Bello e prevedibile
Ha i toni della commedia ma si tinge di nero. È un racconto frenetico, veloce, esasperato. E forse l'eccesso di ritmo e l'utilizzo sofisticato di inquadrature e cambi di scena fa scivolare via la bella intuizione narrativa. Che - è bene chiarirlo subito - è sostenuta dal segno ricco e pulito di Baru. Un francese non più giovanissimo, che disegna con leggerezza particolari e atmosfere vivaci.
Nelle sue vignette c’è una splendida dinamica. Il colore? Un acquerello pieno, acceso e ben disposto. Sempre. Ma qualcosa, in questa storia, non convince fino in fondo. Pompa i bassi, Bruno! ha in sé qualcosa di molto attraente. Ma lascia sospesi in un vuoto di interpretazione che non si riesce subito a colmare.
Baru si chiama in realtà Hervé Barulea e il suo sangue è per metà italiano. Al fumetto arriva tardi, all’inizio degli Anni Ottanta, debuttando come disegnatore sulla rivista Pilote (sì, quella che ha visto nascere Asterix). Lo conosciamo perché, oltre a percepire il respiro lungo di una notorietà maturata in terra francese, le sue opere sono state pubblicate in Italia da Kappa Edizioni e Coconino Press, che dopo dodici anni sta ristampando L’Autoroute du soleil.
Questa commedia noir – molto sociale e anche piuttosto divertente – e Gli anni dello Sputnik hanno permesso a Baru, vincitore del Grand Prix d’Angoulême nel 2010, di ricevere il premio come “miglior autore unico” durante l’ultima edizione di Lucca Comics & Games. Un riconoscimento legittimo e meritato. Che, di fatto, premia anche il buon lavoro svolto in questi anni dalla Coconino Press, ora Coconino Press-Fandango.
Qui si raccontano le storie intrecciate e sovrapposte di un giovane ragazzo africano che è un talento del pallone, di una sgangherata banda di gangster francesi, di anziani e paradossali Lupin del tempo che fu. Tutto ha inizio con l’incontro tra il giocatore di calcio Ousmane Traoré e il ragazzo. Seguiranno il viaggio clandestino in Francia, il dramma (comico) dei migranti senza documenti e piani maldestri per il recupero di un bottino. E tutto culminerà con un colpo di scena finale e un epilogo che, nonostante tutto, addolcisce l’amaro di una chiusura col botto.
Pompa i bassi, Bruno! è un ottimo esempio di scrittura e illustrazione.
Ma, suo malgrado, lascia un vuoto inspiegabile. Baru batte forte sul tamburo, crea spazi narrativi che il lettore deve riempire, stravolge le regole del controcampo. Tutte tecniche – e abilità – che dovrebbero giocare a favore di una critica d’eccellenza. Eppure qualcosa continua a non convincere.
In questa storia “compiuta” si punta troppo sugli equilibri narrativi e si esasperano gli elementi della narrazione stessa. Insomma, ci si trova di fronte a un’opera perfetta che conduce il lettore – al quale si attribuisce una bella responsabilità – in una strada già segnata. Si sa già quando si ride ed è facile prevedere i momenti di tensione, paura, suspense e stupore. Tutti elementi che comunque farebbero di questo romanzo illustrato un ottimo film.
Gianluca Testa
Baru – Pompa i bassi, Bruno!
Coconino Press-Fandango, Bologna 2011
Pagg. 128, col., € 17
ISBN 9788876181962
www.coconinopress.it
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