Prosegue la serie di interviste alle case editrici indipendenti più interessanti del panorama italiano. Protagonista, con la voce di Pietro Corraini, è Corraini Edizioni, nata come galleria d’arte, che da cinquant’anni progetta e realizza libri con artisti di grande spessore.
Raccontateci Corraini. Come è nata, che linea editoriale ha, a chi si rivolge.
Corraini nasce 50 anni fa da Marzia e Maurizio che decidono di aprire una galleria d’arte a Mantova, non nasce quindi come casa editrice, ma come Galleria Corraini. Negli anni si è poi sviluppata attraverso il rapporto con gli artisti, primo fra tutti Bruno Munari che ha lavorato con Corraini per oltre 20 anni. Così pian piano i cataloghi delle mostre sono diventati libri indipendenti. L’incontro con Munari ha spinto la galleria a investire e a lavorare sul libro come oggetto d’arte; non si tratta però di libri d’arte a tiratura limitata ma di libri pensati e progettati da un artista.
In che modo?
Con un processo imprevedibile e ininterrotto che si allarga poi anche alla casa editrice e che dura da 50 anni, continuando sempre a mescolare le carte in tavola tra le diverse discipline. Per questo ancora oggi i titoli Corraini nascono insieme agli autori, sono loro che insieme a noi concorrono alla creazione di tutto il progetto dell’oggetto libro. Questo è un aspetto che caratterizza tutti i nostri libri, che sono tutti diversi a prima vista, ma che hanno in comune il fatto di essere stati pensati in collaborazione artisti/autori. Corraini si rivolge a tutti gli amanti dei libri d’arte, di design e illustrazione, ma più in generale a chi non ha paura di non definirsi e ama oggetti non standardizzati.
In contesto come quello italiano dove molte persone non leggono libri, come sopravvivono gli editori indipendenti?
Gli indipendenti cercano il loro pubblico e il loro pubblico cerca loro; in tutto il mondo ci sono “sottoinsiemi” di persone che sono interessate a cose diverse ma che sanno riconoscere la qualità. Sono lettori trasversali alle definizioni di marketing abituali, ma che sanno apprezzare i contenuti.
Qual è il libro o autore che più vi rappresenta o al quale siete più legati e perché?
Ci sono tanti autori che rappresentano lo spirito di Corraini; l’impulso storicamente è stato dato da Munari che con il suo rapporto con Marzia e Maurizio ha trasformato anche il modo di Corraini di pensare i libri, ha dato dunque un imprinting che seguiamo ancora oggi con tanti designer, grafici e giovani autori che lavorano con noi. Penso ad esempio ai libri illeggibili, fatti con materiali diversi; Munari ci ha insegnato ad essere autori a 360 gradi e che il libro non è solo un contenitore ma una macchina di narrazione. Questo poi si riflette nell’operato di tanti nuovi autori con cui collaboriamo, da Suzy Lee a Fausto Gilberti o Steven Guarnaccia, che insieme a noi hanno imparato, digerito e rielaborato la lezione di Munari.
Vi andrebbe di indicarci un editore indipendente di cui vi piace particolarmente il lavoro?
La casa editrice Timeo.
Qualche anticipazione sui libri in uscita nei prossimi mesi?
Per noi i libri sono spazi e non c’è distinzione tra come progettiamo uno spazio e come progettiamo un libro; quindi, posso intanto dire che il 29 settembre ha aperto lo Spazio Munari, in via Savona 17/5 a Milano, un luogo a cui teniamo molto, dedicato a Munari con spazio consultazione, mostre e incontri. Poi uscirà a novembre un libro di Steven Guarnaccia dedicato alla sua carriera di illustratore e designer, su cui faremo poi anche una mostra a New York. Poi entro Natale un libro di Fausto Gilberti della collana dedicata ai grandi artisti del Novecento.
Ultima domanda: il libro assolutamente da leggere almeno una volta nella vita.
Per citarne uno di Corraini e uno no, dire Cecità di Saramago (Feltrinelli) e Fotocronache di Bruno Munari (Corraini). Entrambi insegnano l’importanza del saper guardare e saper raccontare.
Dario Moalli
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