Un antidoto contro l’eco-ansia che passi attraverso la vulnerabilità, il piacere e la protesta: di fronte a un grande problema, le aspirazioni del manifesto programmatico di Stacy Alaimo sono ancora più grandi. In uno slancio di pensiero immaginifico, l’autrice prova a proporre in questo testo, ora in libreria, ciò di cui potremmo avere bisogno in vista della catastrofe ambientale che si profila rapida all’orizzonte. Ecco che in una scelta drammatica tra freeze – la paralisi dell’ansia –, flight – la fuga, e quindi la negazione o la distrazione, e fight, Alaimo sceglie quest’ultima: una lotta, rabbiosa e gioiosa, per trovare nuove strategie di vita. Teorica del nuovo Materialismo Femminista tra le più importanti al mondo, direttrice degli Studi Universitari per l’Inglese dell’Università dell’Oregon e attivista, Alaimo prova con Allo scoperto. Politiche e piaceri ambientali in tempi postumani a realizzare un testo-guida, che funga da esortazione, battagliera ma allegra. Il testo, edito (da poche settimane) da Mimesis, curato da Angela Balzano e tradotto da Laura Fontanella, invita infatti lettrici e lettori a immaginare e praticare delle forme di protesta che siano anche forme di cura, e a pensarle come un legame tra le diverse specie viventi.
Una speranza di coesistenza in tempi post-umani: il volume di Stacy Alaimo
Un incrocio tra letteratura, arte, filosofia, politica, studi di genere e studi sulla scienza, il volume di Alaimo è ispirato alle lotte politiche e personali dell’autrice, e chiama chi legge a esporsi e quindi trasformare (attraverso azioni come proteste, occupazioni e manifestazioni) le proprie istanze personali in collettive. Il mondo, sottolinea Balzano nell’introduzione, è quello della devastazione ecologica e della sesta estinzione di massa, ma Alaimo ci invita nonostante questo a non perdere il nostro desiderio di cambiamento, e persino a trovare una dimensione di felicità. Persino, o proprio grazie, a questi “tempi post-umani”, un termine che spinge la stessa autrice a chiedersi se siamo mai stati umani, o se l’hybris catalogatoria di Linneo non sia stata che una parentesi sfortunata e definitivamente cancellata dai post-strutturalisti francesi e da Michel Foucault, che ne Le parole e le cose ha definito l’umanità morta. Alaimo rivendica, in quel solco, una non appartenenza alla specie che si auto-celebra come sapiens (in pieno spirito suprematista), e offre un nuovo posizionamento post-umanista che ci pone piuttosto su un piano orizzontale, che non ci vede come proprietari né dominatori della Terra. Una posizione in cui stare finalmente bene, facendo coesistere il nostro benessere e la nostra salute salute con quello degli altri viventi, acquatici e terrestri.
Ecologia e femminismo in ‘Allo scoperto’
È anche in un’ottica di ecofemminismo e di cyberfemminismo che il volume offre tanti spunti di alterità al mondo che conosciamo, quello intriso di una visione patriarcale, cis-eteronormativa, coloniale capitalistico-consumistica. Primo tra tutti la cura, tema che troppo a lungo ha assunto sembianze antropomorfe (in quello che chiamiamo appunto Antropocene), ma anche l’attenzione alle nuove tecnologie di comunicazione e riproduzione, che possono avere un ruolo anche per sancire delle alleanze con il non-umano. Poi ci sono tutte le istanze transfemminisme, che Alaimo mutua dai collettivi e movimenti trans e queer prendendo in prestito un longevo armamentario di pratiche di resistenza e occupazione dello spazio pubblico. E di divertimento, nella protesta: nel saggio non c’è lo sconforto, solo l’onestà, e una radicale fiducia nel corpo nudo e nella Terra come insieme di esseri di diversa natura. Con un pensiero rivolto all’architettura, e al ripensamento degli spazi collettivi. Perché la crisi che viviamo, sostiene l’autrice, è prima di tutto una crisi dell’immaginazione e del coinvolgimento: solo “stando nel problema” si riuscirà a superarlo senza subirlo, e per farlo serviranno delle alleanze trans-specie. Avevano dunque ragione Epicuro e Lucrezio, e con loro anche un Darwin meno rigido, accantonato dalla storia, secondo cui il nostro antenato era un essere acquatico ermafrodita? L’eredità filosofica di Alaimo è quella dell’etica di Baruch Spinoza, un Neomaterialismo che propone lo studio profondo delle passioni come solo modo per non averne paura e per renderle da tristi a gioiose: perché se la tristezza è uno strumento di assoggettamento, la gioia è uno strumento per immaginare il futuro.
Giulia Giaume
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