Tante novità di fine anno nell’editoria d’arte. Il Giornale dell’Arte comprato da una banca, la rivista Segno va in Spagna

L’anno si conclude all’insegna di acquisizioni e nuovi progetti per due storiche riviste d’arte italiane. Umberto Allemandi non sarà più direttore de “Il Giornale dell’arte”, ora di proprietà di una cordata bancaria; la rivista “Segno”, invece, raddoppia la sua presenza online con Segno.es

Nel mondo dell’editoria d’arte, in chiusura d’anno, qualcosa si muove nonostante la crisi oggettiva del settore. La prima novità discende, in realtà, dalla più ampia operazione di mercato che ha portato all’acquisizione della storica casa editrice Allemandi da parte di una cordata costituita da Intesa Sanpaolo, Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura della Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Umberto Allemandi
Umberto Allemandi

La casa editrice Allemandi cambia proprietà

Un’iniziativa finalizzata al rilancio della realtà editoriale fondata nel 1982 a Torino da Umberto Allemandi, con particolare attenzione per la testata Il Giornale dell’Arte, nata in seno alla casa editrice nel 1983. Il nuovo assetto societario, infatti, punta a “costituire una delle principali piattaforme di conoscenza e divulgazione culturale a livello professionale” ottimizzando il lavoro fatto sin qui da Allemandi – finora da editore libero, oltre che come casa editrice – per proporsi come riferimento nel settore delle pubblicazioni dedicate all’arte (come gli altrettanto storici Annuali di economia dell’arte), all’architettura, all’antiquariato, al design, e, più in generale, nell’ambito della divulgazione culturale e della critica contemporanea. “Non potevamo trovare nessun partner migliore di quelli riuniti per assicurare nel secondo tempo della nostra storia uno straordinario sviluppo nelle attività di servizio culturale e artistico” ha spiegato Allemandi in sede di ufficializzazione del passaggio di proprietà “e soprattutto la piena centralità dell’Italia nell’informazione universale su attività opere e operatori nel settore arte, un ruolo mondiale che finalmente diviene possibile dopo quanto per quarant’anni giorno dopo giorno abbiamo preparato”.

Nuove possibilità per “Il Giornale dell’Arte”

Il numero di gennaio 2025 de Il Giornale dell’Arte sarà dunque l’ultimo firmato da Umberto Allemandi. Il CdA provvederà alla nomina del nuovo direttore del giornale entro i primi giorni di gennaio 2025.
Quando fu fondato, nella prima metà degli Anni Ottanta, Il Giornale dell’Arte si presentò come novità assoluta nel settore dei periodici d’arte, tanto da stimolare la richiesta di vari Paesi per edizioni in altre lingue. Oggi, sotto il brand Il Giornale dell’Arte, si riconoscono sei testate internazionali, oltre a un portale digitale (ilgiornaledellarte.com) nato nel 2024. L’idea per il prossimo futuro è quella di mettere a frutto progetti nel cassetto per una crescita ulteriore, contando sulle risorse umane e finanziarie portate dall’acquisizione. Dal canto suo, la nuova proprietà – e in particolar modo il gruppo Intesa Sanpaolo – approfondisce l’impegno profuso nel mondo dell’arte e della cultura.

Umberto Sala, Lucia Spadano, Achille Bonito Oliva, 1978
Umberto Sala, Lucia Spadano, Achille Bonito Oliva, 1978

La rivista “Segno” inaugura il sito spagnolo Segno.es

Nel frattempo, tra le storiche iniziative editoriali d’arte italiane, c’è chi affronta il primo passo oltreconfine. Ed è così che la rivista Segno, nata nel 1976 a Pescara da un’idea di Umberto Sala eLucia Spadano, annuncia l’apertura di una nuova piattaforma online dedicata all’arte contemporanea spagnola. Segno.es, online dallo scorso 13 dicembre, non è una versione tradotta del sito italiano, e nasce per pubblicare contenuti originali in lingua spagnola volti a raccontare la scena artistica iberica, a cura di una redazione composta da autori spagnoli.
Lucia Spadano, scomparsa a febbraio scorso, coltivava da tempo questo progetto, da grande amante della Spagna qual era. Non a caso, nel 1982, Segno fu presentata ad Arco, la più importante fiera di arte contemporanea a Madrid. E già all’epoca si pensò alla possibilità di realizzare un’edizione spagnola della rivista, poi accantonata per la difficoltà di coprire i costi per traduzioni e stampa. Oggi, a distanza di oltre quarant’anni, il web viene in soccorso. Dunque, sotto una linea editoriale condivisa – con la possibilità di interagire a distanza – Segno online può ora contare sue due siti distinti, con redazioni autonome e il coordinamento di Carla Maizon e di Lisa D’Emidio. Un contributo essenziale per finalizzare il progetto si deve, però, all’Adema – l’Università di Belle Arti a Palma di Maiorca – e al suo presidente Diego Gonzalez Carrasco.
Come il suo contraltare italiano, il sito Segno.es parlerà di mostre, eventi, fiere di tutto il mondo dell’arte contemporanea, però a partire dalla Spagna.

Livia Montagnoli

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