Lezioni di anatomia

Fine Ottocento: a Torino uno studente di medicina, orfano, tormentato da incubi malsani e dalle lascive e viscide attenzioni di una zia morfinomane, ricerca e ritrova la coetanea cugina, orfana anch'essa, pittrice eccentrica e dalla dubbia reputazione. Insieme sperimenteranno arte e scienza, passioni proibite, scoperchiamenti di vecchi inconfessabili segreti. È la trama del romanzo grafico di Nicolò Pellizzon.

Le atmosfere sensuali ed esteticamente malate dei romanzi della Scapigliatura si ritrovano implodenti nella prima opera di largo respiro dell’illustratore e fumettista Nicolò Pellizzon (Verona, 1985), ovvero il romanzo grafico Lezioni di anatomia (edito da GRRRzetic), dove il giovane autore ha modo di rivelarsi ben più che una semplice promessa. Infatti, in un momento in cui la produzione di graphic novel in Italia inzuppa ancora volentieri le madeleine nelle stesse tazzine minimaliste, Pellizzon non teme di schiacciare il pedale delle scelte forti, affrontando una narrazione non timida, sebbene in apparenza ancora intimista, e una figurazione decisa e potente, insieme realistica e fantastica.
La colta essenza “scapigliata” dell’operazione si esplicita spettacolare in un’attenzione morbosa alla carnalità più strettamente anatomica del corpo umano, di quello maschile non meno di quello femminile. L’attrazione concupiscente della carne evolve in attrazione concupiscente per la carne. La solitudine speculare e congiunta degli individui orfani si fa specchio e culla della solitudine ontologica e metafisica di ogni individuo, nostalgicamente orfano di un’inconosciuta metà di sé perduta e anelabile. È così che l’onirico si fa, inevitabilmente, orrido. E se vi si ritrova un certo gusto morboso da narrazioni hentai, nondimeno ci si imbatte con compiaciuta sorpresa in studiati richiami a molta cultura europea non solo esoterica dei secoli passati, da Albrecht Dürer agli atlanti anatomici, dai tarocchi di Marsiglia e i simbolismi alchemici a Caravaggio e Artemisia Gentileschi. Per una lettura/visione generosamente feconda di complici soddisfazioni.

Nicolò Pellizzon, Lezioni di Anatomia

Nicolò Pellizzon, Lezioni di Anatomia

Il pericolo di soggiacere alle frivole mode dark Pellizzon lo evita grazie soprattutto all’eleganza espressionista del suo pennello (brush pen) carico d’inchiostro, che scorre libero sul foglio senza neppure affidarsi a matite preparatorie. Sa costruire le figure (allungate e macilente, con occhiaie pesanti, lontani ricordi di Schiele) così come gli ambienti (in atmosfere più claustrofobiche che goticheggianti) con sorprendente sicurezza. E anche chi non frequenta di gusto la magia nera e gli esoterismi può apprezzare l’apnea esistenzialista del suo impasto alchemico di parole e immagini, il fascino discreto del suo perturbante erotismo.

Ferruccio Giromini

www.fauces.it

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #11

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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