L’evoluzione di Flash Art. La storica rivista d’arte italiana uscirà una volta all’anno
Nel 2024, Flash Art Italia uscirà con un solo numero cartaceo, strumento di lettura approfondito per decifrare l’arte contemporanea e le tematiche più urgenti. Dal 1967 a oggi, prima con Giancarlo Politi, ora con sua figlia Gea, la rivista ha saputo cogliere le sfide del mercato: anche la sua ultima trasformazione lo dimostra
Era il 1967, l’esperienza di Flash Art iniziava in sordina, il primo numero stampato nella tipografia dei Salesiani a Macerata, “con i caratteri dei bollettini parrocchiali”. Un progetto quasi carbonaro, per indole, che seppe intercettare, da subito, il fermento che andava creandosi intorno alle avanguardie di quegli anni. Sul numero 5, era ancora il ’67, la rivista pubblicò un intervento del giovane Germano Celant, dal titolo Appunti per una Guerriglia: l’Arte Povera si presentava al mondo, con il suo manifesto. Molti decenni più tardi, nel 2018, il fondatore di Flash Art, Giancarlo Politi (Trevi, 1937), avrebbe ricevuto persino una laurea ad hororem dall’Accademia di Belle Arti di Macerata, riconoscimento all’intuizione che lo spinse a dare vita al primo organo d’informazione sull’arte contemporanea in Italia, poi esteso oltre i confini nazionali, con la versione di Flash Art International, creata nel ’78 con sua moglie Helena Kontova. “Volevo fare un’informazione veloce, flash, una piattaforma accessibile a tutti”, ricordava qualche tempo fa Politi, in un’intervista rilasciata ad Artribune.
La storia e l’evoluzione di Flash Art. Da Giancarlo a Gea Politi
Oggi alla guida del periodico basato a Milano (in Via Carlo Farini, 68) che in quasi sessant’anni di vita ha ospitato grandi firme di critici e artisti – da Achille Bonito Oliva a Maurizio Cattelan (a cui, negli Anni Novanta, Flash Art dedicò 12 copertine, lavorando in sinergia con l’artista), da Francesco Bonami a Massimiliano Gioni – c’è Gea Politi, figlia di Giancarlo ed Helena, che nel 2015 ha assunto la direzione di Flash Art, aprendo la strada a una nuova redazione specializzata su tematiche urgenti della contemporaneità. Sempre con il suo contributo, all’inizio degli Anni Duemila, la rivista aveva operato il fondamentale passaggio dal cartaceo al digitale, con la creazione di una piattaforma ad hoc. “Quasi mille numeri sono stati pubblicati nelle varie edizioni, dalla Cina alla Francia, e migliaia di articoli e artisti, curatori e critici”, ricorda oggi Gea Politi rivolgendosi ai lettori di Flash Art “Quasi sessant’anni anni in cui siamo cambiati tante volte, mantenendo fede a una informazione di qualità e di radicalità”. È un bilancio, questo, che prelude all’ennesima evoluzione, sotto la guida di Cristiano Seganfreddo (già editore della rivista e founder con Gea Politi dell’Agenzia del Contemporaneo; all’inizio del 2023, sempre insieme, hanno dato vita alla Politi Seganfreddo Edizioni), “che prende la direzione di Flash Art Italia con un nuovo scopo e intento, che sarà condiviso nei prossimi mesi”, prosegue Gea.
L’ultima trasformazione di Flash Art Italia, che diventa annuario
La novità sostanziale è già annunciata: nel 2024, l’edizione italiana diventerà un annuario, “un numero con maggiore foliazione rispetto alle precedenti edizioni che racconti le prospettive dell’arte in Italia”. Flash Art Italia, dunque, “concentrerà gli sforzi sul cartaceo con un vero e proprio strumento di lettura approfondito. Al numero speciale ne seguiranno altri tematici e geografici”. Mentre l’edizione internazionale continuerà con le uscite stagionali. Al contempo sarà rafforzato il posizionamento digitale, investendo sul sito www.flash—art.it e sui social network; ma l’approfondimento delle attività passerà anche per la sede fisica dell’editore, con Casa Flash Art pronta a ospitare una serie di incontri e lezioni sull’arte. All’insegna di un impegno “più sostenibile e accessibile”, chiosa Gea Politi. La conferma che la capacità di intercettare le esigenze dei lettori (e intuire l’orientamento del mercato) è stata ereditata per via paterna. Tanti auguri a FlashArt per i suoi prossimi sessant’anni.
Livia Montagnoli
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