Patti, con i loro romanzi, a registi come Woody Allen, Mario Monicelli, Vittorio De Sica, Luigi Zampa e Nanni Moretti, con i film. Piero Ostilio Rossi riflette con foto d’epoca e magnifici modelli sui progetti per lo Olimpiadi del 1940 e del 1944.
Il Foro Italico e il ruolo dello sport tra ieri e oggi
Livio Sacchi amplia lo sguardo, andando oltre Roma, per ragionare su cosa stava avvenendo in quegli stessi anni all’estero, quando soprattutto in Germania si realizzano architetture come l’Olympia Stadion di Werner March e la piscina coperta di Carlo Jelkmann, entrambe a Berlino. Nota che lo sport era visto come ottimo supporto a sostegno del regime nazista, come del resto era già avvenuto in Italia, quando le squadracce fasciste davano l’assalto e incendiavano tutte le strutture collaterali dei cattolici, della chiesa, finno alle case del popolo delle organizzazioni di sinistra.
Occorre riconoscere che nella Capitale, a iniziare con Enrico Del Debbio che concretizza ciò che Locci definisce “un vero processo fondativo e di ricerca di tipologie per un parco-cittadella dello sport e della cultura”, vengono costruiti edifici di sicuro valore architettonico come la Casa delle Armi di Luigi Moretti o il Club house del Tennis di Costantino Costantini, un progettista che va riscoperto per la raffinatezza delle opere che ha lasciato. A entrambi si deve anche il Palazzo delle Terme. Non va però ignorato lo stucchevole progetto per il Colosso, a testimonianza della volontà megalomane del regime; di questo resta una testa e un piede che evocano quelli dell’imperatore Costantino al Campidoglio. Vale la pena ricordare che, oltre vent’anni or sono, era stato pubblicato un ottimo testo sul complesso olimpico, curato da Antonella Greco e Salvatore Santuccio. Evidentemente la dirigenza di Sport e salute S.p.A., l’azienda pubblica che si occupa dello sviluppo dello sport fornendo servizi di carattere generale, non ha voluto perdere l’occasione per proporre una sua riflessione, chiedendo a Luca Zevi di coordinare il volume.
Mario Pisani
A cura di Luca Zevi – Foro Italico da ieri a domani
LetteraVentidue, Siracusa 2023
Pagg. 200, €49.00
ISBN 9788862428408
https://www.letteraventidue.com/
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