La rivoluzione antituristica di Roma in un libro che racconta 12 progetti-sogno
La pubblicazione di edita da Castelvecchi rilancia il sogno di una città sostenibile attraverso 12 progetti dal basso e fai-da-te, da una palestra di boxe a un cinema, fino ad una rivista e ad un artist-run-space
Niente Fori o Colosseo, né Musei Vaticani o piazza Navona. La Roma descritta da Marina Engel nel suo libro 12 Sogni di Roma. Esplorando la città del possibile (Castelvecchi, 140 pagine) racconta una città diversa, e per molti versi migliore, in un interessante tour delle periferie, dal Quarticciolo a Trastevere.
La Roma di Marina Engel
Qui il lettore scopre le avventure di chi sogna una Roma più sostenibile e condivisa (e condivisibile), dove lontani dai soldi facili dei B&B e delle trattorie dozzinali che hanno sfigurato il centro storico, i cittadini si sono organizzati per migliorare le loro difficili esistenze con esperienze di rigenerazione urbana raccontate in diretta dai loro protagonisti. Persone comuni che, come sottolinea l’autrice, “nelle loro azioni quotidiane dimostrano che una visione alternativa della città è possibile”. Un’iniezione di ottimismo per Roma, città che vive una realtà distopica: se i turisti “trovano conforto nell’eterna presenza dei suoi monumenti, la maggior parte della popolazione abita fuori dal centro storico”, dove “ogni mattina si svegliano dovendo combattere con una città caotica, sporca e rumorosa in cui lo Stato è sempre più assente”.
La Roma fai-da-te
Per raccontare quella che l’urbanista Carlo Cellamare (autore della prefazione) ha definito “una città fai-da-te”, Engel ha scelto dodici esperienze diverse, tutte grass rooted , intervistando le persone che le hanno attivate, con coraggio, tenacia e molta passione. La prima parte è dedicata ai giovani, ai quali le amministrazioni dedicano poca attenzione: se Pietro e Fabrizio hanno fondato Quarticciolo ribelle, una palestra popolare di boxe diventata l’orgoglio del quartiere, Valerio ha trasformato un cinema abbandonato a Trastevere nella Fondazione Piccolo America, che ha aperto la sala Troisi, con un’aula studio gratuita, aperta h24 tutti i giorni dell’anno, unica in tutta Italia. Tommy si è dedicato a Scomodo, un mensile cartaceo fatto da un gruppo di ragazzi under 30 per lettori under 30: 25000 copie distribuite in tutta Italia. Nella seconda sezione, dedicata a Sport e Cultura, Engel racconta l’avventura di Cubolibro, la biblioteca fondata da Claudia a Tor Bella Monaca, o la vita di Post Ex, un artist run space nel cuore di Centocelle, dove lavorano ogni giorno 12 artisti visivi, o le partite di Calciosociale nel Campo dei Miracoli al Corviale, dove giocano 12 ragazzi, capitanati da Massimo, fondatore dell’attività sportiva.
Roma e il paesaggio urbano
L’ultima sezione riunisce gli interventi legati al paesaggio urbano, tra i quali spicca il lago Ex Snia al Prenestino, dove Alessandra, fondatrice del Foro Parco delle Energie, ha trasformato in un parco naturale un lago provocato da un danno ad una falda acquifera nei primi Anni Novanta, durante i lavori di conversione in un centro commerciale dell’ex fabbrica Snia Viscosa, abbandonata nel 1954. La postfazione è affidata al geologo e anchor man televisivo Mario Tozzi, che sottolinea il valore ottimistico della ricerca di Marina Engel, “da osservatore quasi cronachistico di stampo anglosassone”, che va al di là dei pregiudizi molto diffusi rispetto alle periferie, che sembrano essere diventate -anche grazie a film e serie tv-il simbolo del degrado urbano. Ebbene, non è proprio così: per una volta uno sguardo distante ma consapevole mostra una città non di pietre e palazzi mummificati nel tempo o trasformati in tristi fondali per selfie e stories, ma spazi vivi e dinamici, che provano ad immaginare un futuro diverso e sostenibile, per una città che sembra inadatta alle sfide del mondo globale.
Ludovico Pratesi
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