Viaggiare sulle orme della letteratura. 10 escursioni d’estate in Italia per amanti dei libri
Dall'abbazia de 'Il nome della rosa' alle grandi città delle scrittrici e poetesse, passando per valli e borghi lacustri. Ecco i dieci luoghi da riscoprire con l'aiuto dei nostri autori preferiti
Chi dice che i libri vadano portati solo sotto l’ombrellone? Per le più appassionate lettrici e i più incalliti lettori non esiste luogo in cui non si stia meglio con un libro sotto braccio. A maggior ragione, se questi libri hanno la preziosa qualità di trasportare in luoghi reali, meravigliose location che attraverso tempo e spazio ci portano dalla città alla campagna, dalla montagna al lago. Ecco dieci di queste destinazioni letterarie in tutta Italia, per passare l’estate in compagnia delle nostre autrici e dei nostri autori preferiti.
Le colline delle Langhe di Cesare Pavese
“Un paese ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via. Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra, c’è qualcosa di tuo, che anche quando non ci sei resta ad aspettarti. Ma non è facile starci tranquillo”. C’è tutta l’irrequietezza di Cesare Pavese nel suo capolavoro La Luna e i falò, e con lei la poesia delle colline delle Langhe e Santo Stefano Belbo. In questo piccolo paese, che fa anche da sfondo a Lavorare stanca, troverete non solo un paesaggio commovente e un buon vino, ma anche la casa natale dello scrittore e la Fondazione Cesare Pavese, che ospita ancora la sua lettera d’addio alla vita.
La splendida Palermo di Stefania Auci
È gloriosa la Palermo ottocentesca de I leoni di Sicilia, il bestseller di Stefania Auci. Il romanzo, che narra l’epopea della famiglia Florio, fa della sua protagonista indiretta la grande città siciliana. Da primo luogo a tratti ostile ai poveri Florio immigrati dalla Calabria, Palermo diventa il cuore della loro fortuna, e ne ospita le fabbriche e i palazzi, le innovazioni e le intuizioni, come per la Grande Esposizione Universale del 1891. Diverse le residenze della famiglia tra città e periferia (e oltre, come a Favignana): imperdibili sono Palazzo Wirz all’Olivuzza, ora in vendita; Palazzo Florio Fitalia, una piccola parte di un vastissimo complesso architettonico che si affacciava su piazza Principe di Camporeale; il super liberty Villino Florio; la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella; Villa Pignatelli Florio ai Colli; Villa Igiea; e, ovviamente, Palazzo Florio di via Catania 2, che ospitava opere di grandi maestri, come Picasso e Bugatti, scenografici tableaux vivants, e, al pianterreno, il quartier generale della storica Targa Florio.
Il Piccolo Mondo Antico di Antonio Fogazzaro
Per vivere in prima persona le ambientazioni del Piccolo Mondo Antico di Antonio Fogazzaro è sufficiente arrivare in Valsolda, e in particolare nel borgo di Oria, un piccolo paese sulle rive comasche del Lago di Lugano. Qui, la natura montana si fonde alla storia politica e letteraria d’Italia, particolarmente nella Villa Fogazzaro Roi. Quasi ogni cosa in questa residenza (gestita dal FAI e visitabile con una guida) è rimasta al tempo del suo residente più illustre, compresa quella meravigliosa “terrazza per il caffè e per le contemplazioni poetiche. Di quella terrazzina Franco fece la poesia lirica della casa. Era piccina assai e parve a Luisa che vi si potesse concedere un po’ di sfogo all’estro di suo marito”.
Il ventre di Napoli di Elena Ferrante
La celebre saga de L’amica geniale di Elena Ferrante è intrisa di un amore viscerale, contraddittorio, radicale per la città di Napoli. Per vivere la sua città, dai bassifondi alle stelle, bisogna tendersi tra il rione Luzzatti e Piazza Garibaldi fino a Port’Alba, dove Lenù sbircia libri e manoscritti, passando per Piazza dei Martiri, dove Lila ha il suo un negozio di scarpe, fino alla Galleria Umberto I e via Caracciolo, dove passeggiano le signore bene della città. E poi ancora, sempre più su, arrivando ad assistere allo splendore di Posillipo e Ischia. Moltissime di queste location sono state riprese fedelmente nell’omonima, popolare fiction.
La misteriosa abbazia di Umberto Eco
Forse non tutti sanno che la suggestiva abbazia descritta da Adso da Melk ne Il nome della rosa di Umberto Eco è con tutta probabilità la Sacra di San Michele, il complesso in cima al monte Pirchiriano a 60 km da Torino. Costruita tra il 983 e il 987 d.C. nel cuore della Val di Susa, la Sacra è ancora oggi un luogo di mistero e suggestione, al quale si può accedere attraverso una via di pellegrinaggio di oltre 2000 chilometri che collega Mont-Saint-Michel a Monte Sant’Angelo. Raggiungibile anche in auto e in treno più navetta, la struttura è stata custodita per seicento anni dai monaci benedettini, passando poi (dopo due secoli di abbandono) alla cura dei padri rosminiani, oggi affiancati da volontari e ascritti dell’Istituto di Carità.
