Si chiama Dispaccio ed è la nuova libreria indipendente dedicata alle culture visive a Napoli

Inaugurata alla fine del 2024 da Ivano Bove, la piccola rivendita di libri nasce a pochi metri dal museo Madre e si concentra sulle culture visive e sulle nuove pratiche editoriali, portando sulla scena napoletana un progetto che mancava

Ivano Bove, la mente e il braccio dietro all’apertura della libreria indipendente Dispaccio a Napoli, si definisce “un outsider rispetto al mondo dell’arte”. Copywriter di formazione, un anno fa è stato coinvolto nell’organizzazione del primo book market sull’editoria a tema comunicazione visiva allestito nell’ambito di DESINA, festival di grafica e culture visive che ha esordito nel capoluogo partenopeo nel 2023 (la prossima edizione è in programma per aprile 2025, e la presenza del book market, molto apprezzato, è confermata). “Collaborare al festival è stato il primo banco di prova per affrontare il mondo dei libri, a contatto con una serie di editori come Corraini, Lazy Dog Press, Set Margins’, Cratera, Thymos Books, Cultura Partenopea, Dante & Descartes, Ŏpĕra Magazine, Lars Müller publishers, The Docks, Rorhof”, spiega Bove, che lo scorso dicembre ha inaugurato Dispaccio al civico 33 di via Settembrini, a pochi metri dal museo Madre.

Dispaccio a Napoli. La libreria indipendente dedicata alle culture visive

Cinquantacinque metri quadri su due livelli, nei locali di un ex deposito ridisegnati con approccio minimale perché i libri siano protagonisti assoluti, dedicati “alle culture visive e alle nuove pratiche editoriali, in ogni declinazione, in ogni intersezione”.
Un artbook store come non se ne trovano in città, in una Napoli ancora sprovvista di quelle librerie specializzate che in altre città italiane, coraggiosamente, sostengono l’editoria indipendente che lavora, per l’appunto, sulle culture visive: “A Napoli, non solo non esistono librerie focalizzate sulla fotografia o l’arte – fatta eccezione per la presenza di un bookshop all’intero di Magazzini Fotografici – ma neppure nei cataloghi delle librerie generaliste è facile reperire un certo tipo di editoria”.

Il catalogo di Dispaccio a Napoli

Con un catalogo ancora in divenire, Dispaccio – che nel nome condensa il riferimento alle corrispondenze diplomatiche, centrando l’attenzione sul valore delle relazioni che si perpetuano attraverso la carta, e il fatto di proporsi come uno spaccio di libri pronto ad accogliere un pubblico eterogeneo – presenta già un’ampia sezione dedicata alla fotografia, e poi cataloghi, magazine (“che però non sono il nostro focus”), una cospicua parte di saggistica, anche dall’estero, legata in particolare al mondo del design. Molte realtà editoriali e referenze sono state scoperte e selezionate in giro per fiere, e accanto a editori più strutturati come Cesura e Spector Books compaiono anche piccole fucine come la romana Veii dei fratelli Di Lucente o Palermo Publishing, nascente casa editrice di fotografia gestita dalla napoletana Michela Palermo. Poi molti editori francesi, “perché Rencontres d’Arles mi ha segnato”.

Preopening Dispaccio Napoli, presentazione di Ŏpĕra Magazine, ArtDays 2024. Photo Nicola Fumo, Vincenzo Memoli
Preopening Dispaccio Napoli, presentazione di Ŏpĕra Magazine, ArtDays 2024. Photo Nicola Fumo, Vincenzo Memoli

Dispaccio a Napoli. Libri, incontri, connessioni

 “A mia memoria si tratta di uno dei primi progetti del genere a Napoli”, peraltro curato in ogni dettaglio: “Con Vincenzo Memoli, il grafico che ha disegnato l’identità visiva di Dispaccio, abbiamo disegnato anche i mobili e gli arredi della libreria, che sono tutti modulari”. Il tavolo centrale su cui sono esposti i libri al pian terreno, per esempio, ha un top rimovibile che nasconde due panche da utilizzare in occasione di eventi e presentazioni, altrettanto centrali nel progetto Dispaccio, che spingerà la sua attività di ricerca nel mondo del publishing contemporaneo anche attraverso workshop, talk, proiezioni, incontri: “Vogliamo vivere di condivisione attiva, creare opportunità di scambio in una città in cui, fino al recente passato, ce ne sono state poche”.
Per questo Dispaccio non si rivolge esclusivamente agli addetti ai lavori, che pure hanno già manifestato grande interesse nel primo mese di apertura vista anche la vicinanza con il Madre, ma anzi vuole proporsi come interfaccia accessibile a tutti: “È già evidente un buon indotto di clienti che provengono dal museo, turisti stranieri in visita, artisti, curatori, oltre all’attenzione di fotografi, graphic designer, galleristi che operano in città. Ma ho aperto soprattutto per dare la possibilità a chi studia di sfogliare un libro di fotografia o una monografia d’artista oltre lo schermo di un computer. A questo si devono una selezione di proposte che siano accessibili anche nel prezzo – dunque non solo libri d’artista, che pure avremo in catalogo – e l’idea di allestire uno spazio per la consultazione al piano superiore, che al momento è ancora un deposito, ma diventerà una reading room”. E già molti giovani frequentano la libreria.

Dispaccio e Napoli

C’è poi l’intenzione di suggerire attraverso i libri percorsi tematici che riconducano al lavoro delle gallerie d’arte storiche presenti in città, e raccontino il rapporto privilegiato intrattenuto da molti artisti di fama internazionale con Napoli, anche facendosi cassa di risonanza dei progetti del Madre.
Nel prossimo futuro, Dispaccio avvierà anche il suo e-commerce. Intanto si lavora sulla programmazione degli eventi, dopo l’appuntamento inaugurale, lo scorso ottobre, che ha visto la presentazione del tredicesimo numero di Ŏpĕra, il magazine semestrale indipendente dell’associazione Attiva Cultural Projects, nell’ambito della manifestazione Art Days.

Livia Montagnoli

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