L’oscurità dell’anima
Puntuale, Christopher Nolan si è presentato a quell'appuntamento dato quattro anni fa con il finale della sua “trilogia oscura” di Batman. E non ha certo deluso le aspettative. Dopo l’interpretazione “cinematografica”, eccovi quella fumettistica.
Sono passati otto anni da quando Bruce Wayne – interpretato da un sempre credibile Christian Bale – ha appeso maschera e mantello al chiodo, prendendosi la colpa della morte di Harvey Dent, e si è ritirato a vita molto privata, facendo la vita del miliardario eccentrico “alla Howard Hughes”.
In questo film, Christopher Nolan propone sostanzialmente due letture: quella dell’oscurità della società, sempre pronta a generare personaggi che sono disposti a prendere il “buono” (un generatore di energia pulita) per trasformarlo in una tremenda arma per una loro vendetta. E l’altra, più introspettiva, tutta dedicata a Batman, dove il supereroe scruta il lato oscuro della sua anima, raschiando il fondo di un pozzo – fisico e mentale – per scoprire come la paura della morte possa essere la chiave della sopravvivenza.
E mentre a Gotham accade praticamente di tutto per mano del cattivo di turno, Bane – un inquietante Tom Hardy -, Batman, in questo film, resta sullo sfondo, a combattere contro i propri demoni, prima di poter affrontare e sconfiggere Bane. Tra effetti speciali mozzafiato, una colonna sonora curatissima e richiami alla storia del cinema (uno su tutti, quelli fortissimi a 1997 Fuga da New York di Carpenter), spiccano alcune magistrali interpretazioni: sir Michael Caine dà vita a un paterno maggiordomo Alfred, Gary Oldman è uno splendido commissario Gordon e Joseph Gordon-Levitt è il “buono” del film, il poliziotto Blake, che sa, capisce e combatte. Decisamente più “cat-woman” di chi l’ha preceduta – anche se si chiamavano Michelle Pfeiffer e Halle Berry – è Anne Hathaway, ma la sensazione è quella di un personaggio dalle grandi potenzialità rimaste inespresse.
Il finale lascia aperta la porta a una prosecuzione della saga ma, dopo la lettura di Nolan, difficilmente Batman sarà lo stesso. Così come sarà effettivamente difficile confrontarsi con questa trilogia e scrivere un nuovo capitolo.
Federica di Spilimbergo
Articolo pubblicato su Artribune Magazine #9
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