Il Poeta in camice. Storia di Emilio Bortoluzzi, medico, poeta e promotore delle arti

Elisa Bortoluzzi Dubach, esperta di filantropia e mecenatismo, racconta in prima persona suo papà, tra scienza ed umanesimo. Se ne parlerà al MIC – Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza il 29 novembre in una conferenza con la docente e studiosa italo-svizzera

Emilio Bortoluzzi, mio padre, è stato un medico rianimatore, uno studioso, un benefattore, un uomo di scienza ma nel contempo un umanista, che amava e collezionava libri e li trattava come compagni di strada, capaci di accompagnarlo nei diversi momenti dell’esistenza. 

Chi era Emilio Bortoluzzi

Li amava quasi come persone, perché ritrovava una parte di sé, perché a volte il protagonista della narrazione ci somiglia, oppure il saggista dice proprio ciò che pensiamo e non abbiamo mai avuto modo di palesare. Libri che sono stati posati sul comodino, o lo hanno accompagnato al mare o in montagna, messi nel borsello e nelle valigie, sbirciati in treno o passeggiando, pagine vissute e magari sgualcite ma riconosciute come parte integrante del proprio essere. 
La biblioteca di mio padre, infatti, era di tipo emozionale, il suo è stato un collezionare dettato dalla passione per la scoperta, non per il piacere dell’accumulo o per seguire l’assunto di Umberto Eco che sosteneva come non tutti i libri si comprino per leggerli ma anche soltanto per il piacere di averli in mano oppure per consultarli ogni tanto. 

I libri per Emilio Bortoluzzi

Mio padre non è stato un collezionista bibliofilo, ma un capace lettore, lo si capisce dalla disposizione dei volumi: alcune collane erano in ordine, ma altri libri disseminati negli scaffali, secondo il suo ordine mentale ed emotivo. 
Spesso ritornava sui poeti amati, lui che era poeta in proprio, autore di dodici raccolte di liriche con versi ispirati al mistero della natura e al viaggiare con lo spirito e con il corpo, frutto anche di amichevoli incontri con intellettuali come Dante Isella, Piero Chiara, Vittorio Sereni o Guido Morselli
Nato a Venezia, era l’ultimo dei tre figli nati dal matrimonio di Arturo Bortoluzzi e Clelia Florio, e compì gli studi superiori al Liceo classico “Ernesto Cairoli” di Varese. Nonostante la sua inclinazione per la letteratura, decise di iscriversi alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Milano. 

Emilio Bortoluzzi
Emilio Bortoluzzi

La vita di Emilio Bortoluzzi

Durante la Seconda Guerra Mondiale, dopo aver compiuto il servizio militare in Sanità, nel 1944 dovette rifugiarsi in Svizzera. A Losanna seguì i corsi regolari e le esercitazioni pratiche del secondo biennio della Facoltà di Medicina e i corsi speciali di Patologia e Clinica Chirurgica del professor Donati e di Neurologia con il professor Valobra. Nello stesso periodo approfondì la lettura su Leopardi, che lo influenzò nell’armonia formale e nell’uso puntuale e preciso della punteggiatura. 
Rientrato in Italia nel maggio 1945, si laureò regolarmente nel novembre 1946 sostenendo in un anno e mezzo tutti gli esami del quarto, quinto e sesto anno di studi. Dal 1965 fu primario del servizio di Anestesia dell’Ospedale di Circolo di Varese e nel 1971 fondò il Centro di Rianimazione, tra i primi in Italia, diretto fino al 1989. 
Papà era coraggioso e creativo, entusiasta e innamorato della vita e della bellezza, e ha incarnato l’antica figura del mecenate culturale, sempre disponibile a offrire il suo sostegno. Come accadeva per alimentare la sua altra grande passione, la musica, condivisa con mia madre Stefania Longoni, che in gioventù era stata pianista. 

La musica per Emilio Bortoluzzi

Mio padre sostenne sempre gli eventi musicali della città di Varese fin dai tempi della Società Musicale Varesina fondata negli anni ’90, coinvolse l’Unione Industriali e girò instancabilmente per la provincia alla ricerca di fondi, contattando imprenditori e professionisti, per poi svanire dietro le quinte e gioire come un fanciullo per il successo dei “suoi” musicisti. Con la musica e la poesia, interrogava l’anima, compiva viaggi interiori, scrivendo poi versi pieni di armonia ed equilibrio. Numerosi esponenti del mondo della cultura, in particolare musicisti, varcavano la soglia della nostra casa di Varese, accolti come amici e membri della famiglia e alle volte restavano per giorni condividendo con noi la quotidianità. Tra noi figli e lui regnava una grande armonia, una simbiosi perfetta che mi ha ispirato e guidato per tutta la vita. 
Mio padre era un uomo che non temeva la fragilità, privo di giudizi e condanne, sempre pronto ad aiutare senza riserve e indugi. Non solo sognava una vita dedicata al sapere e alla bellezza, ma la realizzava ogni giorno, rendendo la sua esistenza e quella di chi gli stava intorno un inno al valore della persona umana.

Elisa Bortoluzzi Dubach

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Elisa Bortoluzzi Dubach

Elisa Bortoluzzi Dubach

Elisa Bortoluzzi Dubach, consulente di relazioni pubbliche, sponsorizzazioni e fondazioni, è docente presso varie università e istituti di studi superiori in Svizzera, Germania e Italia. E’ stata capoprogetto di campagne nazionali e internazionali ed è autrice di numerose pubblicazioni e…

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