Altro appuntamento con l’editoria indipendente in Italia, questa volta è il turno di Momo Edizioni. Abbiamo intervistato i due fondatori Mattia Tombolini e Gianmarco Mecozzi, che ci hanno raccontato la storia di questa casa editrice nata nel 2019 con un focus sui libri per ragazzi e giovani adulti ma che parte dall’idea di accessibilità della conoscenza e la condivisione del sapere con un approccio sempre radicale.
Raccontateci Momo Edizioni: come e quando è nata, che linea editoriale ha, a chi si rivolge.
Momo nasce nel 2019 come progetto editoriale indipendente che si occupa principalmente (ma non solo) di libri ed eventi per bambini, adolescenti e giovani adulti. La fondano Mattia Tombolini e Gianmarco Mecozzi (che hanno lavorato per anni insieme in altre case editrici). Le idee cardine intorno a cui è nata Momo sono due: l’ascolto e la radicalità. Battezzato in onore del personaggio di un libro di Michael Ende – Momo è una bambina che ha il dono dell’ascolto –, il nostro progetto viaggia nel mondo (nelle fiere, nelle librerie, nelle scuole, nei parchi, nelle piazze, nei locali ecc.) con lo stesso proposito: ascoltare, in primo luogo, ciò che hanno da dire i bambini e le ragazze. La radicalità (prendere le cose alla radice) significa che noi ci siamo accorti, negli anni in cui abbiamo lavorato con altre case editrici, dell’assenza di un soggetto editoriale per adolescenti, bambini e per giovani adulti, che affrontasse temi di cui normalmente l’editoria per bambini non si occupa. Noi pubblichiamo libri (e organizziamo laboratori) che trattano gli adolescenti, i bambini e i giovani adulti, come se fossero esseri umani (certo con tutte le attenzioni necessarie) ma senza la paura di spaventare.
Quindi avete un target prettamente giovanile?
Una caratteristica di Momo è che non fa solo libri per bambini e bambine/ragazzi, ma il percorso che sta definendo, intorno alla radicalità, la divulgazione e il portare temi secondo noi necessari (per citare Giangiacomo Feltrinelli) a un pubblico che sia il più ampio possibile e senza limiti di età. Per questo nel catalogo troverete più collane che affrontano temi diversi ma sono tenute insieme da una “visione”. In ultimo, ma per noi importantissimo, noi facciamo libri ed eventi per tutti. Cerchiamo di rendere cioè i temi che affrontiamo intelligibili a tutti.
Radicali, sì ma per tutti. Ovvero il contrario di ciò che ha fatto un certo mondo della cultura che si è sempre più trincerato e nascosto nelle comode torri d’avorio, pensando che la cultura debba essere qualcosa per pochi eletti, avendo come reazione, tra le tante, l’emergenza culturale in cui viviamo.
In contesto come quello italiano dove molte persone non leggono libri, come sopravvivono gli editori indipendenti?
Sopravvivono, appunto. La verità è che la maggior parte degli editori indipendenti hanno un’altra rendita (spesso familiare, e cioè vengono da ambienti borghesi) e fanno editoria come “vezzo”, altri fanno anche altri lavori, soprattutto nella microeditoria, poi ci sono gli indipendenti grandi, quelli che rientrano nella categoria indipendente solo perché non hanno grandi gruppi nella compagine societaria.
Ebbene loro fanno altre scelte, hanno altri numeri, ma il margine di guadagno nell’editoria tutta rimane qualcosa di vergognoso. L’assenza totale di una benché minima attenzione a questo mondo da parte delle istituzioni è qualcosa che porta, spesso, a far rimanere in vita solo chi i soldi già ce li ha. Oppure bisogna avere delle strategie e una comunità intorno, ciò che i ricchi non hanno molto spesso.
Quali sono le vostre strategie?
Sin dall’inizio, provenendo da esperienze del mondo dell’editoria, conoscevamo l’ambiente in cui avremmo lavorato e operato e l’atavico ritardo delle istituzioni sia nel creare un rapporto radicato e stabile con i lettori sia nel sostenere le attività molteplici degli editori indipendenti. Proprio per questo motivo, da subito, abbiamo inaugurato una forma parallela di lavoro: l’organizzazione di eventi. Abbiamo infatti organizzato la festa di Momo per due anni consecutivi (2019-2020), il festival LibriMonelli per tre anni, (2020-2022) e ora (dal 2022) abbiamo fondato ER FEST, un festival di editoria radicale in cui convergono le cose migliori (non solo di editoria) che produce la cultura indipendente. Estendere il campo di azioni anche con progetti di laboratorio nelle scuole (cosa che facciamo da un paio di anni) può essere – oltre che il nostro modo di agire sul territorio e provare ad ascoltare le nuove generazioni – un modo di rispondere alla scarsità di sostegno e di cura da parte delle istituzioni. Affidarsi solo alle librerie, in ogni caso, indipendenti e non, purtroppo non basta oggi.
