Massimo Cacciari rilegge le icone della Madonna in un nuovo libro. Da Piero della Francesca a Michelangelo

Guardando alla storia dell’arte rinascimentale, il filosofo contemporaneo riflette sulle rappresentazioni mariane più celebri, come “La Madonna del Parto” e la “Pietà” vaticana

Nella collana Icone del Mulino, Massimo Cacciari presenta il suo nuovo saggio La passione secondo Maria.Un fine complesso di pensieri, riflessioni e analisi provocate da immagini che rileggono fondamentali pagine della storia dell’arte, proiettando il divino nell’umano.

La Madonna del parto nel libro di Massimo Cacciari

Il libro si apre con la dettagliata analisi estetica, ma soprattutto laica e insieme filosofico/teologica della Madonna del parto (1455 – 1465) di Piero della Francesca. Cosa mette in risalto Cacciari? I due angeli ben inseriti a fianco della Donna, ma lontani dalla sua statura. Hanno gli stessi connotati, ma si differenziano nel colore dell’abito. In uno è verde, la cromia della speranza. L’altro è “affocato d’amore”. Cacciari definisce imperioso il loro atto di alzare la tenda. Un invito perentorio ad aprire gli occhi per vedere. In ciò che appare, il mistero è nullo. C’è solo il vero nella sua realtà, reale nella sua verità. E cosa appare di fatto? Una donna concentrata, con la mano destra appoggiata sul ventre gravido, come a salvaguardarlo, che nello stesso tempo mostra il taglio al centro del proprio corpo che è l’epicentro del Cosmo. Una figura realissima, nei gesti e nel vestire. Ma insieme un enigma che bisogna interpretare. E cosa afferma quest’immagine? Io sono l’incarnazione della Donna. Il suo diventare carne anticipa quella del figlio.

Piero della Francesca, Resurrezione, 1458-1474. San Sepolcro, Museo civico
Piero della Francesca, Resurrezione, 1458-1474. San Sepolcro, Museo civico

I due volti di Maria e di Cristo nel libro di Massimo Cacciari

Cacciari continua nella sua analisi mettendo a confronto le fisionomie dei consanguinei: quella di Cristo nella Resurrezione di San Sepolcro, sempre di Piero della Francesca, con il volto della Madonna di Monterchi. Connotati da un perfetto equilibrio, caratterizzato dalla precisione prospettica della rappresentazione e dalla tensione mistica che da quella nasce.
Nel volto del Risorto, colui che tutto vede, si legge il Logos incarnato. Siamo tutti inseriti nel suo sguardo che comprende Nascita eterna e Resurrezione. Diverso è il viso di Maria che è “pura misericordia, non giudica, non obbliga a giudicare sé stessi” e sembra escludere il pathos impresso sul volto del Risorto.

Le grida di Maria nel libro di Massimo Cacciari

A questo punto, si chiede Cacciari, come reagisce Maria al grido del Cristo in Croce, poco prima della morte? Risponde facendo ricorso alla Crocifissione di Masaccio del 1426. La Madonna è dipinta in piedi, dritta, alla destra della Croce. Ma non grida. Ha la bocca aperta, però il grido le muore in gola. È la Maddalena prostrata ai piedi del Legno, con il suo mantello rosso e le mani protese, a prendersi la scena. È lei ad incarnare la preghiera soffocata della vecchia madre.

Le età di Maria nel libro di Massimo Cacciari

Nelle icone che affrontano il tema, le età si connettono. La Vergine coesiste con il Figlio, che è insieme suo fratello e suo sposo: queste immagini non sono scindibili, nell’una va intuita l’altra, insieme sono la realtà della figura di Maria. La raffigurazione più significativa, dove la Donna ha la stessa età ed è fatta della stessa carne del Salvatore, la si trova nella prodigiosa Pietà di Michelangelo, nella Basilica di San Pietro. I due formano una sola entità ma non si annullano. “Si co-appartengono senza confusione. La loro estrema icona è quella della co-sofferenza”.

Fausto Politino

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Fausto Politino

Fausto Politino

Laureato in Filosofia con una tesi sul pensiero di Sartre. Abilitato in Storia e Filosofia, già docente di ruolo nella secondaria di primo grado, ha superato un concorso nazionale per dirigente scolastico. Interessato alla ricerca pedagogico-didattica, ha contribuito alla diffusione…

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