Attivo nel mondo dell’editoria da quasi mezzo secolo, il ravennate Danilo Montanari ha ideato nel 2023 BOOKS | Bologna art books festival, che cura insieme a Lorenzo Balbi. Ce ne parla in questa intervista esclusiva.
Intervista a Danilo Montanari sul Bologna art books festival
Come è nata l’idea della rassegna, e quale giudica sia il suo impatto?
Mi occupo di libri d’arte e d’artista dalla fine degli anni Settanta, al contempo sono editore e collezionista. Ho partecipato a fiere internazionali, da Parigi a Madrid e New York. Ho così avuto modo di capirne il funzionamento, allacciando inoltre i rapporti con editori e librai. In Italia, ho partecipato dapprima ad Artelibro a Bologna, poi a Flat a Torino. Da quando questi due appuntamenti hanno cessato la loro programmazione, ho pensato di potermene occupare direttamente. Poi, grazie alla collaborazione del MAMBO, è arrivata questa opportunità. La prima edizione, assemblata nell’arco di pochi mesi, ha dato risultati sorprendenti, considerato il fatto che non esiste una consuetudine su questi temi. Ci sono stati più di tremila visitatori.
Qual è oggi l’importanza del libro d’artista?
Il libro d’artista – non solo da oggi, ma da sempre – assolve ad alcune precise funzioni. Intanto, è esso stesso opera e quindi consente anche a chi non dispone di mezzi di potere collezionare un artista. E poi avvicina in modo preliminare un pubblico che può in seguito approdare al collezionismo delle opere stesse. Il rischio è di fare confusione tra il libro artistico, il libro oggetto e il libro d’artista.
La nascita del libro d’artista – ben altro rispetto al libro illustrato in cui l’artista partecipa in quanto illustratore – risale alla metà degli Anni Sessanta. A quando gli artisti cominciarono ad appropriarsi di nuovi mezzi per creare le loro opere, quali il video, il film, la fotografia e… il libro. Ma vi furono dei precursori importanti già all’inizio del ventesimo secolo, con Mallarmé e il suo “Coup de dée jamais n’habolira le hasard“, e poi con Marinetti e le sue parole in libertà, per arrivare poi al Dopoguerra con il grande Bruno Munari ed i suoi libri illeggibili. Per non parlare di Yves Klein, che nel 1954 produsse un libro in cui i panorami delle città più importanti erano dei monocromi, tali e quali ai suoi dipinti blu.
L’omaggio di questa prossima edizione di Books è rivolto proprio a quattro artisti che di quel movimento
Concettuale e minimalista sono stati protagonisti: Agnetti, Anselmo, Boetti, Ketty La Rocca.
Come valuta lo stato dell’editoria d’arte in Italia? Quali le criticità e quali gli aspetti positivi?
L’editoria d’arte italiana è tra le più interessanti a livello internazionale. Tuttavia, la produzione delle grandi case editrici ormai è seriale, non si fa ricerca e non c’è il coraggio di nuove proposte. Per dire, un Franco Maria Ricci, a suo tempo innovatore e nello stesso momento prezioso e intelligente custode della sapienza editoriale, oggi sarebbe impensabile.
Poi c’è la galassia di giovani editori che pubblicano in stampa digitale: ovviamente è molto meno costoso, ma anche di qualità altrettanto inferiore. D’altra parte, però, in questo modo sono molti di più gli artisti che possono ambire ad essere pubblicati. In ogni caso, è apprezzabile la dinamicità di piccole realtà che si propongono nelle fiere e nei festival specializzati in giro per il mondo; così facendo, gli Italiani si fanno sempre notare, e alcune realtà (come Wittikiwi o Rorhof) si sono ormai affermate.
Anticipazioni sulla nuova edizione di Books
Cosa può anticiparci dell’edizione di quest’anno?
Questa edizione di Books vede la partecipazione di alcune realtà internazionali: SimmsReed di Londra, Idea Books di Amsterdam e la piccola, ma interessante Hawaiana Books di Sao Paulo. Oltre a una trentina delle migliori librerie specializzate italiane. Alcune presenteranno proposte molto articolate, ispirandosi alle piccole mostre allestite nella grande Sala delle Ciminiere del MAMBO. In particolare, le nuove proposte di Agata Boetti Editions: edizioni di qualità a prezzi accessibili.
Ci saranno anche eventi collaterali?
Abbiamo previsto sei focus: Vincenzo Agnetti, Alighiero Boetti, con alcuni suoi capisaldi come I mille fiumi più lunghi del mondo, e Giovanni Anselmo con il suo Leggere – anche questo nella versione di libro – che verrà mostrato squadernato dentro una teca, e nell’edizione della Galleria Marco Noire in tiratura limitata. Poi ancora ci sarà Ketty La Rocca, artista di culto raramente esposta, con le tavole del libro In principio erat e una preziosa opera unica del 1976 dal titolo Henry Lartigue.
Andrea Pazienza, a cinquant’anni dal suo arrivo a Bologna, darà l’opportunità di vedere una rassegna pressochè completa del suo materiale a stampa: manifersti, riviste, libri, fanzine. E, infine, una video-intervista di Mario Diacono realizzata in due momenti diversi nel corso di vent’anni, in cui il vulcanico gallerista, critico, saggista e artista, protagonista in Italia dagli anni Sessanta fino agli Ottanta. ormai da decenni stabilito a Boston, tratteggia con sapienza mista a ironia la sua lunga esperienza, mostrando in modo stupefacente tutta la vitalità di un ultranovantenne.
Ci saranno anche alcuni incontri, tra questi quello con Luca Cerizza – curatore del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia – su Agnetti, oppure quello di Vincenzo Sparagna su Pazienza, e l’appuntamento con Enea Righi, curatore di Artefiera, sul collezionismo.
Niccolò Lucarelli
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