La Roma feroce di Patrizia Cavalli
La città eterna è sfondo costante delle camminate senza meta della grande “poeta” umbra Patrizia Cavalli. È alle sue piazze “invase” che dedica il poema Aria Pubblica, nel quale lamenta come il loro vuoto naturale e accogliente, simbolo di un ruolo di pubblico incontro, sia stato riempito “da stabili e lucrose attività”. È riprendendo questi spazi che bisogna tornare a guardare (e vivere) le più famose Campo de’ Fiori, Piazza del Popolo, Santa Maria in Trastevere e Piazza della Rotonda, ma anche le meno popolari e bellissime Piazza Mattei, Piazza dei Mercanti, Piazza della Quercia e Piazza San Cosimato. Perché dopotutto, come diceva Cavalli, scomparsa da pochi anni, “ci sono forse altre città del mondo/ che hanno piazze più belle delle nostre, /piazze perdute alla vista e al cuore, / piazze vendute insieme alla città?”.
Le valli valdostane di Paolo Cognetti
“Le otto montagne sono una storia delle Alpi”, dice, riguardo al suo bestseller e Premio Strega 2017 lo scrittore Paolo Cognetti. L’autore ha scelto di vivere sopra Brusson, in Val d’Ayas, nelle cui vicinanze ha aperto un piccolo rifugio (quasi monastico) dove accogliere studiosi e appassionati di montagna. Per rivivere le atmosfere del suo romanzo più famoso, e del popolare adattamento cinematografico, potrete camminare tra il borgo Graines (o Grana, nel libro), noto per lo scenografico castello, e i laghi di Frudières, fino all’alpeggio di Barma Drola o al Rifugio Mezzalama, sulla morena laterale del Grande Ghiacciaio di Verra.
Il nuorese eterno di Grazia Deledda
C’è tutto un percorso che, tra Nuoro e il territorio circostante, vi permetterà di ripercorrere le tracce di Grazia Deledda, scrittrice sarda e premio Nobel per la Letteratura 1927. La città natale dell’autrice di Canne al vento (la più famosa tra le sue molte opere) ospita infatti una sua statua in Corso Garibaldi e, a meno di cinque minuti a piedi, la sua Casa Museo nello storico Rione San Pietro. Da qui potrete anche scalare le rupi dell’Ortobene, monte amatissimo dalla scrittrice – che vi ambientò il romanzo Il vecchio della montagna – e visitare ai suoi piedi la chiesetta della Solitudine, cui Deledda dedicò l’omonimo, malinconico libro.
La Sanremo poetica (e antifascista) di Italo Calvino
È poetica, naturale e spirituale la Ligura del geniale Italo Calvino, che nella riviera sanremese ha tutto il suo cuore. E dopotutto i punti cardinali dell’eclettico autore sono le colline a cavallo con la Francia, nelle cui frasche saltava il suo Barone Rampante e tra le cui radici correvano i partigiani de I sentieri dei nidi di ragno; le creuze di San Giovanni; Villa Meridiana, sede della Stazione di floricoltura diretta dal padre Mario e dalla madre Eva Mameli, o la Salita San Pietro, dove era ambientata La strada di San Giovanni; e ancora le grandi architetture fantasiose dell’entroterra e della costa, come il Palais d’Agra, Palazzo Borea d’Olmo e Villa Nobel, tutti primordi delle Città Invisibili.
La “benedetta” Milano di Alda Merini
“Non è che dalle cuspidi amorose / crescano i mutamenti della carne, / Milano benedetta / Donna altera e sanguigna / con due mammelle amorose / pronte a sfamare i popoli del mondo, / Milano dagli irti colli / che ha veduto qui / crescere il mio amore / che ora è defunto. / Milano dai vorticosi pensieri / dove le mille allegrie / muoiono piangenti sul Naviglio”. È la gioia ed il lutto, è la vita e il pianto, è la generosità e la solitudine la Milano vera, verissima, della grande poetessa Alda Merini. Per ripercorrere la vita tormentata dell’autrice potete cercare il “suo” ponte ai Navigli e la sua Casa Museo (e presto una statua). Ma soprattutto camminare, come Merini ha fatto, vedendo in Milano un’interlocutrice silenziosa, una città ventosa e già “crepuscolare” a mezzogiorno, con il suo “Duomo fiorito di grigio e di lichene […] appare nelle nebbie delle notti serene”.
Giulia Giaume
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