Cosa farne di Auschwitz? In mostra a Torino le lettere di Primo Levi ai suoi lettori tedeschi
In occasione degli ottant’anni dalla liberazione di Auschwitz, “Giro di posta” racconta la rete di carteggi di Levi con i lettori tedeschi di “Se questo è un uomo” per invitarli a dire la loro sulla Germania nazista
Per la prima volta, un’intera mostra viene dedicata a Primo Levi (Torino, 1919-1987) scrittore di lettere. Succede a Palazzo Madama di Torino, in occasione degli ottant’anni dalla liberazione di Auschwitz che si celebrano il 27 gennaio, Giornata della Memoria. Realizzata con documenti in gran parte inediti, Giro di posta racconta la vasta rete di carteggi che Levi intrattenne per anni con i suoi interlocutori tedeschi: lettori e lettrici di Se questo è un uomo, amici, intellettuali e anche qualcuno che in Auschwitz stava “dall’altra parte”, per invitarli a dire la loro su quanto di terribile era stato commesso dalla Germania nazista.
La mostra dedicata a Primo Levi scrittore di lettere
“Non ho mai nutrito odio nei riguardi del popolo tedesco, e se lo avessi nutrito ne sarei guarito ora, dopo aver conosciuto Lei. Non comprendo, non sopporto che si giudichi un uomo non per quello che è, ma per il gruppo a cui gli accade di appartenere”. Sono parole dello scrittore e chimico torinese sopravvissuto ad Auschwitz, scambiate con Heinz Riedt, il suo traduttore in tedesco di Se questo è un uomo e Storie naturali che dimostrano il tenore degli argomenti trattati e la sua umanità preservata nella disumanità di un campo di concentramento, nelle oltre 500 lettere oggetto della mostra.
Il messaggio della mostra sulle lettere di Primo Levi
Non ci sono originali esposti perché non esistono più. E neanche le veline di carta carbone che Levi usava come prova delle parole dattiloscritte e inviate in Germania e in Europa, perché troppo fragili e conservate nel Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, ideatore della mostra. Rimane però la testimonianza visiva di quelle lettere e il loro messaggio che suona come una richiesta di aiuto: cosa fare di questa esperienza ad Auschwitz perché non si ripeta?
Le lettere digitalizzate sul portale levinet.eu
Le corrispondenze “tedesche” di Primo Levi coprono quasi trent’anni di storia europea, dal 1959 al 1986, e superano le 500 unità epistolari. Salvo poche eccezioni sono tutte inedite. Di qui al 2027 queste lettere verranno pubblicate in open access e in versione bilingue italiano-inglese sul portale levinet.eu, coordinato dalla professoressa Martina Mengoni del’Università di Ferrara nell’ambito del progetto europeo LeviNeT, finanziato dallo European Research Council.
Uno spazio dedicato a Primo Levi dentro la nuova Biblioteca Civica
Intanto, la mostra Giro di posta offre, in versione completa o per stralci, alcune decine di lettere inedite, scritte da Primo Levi o dirette a lui. Ed è anche il primo step di sviluppi futuri, come anticipa il presidente del Centro Internazionale di Studi Primo Levi di Torino, Fabio Levi: “È un percorso che andrà avanti oltre questa mostra, nella creazione di un luogo fisico all’interno della nuova Biblioteca Civica, la cui apertura è prevista a fine 2026”.
Claudia Giraud
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