La Libreria delle donne di Milano compie 50 anni. Storia e programmi

Denso il calendario di iniziative e incontri in piano per il 2025, che “ripenserà agli inizi per guardare al futuro”. Con focus sugli incontri in presenza

Vogliamo festeggiare un traguardo importante: i cinquant’anni della Libreria delle donne di Milano. Ma questa è solo una tappa nel percorso e nella storia del femminismo: siamo convinte che il movimento delle donne, nato dalla libertà guadagnata con pochi mezzi e ben radicato nell’ascolto di sé in relazione con altre, sia imprescindibile per ripensare l’agire politico per tutte e tutti“. È programmatica, come dopotutto è nel suo DNA, la dichiarazione della Libreria delle donne di Milano per il suo 50esimo anniversario. Lo spazio femminista in zona Piazza Cinque Giornate è ancora un luogo di ritrovo importante per le donne della città – all’evento di festeggiamento ce ne sono circa cento in presenza e un’altra ventina online -, grazie a decenni di iniziative costanti e attiva partecipazione politica.

La storia della Librerie delle donne

La Libreria delle donne è stata fondata in Via Dogana 2 nel 1975 da un gruppo di femministe riunite nella cooperativa Sibilla Aleramo: tra loro spiccano i nomi di Lia Cigarini, avvocata milanese che si ispirò all’esempio della Librairie des femmes in Rue des Saints-Pères a Parigi, e poi Elena Medi, Giordana Masotto e Luisa Muraro, tra le molte. Spostatasi con gli anni in Via Pietro Calvi 29, la Libreria delle donne – oltre a essere ovviamente una libreria, e a ospitare testi esclusivamente scritti da donne – conserva materiale d’archivio, è autrice di pubblicazioni e di una rivista, Via Dogana (stampata per 111 numeri e spostata online nel 2015 come Via Dogana 3), e tiene una rassegna stampa online che raccoglie anche contributi inediti, Punto di Vista; organizza riunioni e discussioni politiche, attraverso il Circolo della rosa, e proiezione di film a cura dell’Associazione Lucrezia Marinelli.

Le polemiche e le problematiche femministe intorno alla Libreria delle donne

La Libreria delle donne è stata negli ultimi anni al centro di polemiche interne al movimento femminista ma anche collegate a quello più ampio dei diritti civili, perché molto vicina all’associazione Arcilesbica e alla sua presidente Cristina Gramolini, e alle posizioni del “femminismo della differenza”; reso famoso in Italia da Carla Lonzi, questo fa derivare dalla diversità dei corpi una incompatibile dualità del genere umano, e postula che la nozione neutra degli umani sia da considerarsi falsa e uno “strumento di omologazione” del sesso femminile a quello maschile: “Con il nostro lavoro lottiamo contro la tendenza schiacciante della politica europea e americana di ingabbiare il femminismo in un problema di parità fra donne e uomini. Invece noi desideriamo far brillare l’originalità e la differenza dell’essere donna (che forse un giorno farà brillare gli uomini)”.

Questo spazio ha quindi fatto da cassa di risonanza a queste teorie con testi come Non credere di avere dei diritti (1987) ed esplicitamente rifiutato la nozione di “genere” come distinto dal sesso biologico – e quindi anche i termini come “cisgenere”, che indica le persone il cui sesso biologico è allineato con l’identità di genere – escludendo di fatto dal novero delle donne le donne trans, motivo per cui le femministe intersezionali definiscono questa tipologia di attiviste con il termine “TERF”,Trans Excludent Radical Feminist.

Libreria donne di Milano
Libreria donne di Milano

La celebrazione e il programma di anniversario della Libreria delle donne di Milano

Rinnovare la ricerca, capire chi siamo, ripercorrere il passato per reinventare il nostro andare avanti”: questo il programma della Libreria per il 2025. “È il momento di ripensare agli inizi, al fervore intensissimo degli Anni Settanta, ai piccoli gruppi di autocoscienza che si trovavano nelle case: un parlarsi che è stata la prima rottura del privato”, ricorda Giordana Masotto, prima libraia di Via Dogana. “Sono grata a tutte le donne con cui abbiamo fatto così tanto, in questi cinquant’anni, e alle nuove generazioni, che raccolgono questa eredità: dobbiamo continuare a concentrarci sulle tematiche a noi care da sempre, lavoro, arte e cittadinanza”, aggiunge. “Anche quando il primo fervore non c’era più, questo spazio ha offerto un cambio di prospettiva e riposizionamento nel mondo, che noi abbiamo portato in rete”, racconta Laura Colombo, appartenente alla generazione successiva di femministe della Libreria. “Pensare insieme ha completamente cambiato la mia prospettiva, il mio modo di vivere e lavorare: è stato uno sconvolgimento forte”, spiega Giorgia Basch, trentaduenne e tra le ultime unitesi alla Libreria. “È importante questo femminismo della differenza, ed è importante parlarne di persona: io sono venuta qui fisicamente nel 2020 perché sentivo il bisogno di partecipare dal vivo”.

Moltissime le iniziative previste in quest’ottica partecipativa nel programma di quest’anno: sono in piano incontri con l’Enciclopedia delle donne; un dialogo con le bambine dell’Accademia delle Piccole Filosofe di Luisa Muraro; letture sceniche su tre voci autorevoli del femminismo, Margherita Porete, Simone Weil e Lina Merlin; l’incontro con le case editrici che pubblicano lavori di donne e hanno team di sole donne; e poi ancora convegni, come quello delle Città Vicine; la presentazione di quattro numeri online e tre numeri cartacei di Via Dogana; infine, in ottica artistica, è prevista una tavola rotonda con curatrici e artiste contemporanee, con un focus sul tema dell’autonomia di pensiero ed economica.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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