Fantagraphic. Tra i freddi ghiacci del nord con Luke Healy
Sospeso dall’insegnamento per via di una relazione sentimentale con un suo studente, un tormentato professore universitario si imbatte nelle teorie di Vilhjalmur Stefansson, singolare esploratore artico sostenitore di una controversa teoria: sopravvivere al Polo Nord è facile e alla portata di tutti. Ma sarà così vero? “Come sopravvivere nel grande nord” è un fumetto di (quasi) avventura, libro d'esordio di Luke Healy.
Chissà cos’è più difficile, se sopravvivere al freddo del Polo Nord o a una ingombrante crisi di mezza età. La risposta a questo dubbio è probabilmente all’interno del fumetto d’esordio dell’irlandese Luke Healy, portato in Italia da Coconino Press.
Come sopravvivere nel grande nord parte da una incasinata vicenda sentimentale che scombussola la vita di Sullivan Barnaby, professore di una università canadese sospeso dall’insegnamento per via di una relazione amorosa intrattenuta con un suo studente.
Abbandonata la cattedra e forzato a un anno sabbatico, il tormentato docente scopre casualmente che il suo ufficio era stato occupato un secolo prima da Vilhjalmur Stefansson, bizzarro esploratore artico sostenitore di una singolare teoria: secondo l’etnologo (realmente esistito), ogni uomo è potenzialmente capace di resistere alle condizioni estreme del grande nord, purché in grado di sfruttare le innumerevoli risorse presenti sotto il ghiaccio.
Tali teorie, controverse già all’epoca, non sempre incontrarono il favore degli studiosi del tempo e ancora meno diedero i risultati sperati da Stefansson il quale, cocciuto, in più occasioni tentò di dimostrare rovinosamente le sue convinzioni. Ne sono una prova le spedizioni artiche del 1913 e del 1922, entrambe malamente organizzate e fatali per buona parte degli equipaggi.
MARINAI, ORSI E AURORE BOREALI
Incuriosito dalle teorie di Vilhjalmur Stefansson, il professor Sullivan inizia così le sue ricerche, immergendosi nei manuali di antropologia come rimedio alle sue pene sentimentali. Malconcio e abbandonato al suo destino di innamorato non corrisposto, il protagonista si affeziona agli episodi salienti della carriera dell’esploratore canadese, imbattendosi negli scritti e immaginando nella sua testa le scene di quelle imprese avventurose.
Il fumetto è dunque il racconto delle immagini evocate dalla lettura dei manuali di antropologia. È per questo che reale e fittizio si mescolano nel libro: date, luoghi e personaggi realmente esistiti (coinvolti nelle missioni esplorative di Stefansson) entrano ed escono dalla narrazione, interfacciandosi in un intelligente gioco di ruoli tra fiction e verità.
Tra i protagonisti incontrati nel racconto troviamo così il capitano Bartlett, al comando della spedizione del 1913 (spedizione conclusa con la morte di quasi tutto l’equipaggio tranne che del suo ideatore Stefansson, che ben pensò di fuggire lasciando barca e ciurma al loro destino); o ancora Ada Blackjack, la ragazza inuit che partecipò alla seconda spedizione del 1922 in cambio di soldi, necessari per le cure del figlio malato di tubercolosi. Marinai, orsi polari e aurore boreali mozzafiato fanno da contorno, finemente rappresentati da Healy con disegni dai colori morbidi e fortemente illustrativi.
TRA AVVENTURE E CRISI UMANE
Nonostante le premesse, il fumetto non è tuttavia un racconto d’avventura. Lontano dai ritmi serrati e dai toni epici tipici del genere, il libro di Healy si concentra piuttosto sui personaggi, girando l’attenzione verso i sentimenti vissuti dai protagonisti coinvolti nelle imprese di Stefansson. I toni si fanno per questo assai più pacati, la scrittura è lenta e regolare, aiutata da una griglia classica con poche vedute larghe e tanti dettagli che riguardano le persone: spaventate, confuse e arrabbiate, esse hanno in comune tra loro l’essersi fidate di Stefansson e delle sue teorie, subendone in prima persona le conseguenze disastrose. Lo stesso Stefansson, che nelle prime pagine compare dettando i ruoli di un equipaggio chiaramente sprovveduto, nelle pagine successive sparisce, scegliendo di inviare i marinai al nord senza di lui.
Impreparato ad affrontare la spedizione, il personale si ritrova così abbandonato e costretto a confrontarsi con la necessità di sopravvivere in una natura ostile, ma soprattutto a combattere col tormento di aver fatto una scelta sbagliata.
Ecco allora che il parallelo con il professore Barnaby, che legge di queste imprese e ne immagina le scene, diventa ovvio: senza più un lavoro e follemente cotto di uno studente appena ventenne, egli paga le conseguenze del suo passo falso. Il rimando tra i protagonisti delle spedizioni e il docente è sottile, ma presente. Perché in fondo, che sia al freddo nordico o al caldo tropicale, la vita è un po’ così: una spedizione azzardata per cui non sarai mai attrezzato abbastanza.
‒ Alex Urso
Luke Healy – Come sopravvivere nel grande nord
Coconino Press-Fandango, Bologna 2018
Pagg. 200, € 20
ISBN 9788876183775
www.fandangoeditore.it
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