La vita fuori tempo di Glenn Gould. A fumetti
La biografia del pianista classico più rivoluzionario del Novecento, con tutte le sue geniali ossessioni, rivive in un raffinato romanzo grafico di Sandrine Revel. Un omaggio di rara sensibilità, felicemente intonato al soggetto trattato.
NON SOLO BACH
Dici Glenn Gould (Toronto, 1932-1982) e non puoi non pensare alle Variazioni Goldberg. Ma il pianista canadese che ha legato il suo nome soprattutto a quell’opera di Bach, la più difficile e la meno eseguita di tutte, fu un vero fenomeno sotto molti altri aspetti.
Perfettamente conscia di ciò, l’illustratrice e pittrice bordolese Sandrine Revel ha dedicato tre anni alla realizzazione di una sua delicatissima biografia a fumetti che, pubblicata in Francia da Dargaud, le è valsa il prestigioso Prix Artémisia 2016 (consegnato da una giuria tutta femminile a una donna fumettista, in omaggio ad Artemisia Gentileschi). Ora Glenn Gould. Una vita fuori tempo arriva anche in Italia in una bella edizione cartonata confezionata da Bao Publishing.
CIELI GRIGI SENZA TRISTEZZA
Le biografie disegnate, specialmente degli artisti, non solo stanno avendo un crescente successo tra il pubblico internazionale, ma spesso possono contare anche su un fascino davvero speciale. Non è raro che si crei difatti una intrigante consonanza tra l’artista narrato e l’artista narratore, suggerendo in definitiva al lettore chiavi interpretative ulteriori per la vita e l’opera dell’uno e dell’altro. Non sarà un caso dunque se Sandrine Revel mette la sua fatica sotto l’ala di una citazione quanto mai rivelatrice di Glenn Gould: “Davo per scontato che tutti condividessero la mia passione per i cieli grigi. Sono rimasto sconvolto quando ho saputo che alcune persone preferivano il sole”.
Gli acquerelli dai toni bassi, in ombra, quasi spenti, scelti per la rappresentazione della breve vicenda biografica di Gould però non sono affatto tristi. Ravvivati da linee di contorno più brillanti, risultano invece perfettamente adatti a “dar luce” alla strana carriera di un bambino e poi giovane e poi uomo prodigio, orgogliosamente introverso, al quale bene si adatta anche la frase con cui lo definiva uno dei suoi pochi amici: “Resta con me e tieniti a distanza”.
IL PIANOFORTE COME SE FOSSE UN CLAVICEMBALO
Dal debutto già strepitoso a soli tredici anni, il primo concerto con la Toronto Symphony Orchestra alla Massey Hall, via via lungo il suo cammino sempre più solitario, che abbandonò presto le esibizioni pubbliche per concentrarsi solo sulle registrazioni in studio, ripercorriamo le ipocondrie e le ossessioni di Gould, che fu però un ribaltatore assoluto del pianismo novecentesco.
Seduto basso sulla sua tanto discussa sedia pigmea, e accarezzando i tasti del suo fedele e adorato piano Steinway CD 318 con nitida precisione, come fossero quelli di un clavicembalo (in netta opposizione alla moda esecutiva più energica, ancora “romantica”, dei suoi contemporanei), seppe rivisitare e rinvigorire Bach soprattutto, ma anche Beethoven, Sibelius e persino Schönberg. Ne diceva Leonard Bernstein: “Glenn Gould provoca in me un interesse tutto nuovo per la musica”. E Aaron Copland: “Gould suona come un compositore. Quando lo ascolto suonare Bach, è come se fosse Bach in persona a suonare”.
DUE ARTISTI MANIACALI
Il libro riscopre tante curiosità dell’esistenza del genio. Il suo amore per gli animali più che per gli uomini (i suoi cani, conigli, pesci rossi, cocorite si chiamavano Bach, Beethoven, Haydn, Mozart, Chopin e Sir Nickolson of Garelocheed – ma aveva battezzato anche la sua barca Schönberg). Il suo irrefrenabile canticchiare mentre suonava. Il suo interesse per “l’aspetto nordico dell’essere umano”. Il suo disprezzo per jazz e country e la sua passione per Barbra Streisand e Petula Clark. La sua eccentrica opinione sugli artisti in genere, assimilati alle “scimmie di Gibilterra”…
Sandrine Revel costruisce la sua rievocazione con precisa delicatezza e sensibilità poetica per le gesticolazioni, le espressioni, le sfumature psicologiche; e si muove con tecnica narrativa complessa, utilizzando diversi artifici interessanti, quasi “musicali”, tra cui una variata architettura di pagina e una differenziata riquadratura delle vignette a indicare il presente principale della narrazione, il passato, il futuro e pure l’ipotetico. Anche lei maniacalmente attenta ai dettagli, anche lei ben decisa a “non voler essere come gli altri”.
Ferruccio Giromini
Sandrine Revel – Glenn Gould. Una vita fuori tempo
Bao Publishing, Milano 2016
Pagg. 136, € 23
ISBN 9788865436578
www.baopublishing.it
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