Fantagraphic. L’antologia a fumetti di Giorgio Carpinteri

A partire dal 1983, il manipolo di fumettisti riunitisi nel gruppo Valvoline – Brolli, Carpinteri, Igort, Jori, Kramsky, Mattotti – tentò una coraggiosa quanto azzardata manovra di rivoluzione del fumetto italiano. Oggi Igort, con la sua nuova casa editrice Oblomov, riporta alla luce alcuni di quei reperti già archeologici per storicizzarli.

Il modello principale degli autori valvolinici, neanche tanto nascosto, erano i futuristi. Ma nelle loro creazioni si poteva rinvenire anche molto Costruttivismo russo, Espressionismo tedesco alla Grosz e Dix, piacevolezze Art Déco, un pizzico di Cubismo, qualche esplosione di Fauvismo cromatico, soprattutto molto ribellismo geometrico. Un frullato intellettuale di avanguardie che, per quanto condito di postmodernismo pop, ovviamente non poteva influenzare più di tanto il mainstream fumettistico nazional-popolare, dall’animo incurabilmente escapista. Del gruppo, Giorgio Carpinteri (Bologna, 1958) è l’unico che dopo quella breve e intensa esperienza tralasciò il fumetto per dedicarsi ad altro; nello specifico, una nutrita carriera di art direction televisiva e pubblicitaria.

Giorgio Carpinteri – Pop Eye (Oblomov, Quartu Sant'Elena 2017)

Giorgio Carpinteri – Pop Eye (Oblomov, Quartu Sant’Elena 2017)

ESTETICA E SPLEEN

Di “valvolinico”, il giovane Carpinteri aveva lo speciale sprint estetico e il caratteristico spleen esistenziale “so Eighties”: una frenesia vitale che si guardava attorno famelica, ma non più rabbiosamente politica come per i precedenti indiani metropolitani del ’77 e non ancora nichilisticamente smarrita come per le susseguenti generazioni X e Y e Z. Nelle sue vene correvano ad alta pressione inchiostri di stampa CMYK e sul suo tecnigrafo fiorivano angoli acuti a profusione. I suoi fumetti pungevano, aggredivano, gridavano le loro microstorie più coi disegni che con le parole. Spesso, anzi, alla fine i brevi plot erano poco comprensibili; e a volte lo erano anche le visioni pur proposte in ordinati quadretti; ma nell’orgia estetizzante di quegli anni ciò che importava era la stroboscopica danza retinica che ne risultava, e al diavolo qualunque messaggio.

Giorgio Carpinteri – Pop Eye (Oblomov, Quartu Sant'Elena 2017)

Giorgio Carpinteri – Pop Eye (Oblomov, Quartu Sant’Elena 2017)

UN IRONICO DISTACCO

I ritmi spezzati decorativisti cari a Carpinteri si ritrovano tutti in questa antologia, che raccoglie quattro brevi storie di quell’evo già così lontano. Due racconti a colori (battaglie frastornanti di segmenti rettilinei in accese policromie); un altro in severo bianconero (ma i grigi ci sono, solo che si formano dal reticolo della parola ombra che si infittisce: ombraombraombraombraombra); e l’ultimo colorato postumo in stesure splendenti di gialli cromo e limone. Lo stile carpinteriano vi si ritrova condensato al meglio: ritmata musicalità visiva, coreografie spigolose, distorsioni jazzate, anomalo gusto scenografico, nonchalance narrativa, e per finire distacco ironico. Il tutto, deliziosamente inattuale, appare oggi riproposto in un cartonato dal formato quanto mai insolito: una stretta striscia orizzontale che richiederà una sistemazione ben studiata in libreria e un nuovo adeguato posticino nella memoria.

Ferruccio Giromini

Giorgio Carpinteri – Pop-Eye
Oblomov, Quartu Sant’Elena 2017
Pagg. 96, € 12
ISBN 9788885621121
www.oblomovedizioni.com

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Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini

Ferruccio Giromini (Genova 1954) è giornalista dal 1978. Critico e storico dell'immagine, ha esercitato attività di fotografo, illustratore, sceneggiatore, regista televisivo. Ha esposto sue opere in varie mostre e nel 1980 per la Biennale di Venezia. Consulente editoriale, ha diretto…

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