Poesia, arte e tecnologia al nuovissimo Museo Virgilio di Mantova
Dagli affreschi medievali riscoperti dopo secoli, al percorso interattivo che racconta le opere e la storia di Virgilio con un’app, pannelli touch screen e una mappa digitale. Un’esperienza immersiva che rende il visitatore protagonista del museo
“Le armi e l’uomo canto che
Per primo dai lidi di Troia
per volere del fato venne fuggiasco in Italia e ai litorali
di Lavinio […]”
(Virgilio, Eneide)
Così prende avvio il terzo poema epico più celebre della storia, secondo solo nel tempo ai due canti omerici: l’Eneide di Virgilio. Nei versi del poeta è espresso l’incipit di un’impresa eroica, quella di Enea. Eroico, però, (anche se in modo diverso) si potrebbe definire anche il progetto culturale di cui parliamo qui, che non casualmente è legato al nome del poeta. Si tratta proprio del Museo Virgilio – freschissimo dell’inaugurazione dello scorso 6 dicembre 2024 – che apre al pubblico le porte di uno degli edifici storici più affascinanti della città. Accolto nelle sale del Palazzo del Podestà, promette di raccontare e far rivivere la figura di questo autore con un concept espositivo innovativo. Il percorso, curato dalla Scuola Holden, ne attraversa gli ambienti e si proietta, poi, anche al di fuori delle antiche mura di pietra. Il mito di Virgilio, infatti, continua a vivere nelle parole e nelle opere di chi vi si è ispirato, nonché nei giovani che studiano ancora i suoi componimenti sui banchi di scuola.
Ma c’è di più: il restauro che ha coinvolto il Palazzo ospitante ha riportato alla luce un affascinante ciclo di affreschi completamente ignoti e perduti fino alla scoperta del 2012. Un altro motivo per visitare il nuovo Museo che qui vi illustriamo.
Il Palazzo del Podestà di Mantova
Perché proprio qui? Perché allestire la “casa” di Virgilio in questo specifico edificio? Malgrado manchi l’esatto legame biografico, il nome del poeta era già da tempo connesso al luogo, conosciuto a partire dal 1400 come Palazzo Virgilio. Un buon pretesto, dunque, per raccogliervi opere, documenti e testi antichi – ma soprattutto storie – connessi alla sua figura, invitando il pubblico a non fermarsi qui. Tutta Mantova (e non solo) parla di lui. Anche il Palazzo del Podestà, però, ha indubbiamente la sua storia da raccontare. Fondato nel 1227, per oltre 700 anni fece da sede dell’amministrazione cittadina, in parallelo ai molti altri edifici comunali di analoga funzione in giro per l’Italia. Fino al 1873 fu anche Palazzo di Giustizia, e fino al 1911 carcere. Poi, dopo aver ospitato alcuni progetti museali, cadde vittima del forte terremoto che nel 2012 colpì pesantemente l’area del Mantovano. Come talvolta accade, però, nel pieno delle difficoltà può prendere vita qualcosa di inaspettatamente positivo e grande. Come il progetto che, a partire dalla scoperta del patrimonio di affreschi e dalla decisione di restaurare l’edificio, si compie oggi con l’inaugurazione del Museo. Dopo la lunga riqualificazione degli ambienti, cominciata nel 2017 e conclusasi nel 2023, il pubblico è oggi invitato a riscoprire il fascino del Palazzo affacciato su Piazza delle Erbe attraverso il ricco itinerario multimediale che affianca storia, arte e tecnologia, messo a punto dalla Scuola Holden.
