Luca Beatrice, l’ultimo atto di un critico senza copione. Esce postumo il suo libro per Marsilio

Pubblicato postumo a pochi mesi dalla sua scomparsa e presentato nel giorno del compleanno dell’autore, lo scorso 4 aprile presso Ca’ Giustinian a Venezia, “La commedia dell’arte” è il libro-testamento di Luca Beatrice, una delle voci più acute, polemiche e originali del dibattito sull’arte contemporanea italiana

In un mondo in cui l’arte sembra a tratti farsi dimenticare da sé stessa, travolta da istanze sociali, modelli curatoriali e narrazioni d’archivio, Luca Beatricescomparso lo scorso 21 gennaio a Torino, prova a recuperare una dimensione perduta: quella del piacere dell’opera, della centralità dell’artista, della forza iconica di un’immagine capace di restare. Lo fa con La commedia dell’arte, un libro che già dal titolo mescola alta cultura e cultura popolare, e che, come nella tradizione della commedia a soggetto, procede per episodi, maschere, paradossi, improvvisazioni. Un viaggio nel contemporaneo che è anche un bilancio, uno sfogo e, forse, un addio.

Chi era Luca Beatrice

Beatrice non era un teorico né un filosofo. Era un critico militante, un “commediante” dell’arte nel senso più nobile: osservatore, narratore, provocatore. In questo libro – composto da capitoli brevi, densi, scritti con uno stile diretto e a tratti caustico – si muove tra musei trasformati in contenitori d’esperienza e street art trasformata in strumento di gentrificazione. Ma non è solo un libro contro. È anche, e soprattutto, una difesa appassionata di ciò che l’arte ha rappresentato e può ancora rappresentare: stupore, invenzione, memoria.

Il valore del “manufatto” secondo Luca Beatrice

Il critico torinese – che ha vissuto e interpretato da protagonista decenni di cultura visiva, da docente, curatore e saggista – rivendica il valore del “manufatto”, di quell’opera che resiste al tempo, e critica una scena sempre più dominata dall’effimero, dalla performatività e dall’auto-narrazione. La sua scrittura è costellata di esempi – da Cattelan a Banksy, dalla Biennale di Venezia alle Documenta – che non servono solo a sostenere tesi, ma a riportare il discorso dentro la realtà. Una realtà fatta anche di mercato, di gusto, di pubblico. Perché l’arte, per Beatrice, è sempre anche una faccenda sociale e culturale, mai solo accademica.

La Commedia dell'Arte, copertina
La Commedia dell’Arte, copertina

Il libro La commedia dell’arte

Ci sono pagine memorabili sull’evoluzione del curatore, da studioso a regista ideologico, sulla perdita di senso della provocazione, ormai trasformata in slogan o performance “da algoritmo”. Ma c’è anche un riconoscimento: il mondo è cambiato, e con esso anche l’arte. L’intento non è restaurativo, ma critico. E Beatrice riesce ancora una volta a porre domande scomode, che difficilmente troveranno spazio nei salotti istituzionali.
La commedia dell’arte non è un libro nostalgico, anche se guarda con una certa malinconia a un tempo in cui l’arte sapeva ancora parlare con le immagini prima che con i comunicati stampa. È un libro necessario per chi voglia riflettere su dove siamo e dove stiamo andando.

Dario Moalli

Luca Beatrice, La commedia dell’arte
Marsilio, 2025
pag. 160, € 16,00
ISBN 9788829791279

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Dario Moalli

Dario Moalli

Dario Moalli (Vigevano 1991) studia Storia e critica dell’arte all’università di Milano, nel 2013 si è laureato in Scienze dei Beni culturali, e da qualche anno vive stabilmente a Milano, dove vaga in libertà. Condivide l’interesse per l’arte con quello…

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