Sarà per quel senso di riservatezza che pervade la cultura nipponica, sarà per la distanza geografica che ci separa dall’arcipelago orientale, ma quando un autore giapponese viene a mancare, l’annuncio della sua morte inizia a diffondersi su scala globale sempre qualche giorno dopo la scomparsa. Casuale o meno che sia, questa “regola”, del tutto asimmetrica rispetto ai ritmi vertiginosi del giornalismo “usa e getta” occidentale, trova conferma anche nella recente notizia sulla morte di Akira Toriyama, il grande disegnatore di Dragon Ball, scomparso all’età di 68 anni.
Ad annunciare il decesso del mitico mangaka è stata solo ieri la casa di produzione Bird Studio, facendo risalire la data del decesso al 1° marzo. “È con profondo rammarico che annunciamo la sua scomparsa. Sappiamo che aveva ancora diverse opere in fase di produzione con il solito grande entusiasmo”, si legge in una dichiarazione sul sito internet dell’editore.
Chi era Akira Toriyama
Considerato uno dei fumettisti giapponesi più famosi e influenti della sua generazione, Toriyama era noto in tutto il mondo soprattutto per aver dato vita alla serie di manga e anime Dragon Ball – progetto editoriale che avrebbe avuto un impatto notevole su intere generazioni di artisti e animatori cresciuti seguendo le avventure del mitico “bambino-scimmia”.
Scomparso a causa di un ematoma subdurale acuto, Akira Toriyama era nato a Nagoya, in Giappone, il 5 aprile del 1955. Dopo aver frequentato la Prefectural Industrial High School, una delle più prestigiose scuole di disegno industriale di Tokyo, lavorò per alcuni anni come progettista di poster, abbandonando in seguito questa attività per intraprendere il percorso di mangaka (la leggenda vuole che abbia cominciato a disegnare dopo aver guardato La carica dei 101, il classico Disney del 1961). Negli Anni Settanta inizia dunque il suo percorso da professionista nel mondo del fumetto, prima con l’iconica rivista Shōnen Jump, poi come autore unico della commedia fantascientifica Dr. Slump, serializzata dal 1980 al 1984.
La storia di “Dragon Ball”
Il successo arriva però con la sua creazione più nota: Dragon Ball, il manga dedicato alle avventure del protagonista Goku. Prendendo ispirazione dal classico della letteratura cinese Il viaggio in Occidente, e serializzato a partire dal 1984, il progetto editoriale conta in totale 519 capitoli, raccolti in 42 volumi pubblicati in Giappone fino al 1995.
La collana a fumetti – che racconta l’avventurosa ricerca delle “sfere del drago” da parte del giovane protagonista con la coda di scimmia – ebbe enorme successo, ispirando di conseguenza diverse serie televisive animate e lungometraggi. In Italia Dragon Ball è stata per anni una serie di punta nei pomeriggi di Italia 1, diventando uno dei primi anime scoperti da molti ragazzi italiani.
Alex Urso
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