Gainsbourg
Seconda puntanta dell'Opera Sexy di Ferruccio Giromini. Restiamo in Francia, ma arriviamo alle soglie dell'attualità. Perché qui si parla di Serge Gainsbourg, e di un doppio omaggio che gli ha tributato Joann Sfar. Con un film e un fumetto.
Amici francofili e francofoni, questo è per voi! Tutto ciò, lo vedrete, è assolutamente e deliziosamente francese. Partiamo dall’eroe eponimo, lo sghembo chansonnier Serge Gainsbourg (Parigi, 1928-1991). In Italia è ricordato solo per un’unica hit del 1969, ma mitica e dirompente: Je t’aime moi non plus che, cantata in sospiroso tandem con Jane Birkin mimando con efficace trasporto un atto sessuale, fu subito fatta oggetto di vibrata persecuzione vatican-democristiana e censurata su tutto il territorio nazionale. Ma Gainsbourg non si limitò a essere un libertino qualunque. Chi ne conosce più a fondo l’opera di compositore di “canzonette” sa che fu soprattutto uno sperimentatore linguistico, oltre che musicale; una sorta di decostruzionista della lingua francese cantabile, e dei ritmi applicabili al suono anche delle parole: molto interessante, da studiare senza pregiudizi.
E poi, diamine, frequentò, pure biblicamente, una quantità di donne bellissime e affascinanti – dall’elegante Juliette Gréco alla polposa Brigitte Bardot, con la quale intrecciò un amour fou davvero travolgente, fino alla sua musa definitiva, l’intelligente angloandrogina Birkin – e altre seppe coinvolgere nelle sue attivitò (una su tutte, tanto per restare nell’Empireo: Catherine Deneuve).
Ebbene, la vita di quest’uomo brutto, debosciato, anche scostante, eppure geniale e inaspettatamente charmant, è stata condensata e addensata in un film e in un libro realmente fuori dal comune, consigliabilissimi entrambi, se possibile in indivisibile partnership, a chi padroneggia la musicale lingua d’Oltralpe.
Sceneggiatore e regista di Gainsbourg, vie héroique (130’, protagonista un perfetto Eric Elmosnino) e nondimeno autore di testi e disegni di Gainsbourg, hors champ (Ed. Dargaud, 480 pp.) è Joann Sfar (Nizza, 1971), il più prolifico autore di bande dessinée contemporanea, che ha già dimostrato un partecipato interesse per i tormenti e le estasi delle personalità creative anomale, dedicando geniali semibiografie a Pascin e a Chagall en Russie. Qui si sdoppia, ora disegnando un film di gialli blu rossi intensi e ora filmando a sorpresa una fantasmagoria intrisa di erotismo e tenerezza, in esercizio di alternanza tra occhio vergine ma colto e occhio colto ma vergine. Col rivivere la vita di un maudit nel fumo catramoso delle Gitanes (“Je suis un insoumis!”), Sfar fa con amore dell’arte su un artista; firma, eroticamente, due complementari opere d’artista sull’arte.
Ferruccio Giromini
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #2
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