La storia dei libri d’artista. Due mostre per approfondire a Milano e Venezia
Dalla preziosa collezione di Vanni Scheiwiller e Alina Kalczyńska esposta alla Galleria Brun di Milano al focus che la Collezione Pinault dedica alla relazione tra arte contemporanea e libro come oggetto e concetto
Libri e artisti sono stati una costante nella vita di Vanni Scheiwiller (Milano, 1934 – 1999), sin dall’adolescenza. Nipote dello scultore Adolfo Wildt, suo padre Giovanni iniziò la carriera di editore già nel 1925, e artisti come Lucio Fontana e Fausto Melotti, allievi dello stesso Wildt, frequentavano abitualmente la sua casa.
Editoria e libri d’artista nella vita di Vanni Scheiwiller a Alina Kalczynska
Nel 1951 Vanni subentrò personalmente al padre nella pubblicazione di libri di poesia, ma è nel 1977 che si concretizza la fusione delle due sfere d’interesse che hanno orientato la sua cultura sin dai primi anni di formazione: all’epoca nasce il marchio editoriale Libri Scheiwiller, una casa editrice che permette a Vanni di operare nel campo dei libri illustrati e di quelli delle opere d’arte. Una passione che l’editore e critico d’arte condivide per buona parte del suo percorso con Alina Kalczyńska (Nowi Targ, 1936). L’artista polacca arriva in Italia dopo aver frequentato l’Accademia di Belle Arti a Cracovia: nel 1978 espone a Milano nello showroom di Lyda Levi, quanto già da anni si occupa di xilografie, manifesti e grafiche in piccole tirature; nell’80 sposa Scheiwiller ed entra in contatto con i più grandi intellettuali, letterati e artisti dell’epoca, da Eugenio Montale ad Alda Merini, Fausto Melotti, Bruno Munari, Kengiro Azuma. Con suo marito condivide l’attenzione per il libro e l’incisione, che l’artista inizierà a declinare in un sofisticato lavoro legato al segno, associato alla parola scritta, concependo libri d’artista in edizione unica o limitata. Con i suoi segni dà forma così a edizioni raffinate di Szymborska, Sbarbaro, Montale, accompagnando le loro parole.
La mostra sui libri d’artista a Milano
Insieme, i due hanno non solo creato, ma anche collezionato numerosi libri d’artista, che ora sono al centro della mostra Fuori Testo, alla Galleria Brun Fine Art di Milano. Fino al 25 novembre, gli spazi di via del Gesù ospitano una selezione di oltre cinquanta esemplari a cura di Paolo Bonacina, Leda Calza e Massimo Vecchia, che riflette il fitto scambio della coppia con gli artisti che più hanno caratterizzato la scena artistica italiana e internazionale per gran parte del Novecento. Si apprezza, per esempio, l’edizione della raccolta di poesie del critico e poeta catanese Guido Ballo (La stanza, poesie 81-84, 1984) con incisioni di Enrico Baj, Pietro Consagra e Piero Dorazio; o l’edizione del 1973 de Il principe vescovo e il cervo. Anime sbagliate, libro che raccoglie gli scritti dello scrittore e giornalista Carlo Belli, accompagnato da nove incisioni di Fausto Melotti. Dodici poesie è invece il titolo della raccolta (2015) di scritti della poetessa polacca e premio Nobel 1996 Wislawa Szymborska, accompagnata da tre acquerelli di Kalczynska: con la poetessa, l’artista non solo condivide le origini, ma anche un lavoro sul rapporto tra forma e contenuto poetico elaborato a più riprese, focalizzandosi sull’espressività della carta. La mostra espone anche libri firmati da artisti spagnoli, francesi, cinesi e giapponesi, parte della preziosa collezione dei coniugi, dalla copia de L’age de soleil di Robert J. Godet, con ritratta a puntasecca (Senza titolo, 1950) di Pablo Picasso all’illustrazione di Renato Guttuso per il Llanto por la muerte de Sánchez Mejías, poesia di Federico García Lorca.
La storia dei libri d’artista, protagonisti anche a Venezia
I libri d’artista hanno iniziato a comparire all’inizio del XX secolo con il manifestarsi delle Avanguardie, inizialmente in Francia e Italia. In origine si trattava di libri che contenevano almeno un’opera d’arte originale (tra le più celebri, le illustrazioni di Pablo Picasso per l’edizione delle Metamorfosi di Ovidio del 1931). Nella seconda metà del Novecento, in modo sempre più proficuo e con esiti diversificati, l’artista interverrà sin dall’inizio nella progettazione libro, in stretto dialogo con il tipografo, e non necessariamente per realizzare un’illustrazione, piuttosto con l’idea di concepire “un’architettura che unisce carta, poesia e amore”, prendendo in prestito le parole di Alina Kalczyńska. Un approfondimento sul tema va in scena fino al 19 novembre a Venezia, nell’ambito del progetto How To Put Art In A Book promosso dalla Collezione Pinault. Anticipata da due talk che hanno coinvolto due curatori d’arte (Luca Massimo Barbero e Salvatore Settis) due grafici d’arte (Irma Boom e Tony Brook) e due artisti (Taryn Simon e AA Bronson), il progetto a cura di Leonardo Sonnoli e Irene Bacchi si concentra sulla relazione tra arte contemporanea e libro come oggetto e concetto. In mostra, i curatori hanno riunito diverse casistiche utili a comprendere l’evoluzione dei libri d’artista, dal primissimo libro che recensiva libri d’arte, firmato da Germano Celant, al libro cubico di James Lee Byars, fino agli esperimenti di Yves Klein e Seth Siegelaub.
Livia Montagnoli
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