“Roma, nonostante sia una città piena di eventi editoriali, ha un problema: questi sono gargantueschi – come Più libri più liberi -, oppure piccolissimi. Manca una fascia di mezzo, che riesca a mantenere una certa qualità ma resti indipendente. Milano ne ha molti, come Bookpride: noi vorremmo fare qualcosa del genere, ci sembrava assurdo che nessuno ci avesse mai provato”. Così Emmanuele Jonathan Pilia, critico e teorico dell’architettura e direttore editoriale di D Editore, anticipa la nascita di una nuova fiera editoriale, che parli a una nicchia ma resti ad alto livello. Oblivion, questo il nome della manifestazione che debutterà a Roma il prossimo febbraio, non è però una fiera qualunque: sarà interamente dedicata al weird, alla fantascienza, all’horror, al fantasy e al fantastico.
La nuova fiera editoriale Oblivion nel cuore di Roma
Il nuovo evento, che aprirà nel cuore della capitale, vedrà la partecipazione di circa 30 case editrici, con tanto di talk e concorso. Quattro i fondatori, incluso Pila: oltre a lui ci sono gli autori ed esperti editoriali Claudio Kulesko, Paolo Di Orazio ed Edoardo M. Rizzoli. Tutti pratici e appassionati del genere, hanno deciso di impegnarsi in questo progetto sfidando il groviglio burocratico romano: “Anche se Roma ha milioni di metri cubi per gli eventi, il problema è sempre la location, perché c’è di mezzo la burocrazia del sistema pubblico. Allora abbiamo lasciato perdere il patrocinio e deciso di pagare semplicemente l’affitto della sala. Siamo alla Città dell’Altra Economia, che si presta bene come attrezzature fieristiche ed è vicina alle stazioni. Per farlo, abbiamo chiesto un contributo agli editori, che ci hanno risposto con grande entusiasmo: è la dimostrazione che Roma attira pubblico”.
La fiera di letteratura fantastica e horror Oblivion a Roma
Questa sarà la prima fiera, a Roma, a essere dedicata alla letteratura di genere: un paradosso, per Pilia, visto che quest’ultima “è l’unica che continua a essere letta. Eppure, ha ancora difficoltà a essere presa sul serio, a differenza del romanzo borghese che piace tanto allo Strega e i cui testi, in realtà, sono in una bolla molto distante dal pubblico. Le major ci puntano per il prestigio, ma sono testi che durano meno di un film al cinema”. La letteratura di genere, invece, è quella di cui “l’Italia ha veri e propri capolavori tra horror, fantasy, fantascienza, con autori che hanno ispirato il mondo: pensiamo a Calvino o a Eco! Mentre all’estero c’è curiosità per questo tipo di testi italiani, i giornali nazionali sembra che non si accorgano della loro esistenza”.
Il modello Salone del Libro e la nuova fiera Oblivion
La fiera si pone quindi come occasione di far incontrare il pubblico con testi che non hanno molto spazio mediatico. Con una consapevolezza: non forzare la mano per coinvolgere persone non interessate a questo genere di lettura, una tattica diventata molto comune di recente, come nel caso dell’ultimo Salone del Libro di Torino: “Non ha molto senso usare influencer e personaggi famosi per avvicinare ai libri persone disinteressate a leggere. C’è un mismatch: capisco la tentazione del nome grande che ti porta tante persone, ma è un pubblico sterile: basta vedere i numeri e le abitudini di lettura in Italia, soprattutto tra le persone giovani. Non sono interessati ai romanzi con i cinquantenni che si tradiscono, loro leggono le storie di vampiri”. Anche per questo D Editore lancerà Intermundia, una collana tra weird e fantastico curata da Claudio Kulesko.
Gli autori emergenti e affermati del mondo letterario di genere
E se qualcuno volesse avvicinarsi al genere, diciamo da casa? Diversi i consigli. Tra gli autori da non perdere, dice Pilia, c’è sicuramente “Paolo di Orazio, un po’ iniziatore dello splatter punk, molto poco serio e goliardico. Il suo libro d’esordio è stato ‘Primi delitti’, censurato in Italia nell’89 perché coinvolge nella narrazione dei bambini: fa un’operazione intellettuale interessante, creando dei bambini amorali e istintivi che dai capricci arrivano a torture, omicidio, cannibalismo”. Poi, più sulla fantascienza, c’è “Francesco Verso, scrittore raffinato in stile cyberpunk e fondatore dell’editrice Future Fiction. È un autore molto tradotto (è arrivato fino in Cina) e ha vinto premi in tutto il mondo, ma in Italia è molto meno conosciuto”. E ancora, tra i giovani, “Diletta Crudeli, una vera cesellatrice, e Claudio Kulesko, che tra nuove generazioni è tra i più promettenti: i suoi scritti hanno toni molto cupi, tra l’esoterico e l’orrore”.
Giulia Giaume
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