La storica libreria Luxemburg di Torino trasloca. Ora c’è anche la caffetteria di design
Tra le più antiche librerie d’Italia, negli Anni Settanta Luxemburg ha tenuto a battesimo, con Angelo Pezzana, il Salone del Libro e il primo movimento per i diritti di genere. La nuova sede affacciata sulla galleria ottocentesca su progetto dello studio BRH+ e in collaborazione con Mutina
Sono nate a soli due anni di distanza l’una dall’altra, ormai 150 anni fa, la Galleria Subalpina e la Libreria Internazionale Luxemburg, che quando aprì battenti nel 1872 si presentò alla città di Torino come Libreria Beuf (filiale dell’omonima libreria genovese, prima d’Italia, fondata nel 1810). Al 1874 risale, invece, l’inaugurazione della Galleria ispirata ai passages parigini, modello di passeggiata commerciale destinata allo svago borghese molto in voga sul finire del XIX Secolo: oggi, il passaggio coperto progettato dall’architetto Pietro Carrera collega ancora piazza Castello e piazza Carlo Alberto, pur ricostruita a seguito dei bombardamenti che la danneggiarono durante la Seconda guerra mondiale. Da subito, la Galleria ospitò eleganti caffè come Baratti & Milano e il Caffè Concerto Romana, ristoranti, una galleria d’arte e una libreria antiquaria. E ora torna ad accogliere una libreria grazie al trasloco di Luxemburg in un nuovo spazio, a soli 50 metri dalla sua storica collocazione, all’angolo tra Via Accademia delle Scienze e Via Cesare Battisti. Pur mantenendo l’accesso su via Battisti con cinque vetrine, infatti, la nuova sede della libreria offrirà un secondo ingresso, con altre cinque vetrine, nella Galleria Subalpina.
La storia della libreria Luxemburg a Torino
Lontani i tempi in cui l’attività si concentrava in una piccola bottega della Torino post-unitaria, la libreria – tra le più longeve d’Italia – potrà d’ora in avanti disporre di oltre 200 metri quadri di superficie, grazie alla fusione di tre unità immobiliari oggetto di una profonda ristrutturazione. Uno spazio degno della fama di Luxemburg, presto diventata punto di riferimento in città per l’ampia sezione dedicata alla narrativa angloamericana (oggi è molto fornito anche il comparto di riviste e quotidiani stranieri, che costituisce una delle edicole internazionali di più ampio respiro in Italia). Ai primi del Novecento, infatti, un cambio di proprietà portò la casa editrice Casanova a gestire l’attività, vetrina per i titoli stampati in casa – come le novelle di Verga – e per una vasta selezione di pubblicazioni internazionali (all’epoca la Libreria Casanova iniziò anche a dispensare i primi corsi per l’apprendimento delle lingue straniere in Italia). All’inizio degli Anni Settanta, fu Angelo Pezzana a concretizzare l’esperienza della Libreria Internazionale Luxemburg, che vanta la paternità del Salone del Libro di Torino. Nel 2002, la proprietà è nuovamente passata di mano, ad Antonio Pittarelli e Gigi Ràiola.
La libreria Luxemburg, i diritti di genere e l’arte
Oltre al carattere “internazionale” – con libri in inglese, francese, spagnolo, tedesco, portoghese e russo – la libreria è anche legata alla nascita del movimento FUORI!, promosso da Pezzana nei primi Anni Settanta, precursore di tutte le associazioni che avrebbero poi condotto battaglie in favore dei diritti delle donne e della comunità LGBTQ. Per questo, una ricca sezione del catalogo è dedicata alla cultura LGBTQ+. Altrettanto importante è la sezione d’arte, tra cataloghi di mostre, libri di architettura, design, giardini, moda: Luxemburg, non a caso, cura dal 2022 il bookshop e il programma culturale delle Gallerie d’Italia di Torino. E dal 2020 si occupa al Salone del Libro dello stand di Adelphi, oltre a curare lo spazio dedicato al Paese straniero ospite di ogni edizione. Tra le novità del nuovo spazio, inoltre, la libreria dedica una stanza al catalogo della casa editrice Einaudi, presentando anche le sue collane storiche.
La nuova sede della libreria Luxemburg a Torino. Il progetto
Il progetto architettonico della nuova sede è firmato dallo studio torinese BRH+ fondato e diretto da Barbara Brondi e Marco Rainò, e ha preservato l’anima della libreria con il trasferimento degli elementi d’arredo e strutturali della sede storica nei nuovi ambienti. Sono stati, dunque, restaurati e riposizionati gli originali arredi in legno della libreria, che si integrano con un pavimento ligneo, pareti scure, un soffitto a volta in mattoni a vista ed elementi di design contemporaneo. BRH+ ha curato, inoltre, il disegno della rinnovata identità visiva, che ripensa il logotipo storico e recupera, aggiornandolo, il simbolo della civetta presente dalle origini. I nuovi arredi in marmo (Bellagio e Giallo Siena) per gli interni e le vetrine si devono, invece, alla storica azienda torinese SOMMO, specializzata nella selezione e lavorazione delle pietre naturali da oltre cento anni.
La caffetteria della libreria Luxemburg in collaborazione con Mutina
Con il trasloco si concretizza anche una inedita collaborazione con Mutina, azienda emiliana produttrice di ceramica, che può contare sulle creazioni delle più grandi firme del design. Un sodalizio evidente, innanzitutto, nello spazio, altrettanto inedito per la libreria, della caffetteria che nasce in collaborazione con Caffè Baratti & Milano (e sotto la guida di Marco Peyron), dove il banco centrale – progettato per non creare barriere tra avventori e operatori – è rifinito con i Rombini di Ronan & Erwan Bouroullec; per le pareti e il pavimento è stata scelta, invece, la collezione Fringe di Michael Anastassiades. Mentre il soffitto dello spazio cassa è rivestito con Adagio, una serie di moduli in ceramica pensata da Ronan Bouroullec, entrata a far parte della collezione permanente del Centre Pompidou di Parigi. Anche nei bagni della libreria le ceramiche sono firmate Mutina, con Fringe di Michael Anastassiades e le Mattonelle Margherita di Nathalie Du Pasquier. Per l’allestimento delle vetrine saranno utilizzate anche le Editions di Mutina, collezioni di oggetti in ceramica realizzati a mano, numerati e firmati dai designer e dagli artisti selezionati dall’azienda (disponibili anche per l’acquisto). Il catalogo includerà, inoltre, le pubblicazioni della collana MUT, che correda le mostre del progetto no-profit Mutina for Art, curato da Sarah Cosulich.
Livia Montagnoli
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