Il “Ciclo dei Mesi” al Palazzo di Podestà di Mantova
Partiamo dallo stupore suscitato dagli affreschi riemersi durante i restauri dopo il terremoto. Delle otto sale del percorso espositivo, la tappa principale in cui fermarsi con il naso all’insù è senza dubbio la Masseria Superiore. È lì che svettano i colori del Ciclo dei Mesi, ammirabile su una parete salendo su un soppalco appositamente concepito. Come la tradizione vuole, i soggetti sono le incarnazioni allegoriche delle stagioni che si susseguono nel corso dell’anno. Dall’estate all’inverno, le figure del lavoro nei campi scandiscono il tempo, rappresentando la natura che muta, dai semi ai frutti. Un tema caro a Virgilio, quello delle attività agricole, che è sono protagoniste delle sue Georgiche. Questo poema è infatti dedicato alle diverse pratiche: agricoltura, allevamento, persino apicoltura. Le installazioni digitali presenti nel museo sono un mezzo prezioso con cui avvicinarsi ai suoi testi e alle sue parole. È proprio la “parola virgiliana” a fare da filo conduttore dei contenuti: una risorsa inesauribile, che fu molto probabilmente fonte di ispirazione per gli stessi affreschi. Era infatti comune, nel periodo medievale, guardare agli scritti classici come quello di Virgilio per trarre spunti utili a illustrare i calendari, di cui il Ciclo dei Mesi è un esempio.
La grande sala della Masseria superiore è poi affrescata anche con altri soggetti che ci fanno viaggiare indietro nel tempo. Scene profane e cavalleresche rievocano le leggende del Medioevo. Si identifica, forse, un episodio legato alla saga di Re Artù, richiamato dal soldato con le gambe caprine.
Il poeta latino nei tesori del Museo Virgilio a Mantova
Il nome del museo non mente: Virgilio vive ed è protagonista anche per quanto riguarda le opere e reperti antichi tangibili. Tra i pezzi principali a lui legati, vi è certamente la scultura del Virgilio in Cattedra: emblema della città di Mantova risalente al 1100-1200 circa. Si continua con quello che è il più antico tesoro in mostra: il Trono di Virgilio, datato addirittura al II Secolo a.C. Il volto del poeta ricorre, e ricorre ancora, immortalato ora in monete gonzaghesche di epoca rinascimentale, ora nello stemma del Podestà Gabriele Ginori. E, poi, non potrebbero mancare i volumi antichi con le ristampe dei suoi capolavori, segno dell’immortalità della sua figura nel panorama letterario di ogni epoca.
La tecnologia incontra la storia al Museo Virgilio di Mantova
Se c’è una cosa che colpisce dell’allestimento in cui ci si immerge sala dopo sala, questa è senza dubbio la tecnologia. I pannelli interattivi si alternano alle pietre cariche di storia dell’edificio, ampliando l’esperienza con tantissimi contenuti aggiuntivi. Ciascun visitatore, a seconda della propria curiosità e dei propri interessi, può scegliere di approfondire ciò che preferisce. È la concretizzazione della filosofia museologica che mette l’individuo al centro e il patrimonio culturale “al suo servizio”. Richiamando l’ideale di Franco Russoli (storico direttore di Brera) di museo come laboratorio attivo e vivente, il Museo Virgilio ne è – a distanza di anni – la sua piena realizzazione.
L’App My Virgilio
A far “vivere” il museo c’è un’applicazione dedicata, scaricabile sullo smartphone, che interagisce con i QR code disseminati nel Museo. Rispondendo alle domande proposte, permette di identificare il proprio profilo virgiliano. Chi è un tipo riflessivo, verrà probabilmente associato al Virgilio Nascosto; chi apprezza gli aspetti più letterari e culturali al Virgilio Maestro. C’è poi il Virgilio Epico per gli appassionati di storia e vicende politiche, o il Virgilio Umano per i più sensibili di animo. Quattro modi diversi di entrare in contatto con il poeta, che guidano e filtrano alla scoperta dei contenuti digitali del percorso.
La mappa di Virgilio Glocal
Alla fine dell’itinerario, nell’ultima sala, c’è una sorpresa finale che realizza l’ideale di eternizzazione di Virgilio, dentro e fuori dalle mura storiche del Palazzo del Podestà. Si tratta della mappa interattiva che illustra tutti i luoghi – a Mantova e non solo – in cui trovare ulteriori testimonianze virigiliane. Luoghi legati alla sua vita, alle sue opere e alla tradizione che lo segue. È qui che entra in gioco il proprio profilo identificato con la app: sarà questo a suggerire le tappe consigliate, in base al taglio specifico più adatto a ciascuno. Un ultimo contenuto che arricchisce l’esperienza, mostrando le infinite risorse che le nuove tecnologie – se ben impiegate – offrono al mondo dell’arte.
Emma Sedini
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