Il libro è realizzato con l’intelligenza artificiale. E i fumettisti si arrabbiano
La casa editrice Eris Edizioni ha annunciato un racconto per immagini del filosofo e artista Francesco D'Isa. Ma la comunità artistica non ha apprezzato la “collaborazione” con l'intelligenza artificiale
Il 9 ottobre 2023 la casa editrice italiana Eris Edizioni, nota per opere di narrativa, saggistica e fumetto, ha annunciato di aver mandato in stampa Sunyata. Un libro realizzato dal filosofo, artista e direttore de L’Indiscreto Francesco D’Isa in collaborazione con intelligenze artificiali generative come Midjourney. E la scena italiana legata a fumetto e illustrazione non ha preso bene la decisione, come si nota dalla quantità di commenti negativi, dalle condivisioni e dalle reazioni di sberleffo ricevute dall’annuncio su Facebook.
‘Sunyata’, il libro di Francesco D’Isa con l’IA
Sunyata è stata annunciato da Eris come “una narrazione per immagini,” una storia onirica su una ragazza che attraversa un mondo desolato. Eris non ha inizialmente specificato che Sunyata fosse realizzato con la collaborazione di intelligenze artificiali, che però sono lo strumento artistico principale di D’Isa, che ha tra l’altro sviluppato ormai uno stile piuttosto riconoscibile e che ha anche contribuito al dibattito sul loro uso con un’ampia produzione saggistica. L’omissione di questa informazione è stato un altro aspetto molto criticato, perché è stata vista come un tentativo di nascondere il processo produttivo dell’opera.
Le polemiche su ‘Sunyata’ di Eris Edizioni
Eris ha risposto alle critiche prima con un commento e poi con un ulteriore post, un esteso e articolato comunicato. “Quando Francesco D’Isa ci ha proposto il suo progetto, abbiamo meditato a lungo, quasi un anno intero” ha scritto Eris. “Per noi è giusto e importante pubblicare questa sua ricerca artistica, conosciamo e stimiamo il lavoro di Francesco da tempo e crediamo che stia benissimo nel nostro catalogo. Rappresenta il suo percorso artistico, in questo caso in parte realizzato con lo strumento delle cosiddette AI, ma comunque realizzato ricercando la sua visione personale e comunicativa di essere umano”. La casa editrice ha inoltre specificato che l’opera sarà rilasciata in Pubblico Dominio, scaricabile liberamente da internet. E ha ribadito il suo appoggio alla dottrina del copyleft (il contrario del copyright, cioè del diritto d’autore) e a un futuro libero accesso alle tecnologie generative basate sull’IA, oggi controllate da poche compagnie che le monetizzano.
Sono arrivate anche manifestazioni di solidarietà verso D’Isa e ci sono stati inviti a trattare la questione nella sua complessità, ma le risposte di Eris hanno soprattutto provocato ulteriori attacchi da parte della comunità artistica italiana. A volte semplicemente per la loro lunghezza perché, come scrive un utente, “se avete bisogno di tante parole per difendere la vostra tesi vuol dire che è falsa”. Ma quello che in generale pare non essere piaciuto è che Eris non mostrasse interesse alla questione della difesa del diritto d’autore degli artisti, e che anzi si ponesse apertamente in opposizione a questa istituzione. Una posizione che non dovrebbe stupire, perché appartiene storicamente al mondo libertario delle controculture di cui Eris fa parte. Come ha però sintetizzato uno dei commenti che ha ricevuto più interazioni, secondo almeno parte della comunità artistica italiana Sunyata “non rappresenta nessun percorso artistico, è realizzato con immagini rubate.” Le IA generative, insomma, sarebbero un modo per sostituire per pochi soldi gli artisti con tecnologie basate su dati rubati agli artisti stessi.
Artisti a difesa del copyright e della privacy
Le IA generative imparano infatti a imitare i nostri pattern, le strutture del nostro linguaggio e della nostra cultura visiva, da enormi dataset di immagini e testi che vengono ottenuti da internet senza l’esplicita autorizzazione di chi li ha realizzati. Anche per questo alcuni artisti europei si sono uniti in un’associazione, l’European Guild for Artificial Intelligence Regulation (EGAIR), denunciando lo sfruttamento della loro proprietà intellettuale (ma anche di documentazione privata coperta dalle leggi sulla privacy) da parte delle compagnie che addestrano i dataset. Come ha spiegato il cofondatore Lorenzo Ceccotti a Rainews 24, EGAIR sta, tra le altre cose, spingendo per l’inserimento nella regolamentazione dell’Unione Europea AI Act, attualmente in discussione, l’obbligo per le compagnie di usare nei loro dataset solo dati pubblici e ottenuti con il consenso informato dell’utenza. Con Sunyata, Eris partecipa quindi a un dibattito molto vivo e molto sentito.
Matteo Lupetti
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati