È tempo di riviste, da sfogliare e collezionare. Frab’s, casa dei magazine di nicchia, arriva a Milano
Con oltre 900 titoli in catalogo, il nuovo store dell'azienda romagnola in Porta Venezia sarà un grande punto di riferimento italiano dedicato alle riviste indipendenti. Con spazio per eventi, workshop e un prezioso archivio
A cinque anni dalla nascita, Frab’s sbarca a Milano. Una delle più importanti realtà italiane dedicate alle riviste di nicchia e da collezione (assieme a Edicola518 di Perugia e a Reading Room sempre a Milano) apre così un nuovo punto vendita di magazine indipendenti, dopo quello di Forlì (e un corner a Roma). Spazio terzo rispetto alle edicole e alle librerie, la rivisteria (da 900 titoli) che apre il 18 febbraio in via Sirtori 11 vuole essere un rifugio in cui lettori e appassionati, studenti e professionisti di design, moda e creatività possano toccare con mano riviste che a malapena arrivano in Italia e in Europa. Ne abbiamo parato con la fondatrice, la giornalista e docente dello IED Anna Frabotta.
Intervista ad Anna Frabotta sulla nuova apertura di Frab’s a Milano
Nuovo capitolo per Frab’s: l’Italia sta reagendo bene ai magazine indipendenti?
Per dirla con i miei studenti, c’è hype! Anche se speriamo sia molto di più di una moda passeggera. In un mondo di cultura de-materializzata stiamo assistendo a un grande ritorno alla carta stampata, soprattutto per i giovanissimi che hanno bisogno di toccare la carta, di possederla, proprio come per le musicassette e altri ritorni ai dispositivi fisici. Il mondo dell’editoria periodica di nicchia si sta comunque muovendo tanto e bene, basta vedere le edicole acquistate e modificate che oltre a tenere le riviste tradizionali ospitano artisti e fanno eventi. Noi, avendo il quadro del settore da cinque anni, ci siamo resi conto che nell’ultimo anno ci si sta muovendo molto, soprattutto su Milano.
Quale le ragioni della scelta di Milano come nuova sede?
Purtroppo succede quasi tutto a Milano! Ci crediamo tanto in quello che facciamo, ci sembrava il momento giusto per questo passo.
Cosa possiamo aspettarci dalla selezione di Frab’s Milano?
Una sezione sempre importante e che cresce, che è un buon segnale. È un mondo variegato, anche se il grosso delle riviste italiane viene creato da neodiplomati di accademie e università, sui 22-23 anni, fino ai 30 anni. Dall’estero invece ci arrivano progetti più maturi – anche perché per spostarsi devono proprio essere di qualità eccellente –, realizzati da professionisti del settore. Abbiamo visto questa differenza anche al festival.
Non solo riviste ma anche presentazioni e workshop: quali i programmi in questo senso?
Stiamo finendo di definire il calendario di eventi, che sarà comunque in divenire. Vogliamo rendere questo spazio davvero “vivo”, ogni settimana: ci saranno presentazioni di magazine – incluso il Focus Moda di Artribune, il 25 febbraio – e diversi workshop, a cominciare da uno con un artista che usa la carta dei Vogue per creare una sorta di diario. Ci sarà una sala apposita per questi eventi, che sarà anche il luogo dove consultare il nostro grande archivio (in apertura questa primavera), che stiamo spostando tutto a Milano. È un’iniziativa pensata soprattutto per gli studenti: ogni settimana ricevo le loro mail per progetti e tesi, e finalmente in questo modo potranno consultare lo storico.
Sono proprio i giovani i vostri pubblico di riferimento?
No, magari! Sono perlopiù i professionisti che usano il lavoro per ispirarsi: grafici, designer, stilisti, creativi a tutto tondo. Poi c’è la fetta dei collezionisti, che vogliono addirittura le variant delle copertine: sono un po’ dei feticisti della carta. Poi ci sono tante persone curiose, che si avvicinano a questo mondo proprio grazie a noi, e poi ci scrivono per ringraziarci. Nonostante il lavoro che facciamo da anni, insieme ad altri in Italia, la cultura del magazine non è ancora così rilevante: la rivista è percepita come un qualcosa di serie B.
La nuova apertura anticipa anche la nuova edizione meneghina del festival Mag to Mag, da voi capitanato?
Sì, abbiamo scelto di spostare il festival a Milano, e in settembre. Volevamo tenerlo a Bologna, ma non c’era modo di avere una location abbastanza capiente e che fosse adeguata alle nostre tasche. E poi noi ora siamo qui!
Giulia Giaume
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