Il nuovo catalogo del Castello di Rivoli: un ritratto della collezione e della sua storia

Non è solo una semplice raccolta di opere: il nuovo catalogo del Castello di Rivoli racconta tutta la storia della sua collezione, le mostre indimenticabili e il ruolo del museo oggi

Inizia con questo articolo una nuova rubrica dedicata ai cataloghi d’arte, trattati quali infrastrutture autonome all’interno dell’ecosistema della produzione artistica e istituzionale. Nel corso del tempo la sua missione sarà quella di evidenziare quali, oggi, siano il ruolo e la funzione di queste pubblicazioni – spesso costose e preziose – all’interno del panorama delle arti visive. Il primo soggetto di questa rubrica è il catalogo della Collezione del Castello di Rivoli, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. La storia e le collezioni, edito da Allemandi, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria.

Il nuovo catalogo della Collezione del Castello di Rivoli

Tra gli eventi organizzati per il quarantesimo anniversario della storica istituzione sabauda, il lancio del catalogo ha segnato l’ultimo lascito della direttrice uscente, Carolyn Christov-Bakargiev. Il nuovo direttore, Francesco Manacorda – a cui si deve la curatela di Ouverture 2024, l’emanazione espositiva della collezione del Castello – non è invece pervenuto fra i testi introduttivi. Questo dettaglio recapita un primo dato importante sulle tempistiche dilatate necessarie alla produzione del catalogo di una collezione, in questo caso iniziata prima della nuova nomina. Lo sforzo necessario a produrre materiale informativo, sintetico e rappresentativo della presenza o del passaggio di oltre duecento artisti presso il museo, ha dato origine a una serie di schede fluide e leggibili. Ognuna di esse, componendo il nucleo fondamentale della pubblicazione, accenna la bibliografia degli artisti e approfondisce i progetti di mostra – spesso monografici – che hanno preceduto l’entrata in collezione. Ad accompagnare il testo, la selezione di immagini è riprodotta in ottima qualità, permettendo di scoprire per la prima volta, o rivedere, opere maestose su doppia pagina.

Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. La storia e le collezioni, copertina
Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea. La storia e le collezioni, copertina

Un museo vivo e raccontato

Il catalogo si divide su due volumi, assicurandosi di essere un oggetto maneggevole e piacevole da sfogliare. La prima parte del primo volume contiene una serie di contributi testuali, in poco meno di duecento pagine, fra i quali risaltano le testimonianze di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria. I loro racconti sulle tante mostre e sui progetti realizzati negli ultimi decenni restituiscono perfettamente la “vita” del museo, alimentata e diffusa nel mondo da due emissari d’eccezione, veri catalizzatori di incontri tra artisti provenienti da ogni dove. Inestimabile è il contributo di Luisa Mensi, responsabile di conservazione e restauro per il Castello, nella descrizione delle tecniche utilizzate per preservare i lavori di Arte Povera in collezione. I quarant’anni di vita del Castello di Rivoli sono stati anche segnati dalla rivoluzione digitale, raccontata, attraverso i suoi effetti nell’arte accolta al museo, da Marianna Vecellio.

La dimora storica del primo museo italiano d’arte contemporanea

Qualora venisse inaugurata, al Castello di Rivoli, una mostra priva di partecipanti, i visitatori avrebbero comunque il piacere di scoprire una delle più belle residenze sabaude mai costruite. Il catalogo dedica un’approfondita lettura storica all’edificio, dalla cronologia della sua costruzione e dei suoi abitanti, a cura di Maria Grazie Cerri, fino ai “Pensieri retrospettivi” di Andrea Bruno, concentrati sui dettagli più iconici del Castello. Agli interventi moderni, come la scala sospesa progettata dallo stesso Bruno, precedono le decorazioni barocche, conservatesi in quasi tutte le sale. Gli ambienti sono descritti singolarmente, intitolati secondo la loro funzione originale – come la Sala del sorgere del giorno, o Sala da letto – e l’iconografia rappresentata.

Anna Boghiguian, The Salt Traders (I commercianti di sale), 2015. Courtesy Castello di Rivoli, Museo dÔÇÖArte Contemporanea, Rivoli-Torino. Foto ® Renato Ghiazza
Anna Boghiguian, The Salt Traders (I commercianti di sale), 2015. Courtesy Castello di Rivoli, Museo dÔÇÖArte Contemporanea, Rivoli-Torino. Foto ® Renato Ghiazza

La Collezione del Castello di Rivoli: opere che vivono ancora

Il catalogo di una collezione ha l’opportunità di rendere omaggio a tutti quei lavori esposti nel corso di mostre concluse, attualmente negli archivi del museo o in prestito, svelando la varietà che la arricchisce. Nel primo catalogo della collezione del Castello – edito nel 1994 – Pontus Hulten sosteneva l’importanza di un corpus di opere che “respiri”, rifiutando l’idea di dover rappresentare ogni artista rilevante con una singola opera e ambire a una completezza enciclopedica. Il carattere polifonico dei rapporti intessuti fra l’istituzione e gli artisti in collezione emerge anche fra le pagine di questo nuovo catalogo. Il suo valore complessivo risulta eccellente e rispecchia fedelmente l’identità del museo, proponendo un ottimo esempio di come un’istituzione, al suo quarantesimo anniversario, possa presentare la sua collezione con il medesimo rigore con cui è stata costruita.

Mattia Caggiano

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Mattia Caggiano

Mattia Caggiano

Mattia Caggiano (Asti, 1999) è un giovane critico e teorico dell'arte, con base a Venezia e Torino. Il suo lavoro si concentra su temi legati all'installazione ambientale e all'interazione tra l'opera d'arte e il contesto circostante. Attraverso un approccio ricco…

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