Qual è il libro o autore che più vi rappresenta o al quale siete più legati e perché?
Sono molti i libri che abbiamo fatto che ci rappresentano. Da Gli adulti fanno schifo e Genitori che puzzano di Gina Libera dal ciclo di Flavia Fazi. Da Mia patria sono gli oppressi di Vanessa Roghi (che racconta della vita di Don Milani ai ragazzi e alle ragazze) a Cambiare il mondo con i libri di Mattia Tombolini (che racconta la vita dell’editore rivoluzionario Feltrinelli). Da Cambiare il mondo con il rap di Militant A (che parla del laboratorio rap che il cantante di Assalti Frontali porta in giro per il mondo) a Spinacity lights di Rankis (Sandro Gobetti) che ci parla del quartiere di Spinaceto a Roma in un modo innovativo e sorprendente. Da Manuale di filosofia coatta di Giulio Armeni fino agli ultimi due libri del catalogo che stanno avendo un successo notevole, sia in libreria che fuori: Vecchi di merda di Mattia Tombolini e Me sò magnato Roma di Franchino El Criminale.
Un libro con cui siamo partiti fu un’adozione, Ulissa, libro di ispirazione per noi tradotto dalla Spagna e con una dolcezza e radicalità mixati al punto giusto.Noi, comunque, li amiamo tutti i nostri autori e i nostri libri soprattutto quando sono radicali, ma per tutti e ancor di più quando non cacano er cazzo (si scherza).
Vi andrebbe di indicarci un editore indipendente di cui vi piace particolarmente il lavoro?
Ci sono molti editori che ci piacciono, che coinvolgiamo nel nostro ER FEST e che quest’anno ne contava ben diciassette.
C’è Sinnos, che lavora con passione e tira fuori libri e laboratori in cui spesso ci riconosciamo, ci sono editori amici come D editore e Redstar, case editrici con libri incredibili come Agenzia X, c’è Coconino che fa libri semplicemente stupendi, ma qui ogni cosa che si dice se ne lascia fuori qualcuno. Di certo tra tutti quelli che fanno un ottimo lavoro, non possiamo non citare Bao publishing. Non solo per la cura e la qualità dei titoli (che è altissima), non solo per il fatto di avere in catalogo ZeroCalcare (che comunque è nostro amico ed è un genietto della cultura indipendente europea) ma soprattutto perché ha cambiato il panorama editoriale italiano restituendo ai fumetti quella potenza rivoluzionaria che gli è propria e che in Italia è stata per anni scioccamente sminuita o negata.
Se si guarda più complessivamente ai temi culturali che si trattano forse possiamo intravedere dove sarebbe necessario muoversi nei prossimi anni, perché queste realtà sono tutte alla costante ricerca ma spesso, anzi sempre, lo fanno in maniera scoordinata, in conflitto l’uno con l’altro, senza una minima riflessione e seguendo in qualche modo il mercato. Ecco non tutti tutti.
Qualche anticipazione sui libri in uscita nei prossimi mesi?
Nei prossimi mesi usciranno vari titoli interessanti. Un libro della collana divulgativa scientifica che si chiama Manualetto di fisica coatta, scritto dagli scienziati geniali di La Scienza Coatta. Un titolo stupendo è anche Il carcere è un mondo di carta di Valentina Calderone e Marica Fantauzzi (con postfazione di Luigi Manconi) che racconta il mondo del carcere e dei detenuti ai giovani e ai ragazzini in modo chiaro e radicale. E, infine e da non perdere, la terza puntata della saga di Libera di Flavia Fazi che dopo il lavoro e il ciclo mestruale prende di mira la fede e la religione. Poi usciranno Puisette e Fragile (una traduzione francese), un libro sulle vicende di Giacomo Matteotti per ragazzi (di Valerio Renzi), un libro per adulti sulla squadra di calcio della Roma o meglio sulla sua tifoseria (di Umberto Livadiotti), un libro che racconterà Bianciardi ai ragazzi (di Pierluigi Barberio) e un fumetto sul carcere di Tonio Vinci.
Ultima domanda: il libro assolutamente da leggere almeno una volta nella vita.
Essendo in due a rispondere a questa domanda è difficile non essere retorici o non rispondere qualcosa di convenienza.
Allora uno risponde che va letto una volta nella vita Storie di Assalti Frontali (che poi Momo ha ripubblicato), l’altro dice che può suggerire un autore: Nanni Balestrini. Sì, come stava scritto sui muri qualche anno fa: Leggete Nanni Balestrini!
Ma diciamoci la verità: sta domanda è la più difficile.Dario Moalli
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