Le polemiche intorno a Più Libri Più Liberi spiegate bene, punto per punto
PLPL, la fiera della piccola e media editoria quest’anno dedicata a Giulia Cecchettin, è stata investita da polemiche per la scelta – rivendicata e poi annullata – di invitare il filosofo Leonardo Caffo, a processo per molestie nei confronti della sua ex-compagna
Dal 4 all’8 dicembre 2024 a Roma si terrà Più Libri Più Liberi, la fiera nazionale della piccola e media editoria, uno degli appuntamenti più importanti per il settore editoriale italiano. Più Libri Più Liberi, o semplicemente PLPL, è una fiera durante la quale si tengono presentazioni e incontri, ma l’obiettivo dichiarato degli editori è quello di vendere. La sua collocazione nel calendario, poco prima di Natale, è ghiotta, e per gli editori più piccoli si tratta di un’occasione preziosa per arrotondare il fatturato annuale: con uno stand dedicato e grandi gruppi di visitatori, le case editrici invitate ottengono una visibilità di molto superiore rispetto a quella che normalmente hanno in libreria, dove lo spazio è cannibalizzato dai grandi gruppi. E proprio su questo tema è partita una prima polemica intorno all’edizione 2024 della fiera: alcuni piccoli editori hanno infatti contestato i criteri di ammissione a PLPL, asserendo che le quote di fatturato per essere definiti “piccoli e medi” siano male calibrate e che il costo degli stand alla fiera sia troppo esoso.
Il motivo per cui PLPL è sulla bocca di moltissime persone in questi giorni però è un altro, legato in particolare a due figure: la direttrice della kermesse, Chiara Valerio, e il filosofo Leonardo Caffo.
Chiara Valerio, Leonardo Caffo e la polemica a Più libri più liberi
Chiara Valerio è una scrittrice nota al grande pubblico soprattutto per il romanzo Chi dice e chi tace, pubblicato nel 2023 da Sellerio e finalista all’ultimo Premio Strega. Si dichiara un’intellettuale femminista e progressista, ma soprattutto è la direttrice di Più Libri Più Liberi. Forte di questo ruolo, Valerio ha deciso di dedicare PLPL 2024 alla memoria di Giulia Cecchettin: una scelta simbolica forte, ma apprezzata dal mondo culturale italiano.
Forse proprio per questo ha causato furiose polemiche la presenza in calendario della presentazione del libro Anarchia, durante la quale la stessa Valerio avrebbe dialogato con l’autore, il filosofo Leonardo Caffo. Il problema sta nel fatto che Caffo è sotto processo proprio per maltrattamenti e lesioni sulla sua ex-compagna e la sentenza di primo grado è attesa per il 10 dicembre, cioè poco dopo la fine di PLPL. Invitare un uomo sotto processo per molestia a un evento dedicato a una vittima di femminicidio è sembrato a molti del tutto inaccettabile.
La risposta di Chiara Valerio alle polemiche
Alle polemiche via social di chi faceva notare questo tratto di incoerenza, Chiara Valerio ha risposto prima con un video sul proprio profilo Instagram e poi con un’apparizione in tv durante lo show Propaganda Live su La7. In entrambe le occasioni ha difeso la scelta di invitare Caffo aggrappandosi al garantismo, alla presunzione di innocenza e al diritto di parola. Argomenti che, come molti hanno fatto notare, ricalcano la retorica del “non si può più dire niente” cara alle destre di ogni latitudine.
Moltissimi commentatori e commentatrici hanno criticato duramente l’approccio di Chiara Valerio, accusandola di aver speculato sul femminismo per fare carriera, suggerendo che abbia messo la propria amicizia con Caffo davanti a tutto e di avere usurpato un ruolo di intellettuale di sinistra che non le spetterebbe.
Dopo alcuni giorni, PLPL ha pubblicato un post di scuse dove ha annunciato l’annullamento dell’incontro con Caffo e la messa a disposizione di quello spazio per un dibattito su quello che è successo. Queste scuse in parte sono state apprezzate, ma non hanno placato del tutto le polemiche e alcuni autori hanno dichiarato che boicotteranno la fiera, come per esempio i fumettisti Fumettibrutti, Sio e Zerocalcare.
Le opinioni sul caso di Più libri più liberi
Come hanno sottolineato intellettuali e attiviste femministe come Giulia Blasi, Vera Gheno e Vanessa Roghi, avere invitato Caffo alla fiera è stato un grave errore. Caffo per la legge è innocente e lo sarà fino all’ultimo grado di giudizio, PLPL non è un tribunale e non spetta né a Valerio né al mondo intellettuale stabilire una pena. Allo stesso tempo, un evento culturale importante che ha scelto un messaggio chiaro dovrebbe seguirlo con coerenza: a un evento dedicato a Giulia Cecchettin non era necessario né tantomeno opportuno invitare una persona coinvolta in un reato di maltrattamento. Le reazioni di Caffo, del suo editore e della stessa Valerio hanno invocato persino la libertà di parola e il garantismo, accusando le persone critiche di voler attuare una forma di censura preventiva contro il filosofo. La verità è che uno scrittore ben inserito ha molti spazi in cui esprimere la propria opinione se vuole, semplicemente non era opportuno offrirgli un palco in un contesto femminista e a pochi giorni dalla sentenza che lo riguarderà.
La prima replica di Valerio, una difesa che è risultata ostinata e un po’ altezzosa senza mai scusarsi, non ha fatto bene alla causa, e anzi ha prestato il fianco a chi crede che nel mondo culturale italiano l’amicizia valga più di qualunque convinzione o morale. Non solo: la posizione di Valerio ha ricevuto il plauso della stampa di destra a cui non è sembrato vero di avere un caso di uomo censurato dalle femministe per dare fiato alle trombe del “panico woke”. Ne sentivamo il bisogno?
Un’occasione di confronto mancata
Altrettanto sbagliati secondo Blasi, Gheno, Roghi e anche chi scrive, sono i commenti sferzanti, ingiuriosi e rancorosi che Chiara Valerio ha subìto negli ultimi giorni. Le sue scelte sono state sbagliate e le sue reazioni, se in parte comprensibili come risposta emotiva al rancore, sono state irricevibili su un piano sociale e culturale. Questo però non giustifica un atteggiamento da caccia alle streghe che rischia di spostare l’attenzione sui temi sbagliati. PLPL resta un evento con tutti i suoi limiti congeniti e questa ferita forse non sarà ricomposta, ma resta un’occasione preziosa per incontrarsi, scambiarsi opinioni e anche discutere aspramente se necessario. Il vero peccato grave, in questa fase storica, sembra quello di rinunciare a queste occasioni. Perché, come ha dimostrato la curiosa attenzione dei giornali di destra per Chiara Valerio in questi giorni, ogni spazio che è lasciato libero viene facilmente occupato da chi si fa meno scrupoli pur di raggiungere i propri obiettivi.
Salvatore Greco
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati