La nuova pubblicazione che indaga il legame tra architettura e alberi
Per il neurobiologo Stefano Mancuso “all’inizio di ogni storia c’è una pianta e l’architettura non fa eccezione”. A darne prova sono le oltre 860 pagine del nuovo libro “L’albero dell’architettura”, scritto dall’architetto e professore universitario Maurizio Oddo
Capita di rado di ricevere un volume magnifico, di cui si coglie immediatamente lo sforzo compiuto per la sua realizzazione. Sforzo percepibile anche solo a sfogliarlo distrattamente, prima di venir catturati dalla suggestione delle immagini che raccoglie e custodisce. Ad iniziare dalla copertina, realizzata con sapienza e slancio verso il cielo da Beniamino Servino, architetto in terra di lavoro.
Viene da chiedersi quanto lungo sia stato il tempo necessario per concludere la lunga gestazione de L’albero dell’architettura, ultima fatica di Maurizio Oddo, portata in libreria da LetteraVentidue.
Un atlante dell’architettura sotto specie d’albero
Solo l’elenco delle calzanti citazioni che dischiudono un mondo meriterebbe un libro a parte. Per non parlare dei disegni e delle foto degli oltre duecento progetti selezionati con competenza.
Tra questi spiccano per intensità espressiva la Mediateca Pierre Botero, sorta all’ombra di un grande platano a Pélissane, in Francia, di Domenique Coulon; lo Xylem Pavilion a Montana, negli Stati Uniti, progettato dal Premio Pritzker 2022 Diébédo Francis Kéré che ha utilizzato vecchi tronchi di pino per la sua realizzazione; la Casa Albero del Bengo Studio a Xiuning, in Cina, avvitata su se stessa in un bosco di cedri rossi; la Casa nel bosco di Tatiana Bilbao che reinterpreta la tradizione abitativa messicana a San Pedro Garza Garcìa, in Messico. E poi la Birch moss Chapel di Kengo Kuma a Nagano, in Giappone, un labirinto di betulle che sostengono una vetrata in acrilico trasparente che permette di guardare il cielo; la Casa per gli alberi di VTN Architects a Tan Binh District, in Vietnam, con materiali poveri e tecniche costruttive locali e in cui gli alberi entrano nell’ambiente domestico; il 25 Verde di Luciano Pia a Torino che integra con equilibrio natura e architettura; l’ormai celebre Tree Hotel di Tham & Videgård Arkitekter ad Harads, Svezia, una scatola di vetro sospesa tra gli alberi. Ed ancora merita un sorriso compiacente il Fuji Kindergarten a Tokyo, un girotondo per bambini; la poesia di Casa Gilardi di Louis Barragán e la Bofill House di Ricardo Bofill, per non citare i tanti progetti messi a punto da James Wine dei SITE, purtroppo non andati in porto.
Il rapporto Albero/Architettura nella pratica e nella teoria architettonica
Va segnalata, inoltre, l’antologia dei testi di altri autori che si integrano perfettamente nell’insieme. Ad iniziare da quello di Giuseppe Barbera, Tra uomini e alberi, che ci rammenta: “Se volessimo prenderne effettiva cura, come avviene negli ecosistemi, riconosceremmo che con piante e animali bisogna stringere alleanze e non imporre ciechi domini”. Fa da contraltare l’ironica penna di Brunetto de Batté che ci propone Immagini di foglie e di mattoni con cui, con la sapienza dell’amanuense, ripercorre i segni caratterizzanti di Mario Botta, Bruno Minardi, Emilio Ambasz. Valerio De Caro descrive invece il Paesaggio siciliano narrato dagli alberi dove “Bagheria è un ammasso informe di casupole, ma le sue ville si ergono fra quelle casupole, e il verde dei limoni, che è un verde perenne, che non teme l’alternarsi delle stagioni”. I testi si inseguono senza perdere fascino e intensità della scrittura. Passano dalla mano di Alessandro Barracco a quella di Emmanuele Lo Giudice, da Lorenzo Netti a Marcello Sestito. Inframezzano con sentita partecipazione la lunga intensa cantata dell’autore. Davvero ci viene da dire con Alessandro Baricco, “questo è il libro che volevo leggere e che non trovavo in libreria”. E lo è perché, come suggerisce Christian Norberg-Schulz nel commentare una poesia di Georg Trakl, “nell’immagine dell’albero terra e cielo sono unificati e divengono mondo”.
Il mondo delle piante e il linguaggio architettonico
Ho avuto modo di conoscere l’autore: Maurizio Oddo, nella mitica isola di Ortigia, da candidato all’esame per un posto da ricercatore, ormai molti anni orsono. Già allora mostrava la caparbia volontà di affermarsi e iniziare il lungo percorso nell’Accademia, per il grande amore che nutriva verso l’architettura. Da quell’episodio seguirono molte altre occasioni d’incontro, come la grande mostra sullo studio Purini Thermes, accompagnata da un denso libro per l’Edilstampa, allora diretta dall’amico Beppe Nannerini. E poi quella sull’opera di Alvaro Siza, tornato in Sicilia per venire accolto da un lungo seguito di giovani studenti della Kore, l’università trapanese dove insegna Oddo, e per la quale ha realizzato una grande biblioteca. Viene da chiedersi, perché il nostro autore si è occupato dell’albero? Perché costituisce ancora oggi uno dei nodi in cui si incentra e sviluppa il progetto architettonico. E perché, come coglie giustamente Stefano Mancuso, “all’inizio di ogni storia c’è una pianta, l’architettura non fa eccezione”. E questo costituisce l’incipit di questa sorta di atlante che tiene insieme l’architettura e la pianta e dipana gli intrecci che avvolgono entrambi, identificando elementi che permettono di traguardare la linea di confine tra la terra e il cielo, passando dall’opera architettonica alla componente arborea, nella sua entità di archetipo.
Siglare il legame tra edifici, alberi e uomo
Il libro viaggia tra l’abaco dei progetti all’albero nell’architettura contemporanea, dal rapporto degli alberi con la città per giungere agli architetti che disegnano alberi intrecciando diversi filoni narrativi, fino a segnalare il pericolo della deforestazione nella consapevolezza che “architettura e natura sono in conflitto perenne a partire da una coincidenza originaria. Questa coincidenza è nelle grotte, nelle capanne derivate, e non solo per i materiali, degli alberi; dalla posizione isolata come struttura insediativa ma anche come “archetipo” che tiene assieme i concetti di territorialità controllata, di ascesa, di possibilità di proteggersi ma anche di offendere”. Lo ricorda giustamente Franco Purini e non si può che concludere citando Jorge Luis Borges: “È arrivato il tempo di compiere un gesto irreparabile, tornare a stabilire un legame tra l’albero, l’architettura e l’uomo”.
Mario Pisani
Maurizio Oddo, L’albero dell’architettura
LetteraVentidue, Siracusa, 2023
Pagg. 868, € 69,00
ISBN 9788862423816
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