L’umorismo “artistico” di Anatol Kovarsky. A New York
Per decenni prolifico collaboratore grafico del “New Yorker”, Anatol Kovarsky viene omaggiato, a poco più di un anno dalla scomparsa, nelle sale newyorkesi della Society of Illustrators. E i suoi cartoon sui mondi dell'arte si riconfermano gustosi.
Anatol Kovarsky era nato a Mosca nel 1919, ma per allontanarsi dalla Russia rivoluzionaria la sua famiglia si trasferì presto a Varsavia. Dopo aver studiato economia a Vienna e poi pittura all’École des Beaux-Arts di Parigi, nel 1941 Anatol riuscì a partire avventurosamente prima da Nizza e poi da Casablanca per gli Stati Uniti, ma quando la nave fece tappa a Cuba e si seppe dell’attacco giapponese a Pearl Harbor, d’impulso si arruolò nell’esercito americano e tornò in Europa, dove avrebbe messo a frutto le sue umorose capacità grafiche disegnando vignette sui giornali per i soldati Yanks, Stars and Stripes, Army Talks. Dopo aver partecipato allo sbarco in Normandia e alla liberazione di Parigi, riunitosi con la famiglia al termine del conflitto, restò in Francia fino al 1946. Di nuovo in America dal 1947, pur continuando a studiare pittura alla Columbia University a New York, prese a collaborare con i suoi deliziosi disegni al New Yorker (e poi Collier’s, Life, Look, Playboy, Sports Illustrated, The Herald Tribune…). Già nel 1956 era una star del divertimento disegnato, definitivamente consacrato dalla pubblicazione del suo primo libro antologico, Kovarsky’s World, edito da Knopf. Ma intanto non rinunciò alla carriera espositiva pittorica, dipingendo in uno stile personale a metà tra gli spessi contorni di Rouault e le deformazioni anche cromatiche dell’Espressionismo tedesco.
UMORISTA PITTORE E PITTORE UMORISTA
Con decine di copertine a colori, più estetizzanti e decorative, e specialmente con centinaia di sintetici e fulminanti disegni in bianco e nero, Kovarsky ha popolato interni ed esterni del famoso e raffinato settimanale più newyorkese che ci sia per decenni. Le sue vignette in modo particolare fungono da singolare anello di congiunzione tra le due facce della sua carriera: umorista pittore e pittore umorista. Scultura e pittura sono i suoi campi d’indagine preferiti, visti con l’occhio divertito dell’osservatore medio degli Anni ’50-’60, ovvero di chi fatica a digerire il trapasso tra le arti figurative tradizionali e l’astrazione e l’informale. Ironia da conservatore, comunque soavemente gradevole.
UNA PICCOLA ENCICLOPEDIA
Ci sono i classici pittori e scultori variamente “incomprensibili”, i classici pittore-e-la-modella, i classici visitatori di musei pieni di perplessità, ma anche la Venere di Milo prima della mutilazione, la Piedra del Sol azteca tutta da rifare, una zattera di naufraghi minacciata dalla Grande Onda di Hokusai, e così via. Una piccola enciclopedia del fare artistico dietro le quinte, dove il sorriso arriva puntuale, con uno speciale retrogusto tenero e domestico d’altri tempi. Scomparso due anni fa a Manhattan, 97enne, ora Kovarsky a Manhattan è celebrato con una squisita mostra dei suoi disegni nei bei locali della Society of Illustrators.
– Ferruccio Giromini
New York // fino al 3 marzo 2018
Kovarsky’s World: Covers and Cartoons from The New Yorker
SOCIETY OF ILLUSTRATORS
128 East 63rd Street
www.societyillustrators.org
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